Fondazione 'Isal' arriva in Toscana con la carovana del Giro d'Italia

Il Giro d’Italia arriva mercoledì 17 maggio sulle strade della Toscana, per raccontare storie di agonismo, passione, sofferenza, vittorie, sconfitte che ne fanno uno degli eventi sportivi più amati dagli italiani. Dietro gli eroi del pedale, salutati da migliaia di tifosi, la variopinta carovana del Giro e le tante iniziative che, prima e dopo ogni tappa, celebrano la grande vitalità di questa kermesse dello sport.

Come “Prossima Tappa: sconfiggere il dolore“, l’iniziativa informativa ed educativa realizzata da Fondazione ISAL, istituzione da sempre impegnata nella Ricerca sul dolore, e Boston Scientific, leader del settore biomedicale, per promuovere una migliore conoscenza del dolore cronico e delle più avanzate tecnologie mediche oggi a disposizione per combatterlo.

Il dolore cronico, quasi sempre banalizzato e “sottovalutato” anche dai medici, affligge il 26% della popolazione italiana e tra il 16 e il 46% della popolazione europea (circa 100 milioni di persone). Fra questi anche molti sportivi, professionisti o dilettanti che praticano diverse discipline e che sono particolarmente esposti alle “aggressioni“ di questo insidioso nemico.

Giuliano De Carolis, anestesista esperto in neurostimolazione e specialista presso l’unità operativa di terapia antalgica e cure palliative dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, ricorda come anche "gli sportivi con problematiche di dolore ricorrente che incide negativamente sulle loro prestazioni debbano afferire ai centri specializzati.

La possibilità di ricorrere a tecniche di neuromodulazione elettrica senza far uso di farmaci è un tipo di terapia che interessa molto il paziente sportivo per ovvi motivi legati all’uso di farmaci in attività sportiva anche agonistica. I risultati sono molto incoraggianti ed interessanti soprattutto per l’assenza di effetti collaterali come invece talvolta si può avere con le terapie farmacologiche".

Ed insiste anche sul fatto che anche "il mal di schiena, patologia che vediamo più frequentemente nei nostri ambulatori, è sicuramente quella per cui abbiamo più possibilità di trattamento, tra cui la neurostimolazione che, in patologie dolore complesse come il mal di schiena causato da un intervento chirurgico, ha ottimi risultati quando inserita in un percorso che ne valuta l’appropriatezza. Impianto neurostimolatori da circa 20 anni.

Nel corso degli anni il numero di impianti annui è aumentato fino a arrivare a circa 60 impianti l’anno. L’impianto è una procedura sicura che richiede un’anestesia locale e il ricovero di una notte. Prevede inoltre una fase di impianto provvisorio durante la quale il paziente ha l’opportunità di valutare l’efficacia della stimolazione e poi passare all’impianto definitivo. L’impianto non ha effetti collaterali, è una procedura sicura e oggi grazie al progresso tecnologico degli stimolatori di ultima generazione il paziente non percepisce più la parestesia come succedeva fino a qualche anno fa, oltre a ciò i clinici hanno anche l’opportunità di scegliere la stimolazione più adatta alle specifiche esigenze del paziente".

Non c’è da stupirsi, quindi, che di dolore cronico si parli anche in un contesto di grandi campioni e di atleti superallenati come il Giro d’Italia. Con una vettura caratterizzata e riconoscibile nei colori lilla, blu e bianco, il Team di ISAL e Boston Scientific segue ogni tappa e mette a disposizione di tutti, atleti, organizzatori, giornalisti, pubblico, informazioni e documentazione sui Centri specializzati presenti in Italia (circa 200 sul territorio nazionale), sulle terapie disponibili per sconfiggere i dolori più comuni e diffusi (mal di schiena, cervicalgia, dolore neuropatico, disfunzioni muscolo-scheletriche, ecc) ma anche per scoprire le “nuove frontiere” della scienza biomedicale e le innovazioni terapeutiche che si sono dimostrate efficaci, laddove i trattamenti farmacologici o gli interventi chirurgici non abbiano dato i risultati sperati. Basti ricordare, fra questi, la “neurostimolazione spinale”, intervento che prevede l’impianto di dispositivi minimamente invasivi e che ha consentito a molti pazienti di riprendere “qualità di vita” e attività sportiva.

Fonte: Ufficio Stampa

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