Pecori entra in Consiglio regionale ma non nel M5S: andrà nel Gruppo Misto

I lavori del Consiglio regionale si sono aperti questo pomeriggio, martedì 23 maggio, con la presa d’atto delle dimissioni del consigliere del Movimento 5 stelle, Enrico Cantone, e la relativa surroga. Cantone lascia così lo scranno del palazzo del Pegaso, al suo posto subentra Monica Pecori, tecnico di prevenzione presso Asl Nord Ovest a Livorno dal 1990, prima dei non eletti in lista. "Accolgo l’invito di entrare a far parte di questa assemblea consiliare”, ha detto la nuova consigliera.

"È vero che il mandato datomi dai cittadini toscani era per il Movimento 5 stelle, nel quale, però, non mi riconosco più. Chiedo quindi di aderire al gruppo misto con la sigla ‘Toscana per tutti’. Manterrò comunque fede al mandato dei cittadini: sanità pubblica, universale e di alta qualità. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della liberta e della dignità umana. Il mio impegno sarà rivolto a tutto il territorio toscano con particolare attenzione al territorio livornese".

Il presidente dell’Assemblea toscana, Eugenio Giani, ha spiegato come con l’avvicendamento definito oggi “si viene a porre una problematica relativa al personale che è collegato al numero dei consiglieri nei vari gruppi: il Movimento 5 stelle si trova con una riduzione di budget e personale, in ragione della diminuzione del numero dei consiglieri del gruppo. Con correttezza, è stata posta la problematica del mantenimento del personale. Credo si possa arrivare all’approvazione di atti che ne garantiscano la permanenza".

L’orientamento, ha spiegato ancora il presidente, è quello di accogliere la proposta del gruppo M5s, "che chiede di ricalibrare le posizioni funzionali della dotazione organica, con conseguente diminuzione della retribuzione". La delibera, ha comunicato Giani, potrà essere predisposta nei prossimi giorni, una volta concluse le necessarie verifiche giuridiche, e per questa ragione “è da prevedere l’inserimento in calendario di una seduta del Consiglio regionale anche la prossima settimana. Faremo in modo che questi atti deliberativi si completino nel tempo più breve possibile per dare garanzie ai lavoratori".

Cantone: "Lascio il consiglio regionale per un piccolo errore"

"Lascio questo scranno perché la nostra rivoluzione è di fatti e non di parole. Ho commesso un errore, un piccolo errore che mi costerà 388 euro per essere sanato, ma chi siede qui non dovrebbe compierlo. L'ho commesso per sufficienza, ma non è un'attenuante. L'ho commesso e basta". Lo scrive il consigliere regionale M5s Enrico Cantone, dimessosi per non aver dichiarato alla Regione due società a Malta, attraverso il suo profilo Facebook. Cantone spiega che "questo è il comunicato che avrei voluto leggere in aula ma mi è stato impedito dal presidente Giani e da alcuni consiglieri del gruppo di maggioranza adducendo a motivi burocratici ed amministrativi". "L'etica pubblica che come Movimento 5 Stelle portiamo avanti - aggiunge - non funziona come un tribunale dove qualcuno può aggrapparsi ai cavilli e alle prescrizioni per uscirne indenne.

L'etica pubblica che esigiamo dai rappresentanti istituzionali, e primi fra questi da noi stessi, ci impone una risposta sola: il passo indietro. Per questo io mi sono dimesso e vi chiedo di accettare queste dimissioni". Cantone sottolinea di aver "omesso di dichiarare due mie società nell'anagrafe pubblica. Per essere precisi non si tratta di due società ma di due componenti di un'unica società: sono la composizione amministrativa di una piccola azienda: una di capitali (holding) che possiede l'altra. L'ultimo capitale censito della holding è 10.195 euro, questo il minimo giro di affari di cui si discorre tanto sui giornali: 10.195 euro. Da queste società non ho ricevuto dividendi, quindi nessuna tassa doveva essere versata in Italia, e dunque non ho evaso il fisco". "Il mio errore verso il consiglio e i cittadini si chiama violazione obblighi di monitoraggio, e basta, altre violazioni non ve ne sono", conclude.

Alta velocità, Baccelli (Pd): “Impegno della Regione, recepita nostra risoluzione. Avanti con progetto” Bambagioni (Pd): “Assurdo chi pensa di ripartire da capo, portare a fondo infrastruttura decisiva”

La centralità della stazione di Firenze SMN per quanto riguarda il trasporto ferroviario metropolitano e regionale, la connessione di Firenze con l’Alta Velocità, la necessità di un collegamento efficiente tra i servizi AV ed il trasporto regionale, nonché la certezza dei tempi di realizzazione del tutto. Erano i punti centrali della risoluzione nata su proposta Pd e approvata nel novembre scorso dal Consiglio regionale della Toscana, sono stati recepiti dalla Giunta, come si evince dalla comunicazione dell’assessore Vincenzo Ceccarelli. Lo ha messo in evidenza Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Trasporti. “Non possiamo che apprezzare il lavoro puntuale svolto dalla Giunta, assolutamente coerente con i principi che avevamo voluto mettere in evidenza in una risoluzione lo scorso novembre, poi approvata, a riprova dell’importanza e del valore degli atti di indirizzo varati da questa assemblea. – ha spiegato Baccelli – Continuiamo a ritenere fondamentale il ruolo di Santa Maria Novella per il trasporto regionale ed al contempo ottima l'idea di fare della nuova stazione Foster una infrastruttura in grado di garantire la massima intermodalità con gli altri mezzi di trasporto, collegando in maniera efficiente i servizi di alta velocità con il trasporto su gomma e quello su tramvia. Uno snodo quindi in grado di diventare un vero e proprio ‘hub’ funzionale ma anche un’opera dal valore artistico e culturale, un esempio prestigioso di architettura contemporanea nella città culla del Rinascimento. L’ultimo punto che raccomandavamo era la certezza dei tempi, su questo l’auspicio è che si proceda con celerità ma la cosa che riteniamo più importante è la volontà di andare avanti, per un progetto infrastrutturale determinante su cui sono state investite risorse, tempo e energie”.

“Trovo assurdo da parte delle minoranze tutte le volte che si parla di Alta Velocità riaprire una discussione che va avanti da anni, accusare di spreco di risorse e nello stesso tempo chiedere di cancellare con un colpo di spugna tutti gli sforzi anche economici messi in campo per un’infrastruttura dal ruolo decisivo”, lo ha detto Paolo Bambagioni, consigliere regionale Pd. “Lo spreco vero sarebbe stato cambiare posizione dopo un percorso che è durato anni. – ha proseguito Bambagioni – Un percorso doveroso che è necessario portare a fondo, che ha visto prese di posizioni, valutazioni di impatto ambientale, investimenti. Il tutto con un obiettivo cruciale per la Toscana e per tutta l’Italia centrale, ottimizzare il nostro sistema dei trasporti. Bene quindi l’impegno della Regione, fondamentale andare avanti, con un intervento che una volta realizzato porterà Firenze e la Toscana finalmente al livello delle altre città europee e in linea con i migliori standard”.

Alta Velocità: la comunicazione della Giunta

Il tunnel di sottoattraversamento si farà e il ruolo centrale di Santa Maria Novella è confermato. È quanto emerge dall’aggiornamento sul nodo ferroviario di Firenze illustrato in Aula dall’assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli. Nella comunicazione depositata agli atti si dà conto di una “idea progettuale condivisa”, scaturita dall’incontro, avvenuto a Roma lo scorso 27 aprile, tra Regione, Comune, Gruppo Fs e Rfi. Incontro nel quale sono state individuate soluzioni per trasformare la Foster, in linea con il progetto originario, come “primo esempio in Italia di stazione di mobilità integrata tra ferrovia, gomma e tramvia”.

“Nell’area di Belfiore – si legge nella comunicazione – oltre ai servizi garantiti dal passante ferroviario cittadino, realizzato secondo il progetto approvato con una variante progettuale esterna, saranno integrati i servizi della tramvia cittadina e la nuova autostazione degli autobus di Firenze”. Complessivamente si ipotizzano 34 stalli a rotazione, cui si aggiungeranno 130 posti per lunga sosta, direttamente collegati con la Foster. L’autostazione, che avrà una viabilità dedicata per l’accesso e l’uscita, servirà il trasporto regionale, extraurbano e turistico. “L’integrazione delle varie modalità di trasporto – si legge ancora nel documento – sarà capace di generare un utilizzo della nuova stazione coerente con le ipotesi del progetto originario”.

Le linee tracciate nella comunicazione costituiscono un “aggiornamento finalizzato a garantire un’effettiva integrazione intermodale senza modifiche alla stazione e al tunnel”. “La Regione – si legge ancora – è in attesa della presentazione dello studio di fattibilità e del successivo progetto definitivo da parte di Rfi”. Per quanto riguarda invece la ripresa dei lavori, l’approvazione del Put (Piano di utilizzo delle terre), è “condizione necessaria e preliminare per il proseguimento delle attività di scavo e di smaltimento del materiale di risulta”. Il completamento dell’istruttoria del Piano è previsto “entro l’autunno” e ciò dovrebbe consentire l’avvio delle operazioni di escavo a Campo di Marte.

Sul tema dell’Alta Velocità la Giunta aveva già riferito al Consiglio nel novembre scorso. In quell’occasione l’assessore Ceccarelli, aveva dato conto delle “ipotesi di revisione della soluzione infrastrutturale in corso di realizzazione”, ribadendo la priorità assoluta della Regione: “Superare i problemi del trasporto ferroviario per dare piena attuazione ai programmi di incremento dei servizi regionali e metropolitano, con orari altamente integrati fra le diverse direttrici”.

Edilizia, Restauro e risanamento conservativo, Titta Meucci (Pd) “Con questa mozione si punta a fare chiarezza anche in merito al mutamento della destinazione d’uso”

Attivarsi in Conferenza delle Regioni perché possa essere avviata una discussione e, conseguentemente, possano essere sollecitati il Governo e il Parlamento, in modo di prevedere una specifica modifica delle disposizioni normative in materia edilizia, finalizzata a chiarire che con gli interventi di restauro e risanamento conservativo sia consentito anche il mutamento della destinazione d’uso, implementando la fattispecie di cui all’art. 3 comma 1 lett.c D.P.R. n. 380/2001. Inoltre, valutare nuove eventuali modifiche a livello regionale. E’ questo quanto si chiede in una mozione depositata oggi in Consiglio regionale e di cui è prima firmataria la consigliera fiorentina Pd Titta Meucci.

“ E’ veramente opportuno – spiega Meucci – chiedere e sostenere una modifica della legge che consenta senza equivoci mutamento delle destinazioni mediante interventi di restauro e di risanamento conservativo, sempre nel rispetto di quelle d’uso previste dagli strumenti urbanistici generali. Oggi chiediamo questo intervento – prosegue Meucci - proprio per poter incentivare ed agevolare gli interventi di riqualificazione e recupero del patrimonio edilizio esistente e, dunque, per poter far sì che la rigenerazione urbana che rappresenta il pilastro della normativa urbanistica regionale non rimanga un’idea astratta ma l’unica strategia per rinnovare la città. Perciò – conclude Meucci - ogni nuova pianificazione territoriale sostenibile non può limitarsi alla conservazione dell’esistente ma ne deve promuovere una trasformazione che porti un miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Una strategia che assume rilievo particolare per le città del nostro territorio toscano il cui patrimonio edilizio è costituito per gran parte da edifici di rilievo storico artistico. Per mantenerne integrità e bellezza, l’unico modo è quello di destinarli a funzioni nuovi e vitali”.

Mafia, Ciolini (Pd):"Nel ricordo di Falcone urgente nuovo slancio per favorire destinazione degli immobili confiscati"

“La comunicazione della Giunta regionale relativa ai beni confiscati alla mafia è un tema che affrontato in una giornata simbolica come oggi, anniversario del brutale attentato di Falcone e della sua scorta, assume un’importanza ancora più rilevante”. Così il consigliere regionale Pd Nicola Ciolini interviene in aula a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico nel dibattito sulla comunicazione dell’Assessore Bugli sui beni confiscati alla mafia in Toscana.

“L’importanza di questa giornata – ricorda Ciolini - passa attraverso dei momenti importanti di contrasto alla mafia, ricordo la legge Rognoni – La Torre o l’istituzione del maxi processo che hanno tracciato entrambi le linee per un indebolimento della mafia. In questo contesto legislativo, l’importanza della confisca dei beni della criminalità e la possibilità di destinarli a enti locali, cooperative, associazioni di cittadini che con volontà hanno manifestato uno sforzo comune di contrasto a tutte le mafie, assume un’importanza fondamentale. Per questo oggi, - prosegue Ciolini - è importante che questi meccanismi siano velocizzati; il comune di Prato, ad esempio, lo scorso anno ha ricevuto un appartamento confiscato e lo ha messo a disposizione di chi era in emergenza abitativa. Ci sono poi aziende in Toscana messe a disposizione di soggetti che poi hanno subito magari ricatti minacce e quindi c’è sempre la necessità di appoggio continuo da parte di tutte istituzioni.

Dallo scorso anno – conclude Ciolini - c’è un testo che punta a migliorare, velocizzare e favorire questo tipo di meccanismi, è stato approvato alla Camera ma oggi è ancora fermo al Senato, per questo abbiamo presentato una proposta di ordine del giorno che chiede alla Giunta regionale di attivarsi in tutte le sedi opportune per chiederne lo sblocco e l’approvazione.

M5s: Galletti, Cantone dimissionario per errore da 388 euro

"Invitiamo i cittadini toscani a pretendere da ogni loro rappresentante nelle istituzioni la stessa etica dimostrata nei fatti oggi dal Movimento 5 Stelle. Come diceva Borges: 'Forse l'etica è una scienza scomparsa dal mondo intero e dovremo, semplicemente, inventarla un'altra volta'. Noi siamo qui per questo". Lo afferma il capogruppo M5s in Consiglio regionale Irene Galletti, replicando ai commenti sulle dimissioni di Enrico Cantone. "155 mila famiglie toscane vivono in povertà assoluta - ricorda in una nota -, il 97% di quelle che chiedono un alloggio popolare resta senza un tetto, abbiamo territori dove si muore per tumore a causa del malgoverno pluridecennale di aree industriali inquinate, abbiamo una banca bancomat del Pd che ha bruciato 50 miliardi di euro e starebbe per mandare a casa 5 mila persone e dovremmo spendere altro tempo sulle dimissioni di Enrico Cantone?". Secondo Galletti "da una parte abbiamo chi sta governando così la Toscana, con errori pagati sulla pelle da ogni cittadino, e dall'altra un consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, dimissionario per un errore che lo Stato fa sanare con 388 euro. Giudichino i cittadini anche alle prossime amministrative da chi si vogliono far governare".

Toscana trasparente, ok proposta di legge di Bugliani(Pd): online i finanziamenti della campagna elettorale e rendiconto attività istituzionale

Obbligo di pubblicazione delle spese per la campagna elettorale, necessità di rendicontare le presenze e i voti espressi nelle Commissioni o in Giunta. Adempimenti che riguarderanno consiglieri regionali, assessori e presidente: tutto dovrà essere online, nella sezione Amministrazione trasparente sul sito internet istituzionale. È ciò che prevede la normativa approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale in materia di trasparenza. La proposta di legge dal titolo Disposizioni in materia di diritto di accesso, di pubblicità e trasparenza per consiglieri regionali, assessori e organi di garanzia. Modifiche alle leggi regionali 5/2008, 40/2009, 55/2014, di iniziativa di Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e presidente commissione Affari istituzionali, è nata dall’esigenza di armonizzare la normativa regionale in materia di trasparenza alla luce delle novità statali ma ha finito per andare oltre rispetto agli adempimenti previsti, rendendo la Toscana ancora più all’avanguardia nel panorama nazionale.

“Quello di oggi è un passaggio politico importante, è stata approvata una proposta di legge che porta la Toscana ancora più avanti rispetto alle altre regioni per quanto riguarda la trasparenza.– ha spiegato Giacomo Bugliani, presidente commissione Affari istituzionali – Una normativa che va anche oltre quanto richiesto da quella statale: la Toscana non partiva da zero, su questo tema  era già virtuosa grazie a una normativa innovativa. Abbiamo voluto così proseguire un percorso già intrapreso e andare decisamente avanti. Ora i cittadini potranno avere reale contezza dell’attività che svolgono i loro rappresentanti istituzionali, potendo consultare sul web presenze in aula, votazioni e tutto ciò che riguarda la loro attività in Giunta e Consiglio. Tutto sarà documentato in maniera chiara e reperibile nella sezione preposta sul sito internet istituzionale. Abbiamo reso più stringente la normativa relativamente alle dichiarazioni patrimoniali, obblighi che, oltre che a consiglieri, assessori e presidente della Giunta, saranno estesi anche agli organi di garanzia; abbiamo inserito anche la necessità di mettere online spese e contributi alle campagne elettorali, una novità. Tutti elementi che rendono la Regione Toscana adesso davvero un unicum a livello nazionale in tema di trasparenza”.

Con la legge regionale 61/ 2012, in Toscana è stata istituita l'Anagrafe pubblica dei consiglieri, del Presidente della Giunta regionale e degli assessori al fine di aumentare la trasparenza delle attività istituzionali. Un provvedimento particolarmente innovativo anche rispetto al panorama della normativa nazionale vigente al momento della sua approvazione. A livello statale ci sono stati nel corso degli ultimi anni ulteriori e significativi sviluppi, in particolare con il decreto legislativo 97/2016 che ha introdotto nuovi adempimenti, nuove modalità di pubblicazione dei dati e nuove tipologie di accesso agli atti, rendendo necessario rimettere mano alla legislazione in materia. Nasce da questo obiettivo la proposta di legge Bugliani che da un lato armonizza le disposizioni emerse dalla normativa statale, dall’altro introduce obblighi di trasparenza ulteriori, quali quelli relativi alla presenza alle sedute della Giunta  e del Consiglio  regionale e alle modalità di voto nell’assemblea e alla necessità di pubblicare i finanziamenti delle campagne elettorale. Gli obblighi di trasparenza inoltre vengono estesi anche a chi ricopre incarichi istituzionali in organi di garanzia; si prevede quindi l’acquisizione e la pubblicazione della documentazione inerente lo stato patrimoniale e reddituale anche  dei titolari di tali cariche. Quanto al tema dell’accesso agli atti, la Toscana ha di fatto anticipato i tempi della legislazione nazionale. Con la legge 40 /2009 infatti riconosceva già il diritto di accesso generalizzato, senza alcuna necessità di darne una motivazione, garantendo quindi maggiore tutela dei cittadini rispetto a quanto previsto a livello statale. La nuova disciplina nazionale dell’accesso civico riproduce la ratio di quella toscana e risulta direttamente applicabile alla Regione; a livello normativo quindi con la legge approvata si procede a una mera uniformazione, venendo meno la necessità di una disciplina regionale differenziata.

Beni confiscati alla mafia: la comunicazione della Giunta

Il sistema informativo dell’Agenzia nazionale ci dice che dalla fine del 2016 “la Toscana ha 392 beni sottratti alla mafia: 52 immobili e 2 aziende già destinate agli usi previsti dalla legge, 296 immobili e 42 aziende da destinare e cioè ancora in gestione presso l’Agenzia”. A 25 anni dalla strage di Capaci, dove Cosa nostra uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo ed i tre agenti della scorta, la Toscana onora la memoria delle vittime con una comunicazione in Consiglio regionale sui beni confiscati alla mafia. Il presidente Eugenio Giani ha chiesto un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime di quella strage e rendere allo stesso tempo onore alle vittime dell’attentato di ieri a Manchester.

È l’assessore regionale Vittorio Bugli a delineare in Aula il quadro aggiornato e la direzione che la Toscana intende seguire sui beni confiscati alla mafia. “È necessario ribadire un principio con forza: i beni confiscati rappresentano una risorsa. La priorità resta il loro utilizzo per finalità di carattere sociale e le aziende per ragioni di carattere produttivo e di sviluppo economico”. La vendita del bene confiscato “deve restare un’ipotesi residuale e fortemente controllata”.

Ed è con questo spirito “che nel 2008, all’indomani della confisca di uno dei beni più rilevanti confiscati a Cosa nostra, l’Azienda agricola Suvignano, la Regione Toscana ne ha chiesto l’assegnazione ai Comuni interessati. La questione purtroppo rimane ancora aperta – prosegue Bugli – e nel luglio del 2016 siamo nuovamente intervenuti, firmando un protocollo d’intesa con il Ministero delle politiche agricole, agroalimentari e forestali e con i Comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo per accelerare il trasferimento della fattoria di Suvignano ai Comuni interessati e, successivamente, costruire un progetto di sviluppo dell'azienda sequestrata, con l’idea condivisa di dare vita ad un progetto pilota di agricoltura sociale. Siamo ancora in attesa di una risposta dall’Agenzia”.

Ora si tratta di accelerare le procedure di assegnazione. L’attuale sistema, spiega l’assessore, “dimostra una serie di limiti piuttosto evidenti: l’Agenzia, in più di un’occasione, ha palesato di non essere in grado di assolvere ai suoi compiti così come previsto dalla normativa”.

Nell’intervento in Aula, Bugli cita la legge Rognoni-La Torre, “che costituisce una pietra miliare nel quadro generale della legislazione antimafia”. Quindi la legge 109, di “alto valore simbolico, che il Parlamento approvò per consentire l’uso per finalità di carattere sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. Dal 2010, anno in cui viene istituita l’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, “un ruolo centrale viene assunto dagli enti locali”.

In questa fase, dice Bugli, “è opportuno che il Consiglio regionale si esprima, occorre riprendere una azione politica, fare pressione perché l’azione di restituzione dei beni alla collettività avvenga nel più breve tempo possibile”.

Al 30 settembre 2015, “ultimo dato complessivo disponibile sul sito dell’Agenzia nazionale, risultavano censiti 17mila 577 beni e 866 aziende, buona parte dei quali risultavano destinati”. Sempre al 30 settembre 2015, in Toscana, “risultavano 170 beni, lo 0,96 per cento del totale nazionale, di cui 40 destinati, pari al 23,5 per cento”. Il dato aggiornato al 2016, come si vede, segnala un forte incremento dei beni confiscati. L’auspicio è che abbiano un seguito “le parole del Ministro dell’interno, Marco Minniti, secondo cui ci sono tutte le condizioni per approvare rapidamente il testo unico antimafia e che sarebbe un peccato mortale se la legislatura si concludesse senza questa approvazione”.

L’assemblea vota all’unanimità, nel prosieguo della seduta, un ordine del giorno presentato dal Partito democratico ed emendato in Aula per sollecitare il Senato ad approvare la nuova normativa per “favorire anche in Toscana il rapido prioritario riutilizzo dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata”.

L’assessore, nella comunicazione, ricorda anche il “lungo elenco di servitori dello Stato che hanno sacrificato la loro vita per combattere la mafia; dai magistrati, alle forze dell’ordine” e il magistrato Antonino Caponnetto, “figura simbolo della lotta alla mafia, che dette vita al pool, la cui attività culminò nel maxi processo di Palermo”. Poi gli anni delle stragi, tra queste la strage di via dei Georgofili, che la Regione ricorderà con una cerimonia venerdì 26 maggio, nella sala Pegaso di palazzo Strozzi Sacrati, “alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso. La commemorazione proseguirà dalle 21 in piazza della Signoria, per poi concludersi in via dei Georgofili”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana

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