Otto carabinieri arrestati in Lunigiana: 104 capi di imputazione

Centoquattro capi di imputazione per otto militari delle caserme di Aulla e di Albiano Magra, in provincia di Massa Carrara. L'inchiesta resa nota a marzo riguarda condotte irregolari, praticate con "diffusività e normalità", secondo quanto affermato dal procuratore Aldo Giubilaro. L'inchiesta era partita dalla denuncia di una persona italiana, sette mesi fa, ed è stata condotta dal pm Alessia Iacopini. Attraverso indagini che hanno previsto anche l'uso di intercettazioni ambientali e telefoniche, si sarebbe costruito l'impianto accusatorio. I reati contestati sarebbero quelli di lesioni, falso in atti, abuso d'ufficio, rifiuto di denuncia, sequestro di persona, violenza sessuale, possesso di armi. Le esigenze cautelari sono state chieste dal gip per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione dei reati. Due episodi chiave: una violenza sessuale e un sequestro di persona di una persona trattenuta in camera di sicurezza.

Tra gli otto carabinieri uno di questi, un brigadiere di Aulla, è finito in carcere. Per un maresciallo comandante è arrivato un doppio provvedimento, ossia il divieto di dimora in provincia e la sospensione da pubblici uffici. Gli altri sei sono ai metà ai domiciliari e metà con divieto di dimora.

Al momento le stazioni dei carabinieri della Lunigiana stanno lavorando a forza lavoro ridotta.

Il primo marzo di quest'anno il procuratore capo Aldo Giubilaro affermò che l'inchiesta era "circoscritta a pochi militari e a pochi episodi specifici". Quest'oggi invece ha affermato che sarebbero vari episodi legati a presunte irregolarità.

Si tenne successivamente una manifestazione di solidarietà per i carabinieri ad Aulla. Sindaci, amministratori, dirigenti di partito parteciparono senza però bandiere, chiedendo sostegno per il corpo militare.
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