Non prendiamo lezione di coerenza da nessuno, nemmeno dagli amici della Filcams Cgil con cui abbiamo sempre avuto e spero continueremo ad avere un leale rapporto di collaborazione sulle dinamiche di sviluppo ed occupazione del territorio.
Come tutti sanno, siamo stati i primi, già nel 2011, dopo il “Far West” orari introdotto dal Governo Monti a vedere in questo provvedimento una sorta di indebito “aiuto di stato” alla GDO.
E cosi poi effettivamente è stato, con gli ultimi anni in cui, grazie anche a questo provvedimento, la Grande Distribuzione è cresciuta a discapito del commercio tradizionale.
Ecco perché lanciammo, a suo tempo, anche assieme alla CEI e Unicoop Firenze, la campagna Liberaladomenica con l’obbiettivo che, ancora naturalmente condividiamo, di reintrodurre alcune minime ma fondamentali regole di programmazione degli orari di vendita, senza le quali, anche le vicende territoriali di questi giorni lo dimostrano, ogni tentativo di forzatura della situazione resta vano.
Ecco, su questo versante continueremo a lavorare chiedendo a gran voce a tutti i tavoli istituzionali competenti (compreso quello dell’Unione di Comuni) di lavorare affinché si possa ristabilire un quadro di regole chiaro e possibilmente condiviso tra tutti i soggetti in causa.
Senza questo strumento, chiederci, come fa oggi la Filcams, di snaturare la nostra funzione di rappresentanza per mettere bocca nelle dinamiche e scelte imprenditoriali delle aziende, lascia il tempo che trova e serve soltanto ad alimentare inutili divisioni.
Fonte: Ilaria Scarselli, Presidente Confesercenti Empolese-Valdelsa
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