Sanità, a Milano la presentazione dei risultati 2016 del 'Network delle Regioni'

Il sistema di valutazione delle performance sanitarie, adottato in maniera volontaria e condiviso da 11 Regioni e due Province autonome nel “Network delle Regioni”, giunge alla presentazione dei dati 2016 con contenuti e approcci innovativi per rispondere alle sfide e ai bisogni dei sistemi sanitari regionali. Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Province autonome di Bolzano e di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia sono le Regioni e Province autonome che condividono il sistema di valutazione delle performance sanitarie, sviluppato dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) del Sant’Anna di Pisa, e che oggi presentano, insieme ai ricercatori del Laboratorio MeS, in collaborazione con i colleghi del CRISP (Centro di ricerca interuniversitaria per i servizi di pubblica utilità) dell’Università Bicocca di Milano e del DIBINEM (Unità di supporto metodologico e statistico alla ricerca biomedica e sui servizi sanitari) dell’Università di Bologna, i risultati di performance del 2016, monitorati attraverso più di 300 indicatori, dei quali 139 con una valutazione associata.

Il Laboratorio MeS, sotto la supervisione scientifica di Sabina Nuti, svolge il ruolo di agenzia di “benchmarking”, supportando le Regioni nella definizione degli indicatori, nella verifica metodologica della congruenza dei risultati e nell’integrazione del sistema di valutazione con i meccanismi di governo regionale della sanità. Le Regioni che aderiscono al network definiscono in maniera congiunta le fasce di valutazione e sono responsabili dell’elaborazione e del caricamento dei dati sulla piattaforma messa a disposizione dal Laboratorio MeS del Sant’Anna. Accanto agli incontri periodici per discutere i risultati, per studiare le pratiche migliori e le strategie adottate dalle Regioni, sono costituiti gruppi di lavoro che si concentrano su tematiche definite, per analizzare le politiche e per identificare i nuovi indicatori da aggiungere.

Il sistema di valutazione si propone, con i risultati presentati oggi a Milano, di supportare i processi di innovazione e di cambiamento organizzativo adottati dalle Regioni, sia in una prospettiva multidimensionale (tra le altre dimensioni prese in considerazione: le strategie regionali, la valutazione economico-finanziaria e quella interna) di valutazione del valore prodotto per ogni euro speso, attraverso il “bersaglio”, sia seguendo il percorso di cura che il paziente percorre attraverso i diversi setting assistenziali del sistema sanitario, attraverso una rappresentazione innovativa (il “pentagramma”). L’obiettivo di questa innovazione nella reportistica della valutazione è superare i confini organizzativi delle singole strutture a favore di una visione complessiva dell’andamento dell’intero percorso di cura, partendo dalla prospettiva del paziente.

Per la prima vola, l’andamento delle performance dei sistemi sanitari regionali dell’Italia è stato valutato rispetto alle performance europee, per porre obiettivi più sfidanti. Per l’Italia emergono così aspetti per i quali i ricercatori sottolineano la necessità di un miglioramento

La lettura in termini comparativi delle performance delle Regioni mostra, ad esempio, una difficoltà generale nel rispondere agli standard relativi alle coperture vaccinali. Un altro elemento critico per quasi tutte le Regioni è l’attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici oncologici, in particolare per i tumori alla prostata, all’utero e al colon.

Nonostante gli aspetti sui quali è ancora possibile lavorare, la performance generale delle Regioni del Network continua a migliorare. C’è stato, ad esempio, un complessivo miglioramento nei livelli di appropriatezza. Riguardo all’ospedalizzazione di pazienti affetti da malattie croniche, i trend dei tassi di ricovero per diabete, per BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e per patologie sensibili alle cure ambulatoriali mostrano come in diverse Regioni si stia lavorando sulla gestione delle cronicità sul territorio, migliorando la performance nel tempo.

Resta ancora alta la variabilità intra-all’intero della singola regione e tra Regioni ma risultano diversi casi significativi di evidente miglioramento. Un esempio è quello della Regione Puglia che, entrata nel Network delle Regioni in contemporanea con la Lombardia, ha visto le sue performance migliorare in modo evidente: quasi il 52 per cento degli indicatori indica un trend positivo rispetto al 2015.

“Lo scopo del sistema di valutazione non è, infatti, quello di fare graduatorie o stilare pagelle –sottolinea Sabina Nuti, coordinatrice scientifica del Laboratorio Management e Sanità del Sant’Anna di Pisa e del sistema di valutazione del ‘Network delle Regioni’ - ma di condividere un sistema per evidenziare punti di forza da cui apprendere e punti di debolezza sui quali intervenire. Il sistema di valutazione nel suo complesso è finalizzato ad attivare un percorso di confronto e apprendimento condiviso all’interno di ogni Regione e tra le Regioni, per individuare opportunità di cambiamento nella pratica clinica e nei processi organizzativi aziendali che possono fare la differenza nella qualità dei servizi”.

“Il confronto con gli altri soggetti appare quindi un metodo di lavoro fondamentale – prosegue Sabina Nuti - per imparare ma anche per dar conto delle proprie azioni ai cittadini, in maniera trasparente e pubblica. La partecipazione al sistema di valutazione e la condivisione dei risultati è un atto volontario di grande trasparenza e capacità di rendicontazione da parte delle Regioni”.

Fonte: Scuola Superiore Sant’Anna - Ufficio Stampa

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