Sdoppiamento. Una prospettiva nuova per l’Europa, Sergio Fabbrini

Il progetto comunitario nato nel 1957 ebbe come proposito principale quello di superare la limitatezza degli stati nazionali, che tante tragedie aveva prodotto con le due guerre del Novecento, con un’Unione superiore di carattere economico, nella convinzione che senza una crescita diffusa non si sarebbero potute porre le basi per un’ulteriore integrazione di carattere politico. Fu con Maastricht nel 1992 che tale progetto acquisì un carattere politico e non puramente economico. Ciò ha comportato un progressivo ampliamento delle materie che l’Unione ha trattato.

Mentre, però, la materia economica continuò ad essere affrontata secondo un approccio sovranazionale, le altre politiche strategiche hanno ricevuto un trattamento orchestrato più da una modalità di accordi multilaterali tra governi europei. Secondo l’autore, tale modalità si è rivelata altamente inadeguata a gestire la governance dell’Unione davanti alle eccezionali sfide, di ordine economico ed umanitario, che l’ultimo decennio le ha messo davanti. Tutto ciò con il risultato di rendere il processo decisionale meno autorevole e più frammentario e condizionato dalle esigenze contingenti dei governi europei più forti. Col risultato, doppiamente negativo, di togliere prerogative ai singoli governi nazionali senza creare una democrazia sovranazionale.

La soluzione a questa impasse viene vista nella creazione di un doppio binario di integrazione: uno più avanzato, di carattere federale, tra gli stati che hanno forti e radicate motivazioni ad integrarsi politicamente, ed uno più “leggero”, di carattere meramente economico, per gli stati che non hanno prospettive di integrazione ulteriori, uno “sdoppiamento”, appunto.

Tutte le notizie di Empoli

<< Indietro
torna a inizio pagina