Il 90% delle scuole a rischio sismico, i dati sono attendibili? Analizziamo la risposta del Ministero

L'articolo-inchiesta de L'Espresso riguardo l'applicazione della normativa antisismica agli edifici scolastici in Italia ha suscitato varie polemiche. gonews.it ha analizzato quei dati (fonte MIUR) in chiave regionale, constatando che l'82% degli edifici scolastici in Toscana sarebbero non a norma, il 90% se si considera l'Empolese-Valdelsa. Visto che sindaci e Amministrazioni locali hanno avanzato osservazioni in merito alla validità dei dati, cerchiamo di fare un po' di chiarezza.

Il Miur ha risposto a L'Espresso con una nota. Nel testo si sostiene che "i dati presenti oggi nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica fanno riferimento alla progettazione degli edifici - se o meno costruiti secondo le più recenti norme antisismiche - e non sono aggiornati, al momento, con i successivi adeguamenti".

Ma il MIUR si contraddice, perché sul 'Portale Unico dei Dati della Scuola' (il sito istituzionale dedicato del MIUR da cui provengono i dati), si legge che l'indicatore riguardante la Progettazione antisismica indica "se l'edificio e' stato progettato o successivamente adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica". Si parla quindi di dati che dovrebbero tener conto di un eventuale 'adeguamento' (che, a quanto pare, non c'è stato). Sostenere che i dati presentati non avrebbero valore perché si riferiscono solo allo stato dell'edificio al momento della costruzione (e quindi l'impossibilità di rispettare norma successive) è smentito, quindi, dal sito del MIUR.

Ma il Ministero 'ridimensiona' i dati che egli stesso ha deciso di rendere noti. Si afferma che questi non sarebbero corretti per valutare il rischio sismico perché incompleti e passa la patata bollente agli Enti locali: "i dati presenti in anagrafe sono inseriti dagli enti locali ai quali compete la gestione degli edifici" e in alcuni casi i dati sono nuovi perché "l'Ente locale competente, al momento dell’inserimento dei dati, non ha indicato nulla". Nella già citata nota del MIUR si afferma poi che "L'Anagrafe è in corso di revisione. Affermare perciò che 9 istituti su 10 non sono antisismici è una semplificazione che rischia di generare un allarme generale immotivato". 

Ma se la cosa stesse davvero così ci sarebbero due ordini di problema: da una parte il Ministero che fa un'analisi sbagliata sullo stato dell'edilizia scolastica (e la rende pubblica), dall'altra gli Enti Locali che, non comunicando i dati, non permettono al Ministero di fare una diagnosi della situazione (e pianificare un piano di intervento). È quindi auspicabile che il Ministero aggiorni velocemente l'Anagrafe e valuti se la 'diagnosi' necessita di una cura o meno.

Passiamo al dato tecnico. Il Ministero scrive che: "Il dato sulla progettazione inoltre non equivale a quello sulla sicurezza o sull’adeguamento sismico. Ma soprattutto non è presente in Anagrafe il dato sulla vulnerabilità sismica degli edifici che è quello che serve per stabilire o meno la sicurezza di un edificio in caso di sisma". Siamo d'accordo su una cosa: è ovvio che non si deve tenere conto, per ciò che riguarda edifici di vecchia costruzione, dei dati di progettazione: un edificio di 60 anni fa non può avere le stesse modalità di costruzione di uno moderno. Il documento a cui si deve far riferimento è appunto la 'vulnerabilità sismica' o ancor più precisamente la valutazione di 'rischio sismico' che, a differenza della prima, prende in considerazione le caratteristiche del territorio in cui si trova l'edificio. Questo è il documento che accerta la sicurezza dell'edificio.

Ma se questo studio avesse esito positivo indicherebbe che vengono garantiti gli stessi standard di sicurezza di un edificio nuovo conforme alle Norme tecniche per le costruzioni (NTC), ovvero il documento a cui si fa riferimento. Quindi se il dato sull'edificio scolastico 'X' in mano al Ministero fosse 'aggiornato' con un indice positivo (1,>1) dovrebbe anche essere 'adeguato' alle NTC. L'incongruenza o la non sovrapposizione tra parametri di un edificio vecchio e le NTC è quindi falsa. Il Ministero dovrebbe quindi chiarire meglio su che base i dati presentati stabiliscono la conformità alla normativa tecnica di costruzione antisismica e che tipo di analisi degli edifici è stata fatta.

Insomma in mancanza dei dati (non aggiornati, poco chiari o inesistenti che siano) possiamo solo constatare quanto comunicato dal Ministero e fotografare una situazione preoccupante.

Concludiamo con una precisazione. Le NTC indicano come valutare la sicurezza delle costruzioni esistenti e specificano quali sono i valori minimi di sicurezza da raggiungere in caso di trasformazioni dell'edificio e come raggiungerli. Questo significa che il fatto che alcune scuole non le rispettino non equivale a dire che sono a rischio imminente di crollo. Il dato va valutato caso per caso ed è un primo passo fondamentale per decidere dove e come intervenire.

Se le Amministrazioni locali possono certificare edifici sicuri è un bene, magari sarebbe giusto informare anche il Ministero. È paradossale che il MIUR non sia in possesso di dati aggiornati sullo stato dell'edilizia scolastica: questo implica che l'Ente è di fatto impossibilitato a pianificare una strategia intervenendo sui casi certificati più a rischio. La domanda quindi è lecita: su che base il Ministero programma gli investimenti per la sicurezza antisismica?

Ci sarebbe infine da fare un discorso ampio sui 2 miliardi di finanziamenti per la sicurezza delle scuole che il Governo avrebbe fatto dal 2014 (e ampiamente citato nella nota del MIUR), ma ci limitiamo a chiedere quanti di questi 'finanziamenti' siano stati effettivamente realizzati e quanti siano rimasti sulla carta.

Giovanni Mennillo

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