I proventi della droga reinvestiti in immobili, alberghi e terreni in Valtiberina: sequestro milionario

(foto gonews.it)

Sequestro preventivo di beni di soggetti del clan Commisso di Gioia Tauro (RC) anche nell'Aretino dopo il provvedimento emesso dal Tribunale di Latina. Le indagini sono nate dai carabinieri del comando provinciale di Latina che nell’ottobre del 2015 hanno dato corso a una misura cautelare in carcere emessa dalla direzione distrettuale antimafia di Roma (operazione “Krupy”) nei confronti del fratelli Crupi assieme ad altri 11, originari di Siderno (RC)  per “traffico internazionale di sostanze stupefacenti”  proveniente dal sud America , transitata per l’Olanda, per poi approdare in Italia .

Parte dei proventi del traffico di droga erano stati reinvestiti illecitamente attraverso le cosiddette 'teste di legno' a cui sono stati intestate società, immobili, appartamenti e conti correnti per una valore stimato di circa venti milioni di euro.

Nella Valtiberina  era stato acquistato con i soldi provenienti dal narcotraffico un noto albergo di Anghiari oltre che terreni ed un appartamento intestati fittizziamente ad un compiacente calabrese residente in Valtiberina da anni. Quest'uomo è risultato punto di riferimento per altri calabresi che avevano interesse ad investire sia nella Valtiberina aretina che umbra. Nella mattinata di oggi i carabinieri del comando provinciale di Arezzo hanno notificato il provvedimento all’attuale titolare della struttura alberghiera.

Il provvedimento ha riguardato anche due terreni seminativi, due corti e due garage, tutti intestati alla stessa società con sede legale a Roma.

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