Stadio, le opposizioni: "Il sindaco Filippeschi evita la discussione pubblica"

foto d'archivio

Nel 2009, quando fu approvata una variante al regolamento urbanistico che prevedeva il nuovo stadio a Ospedaletto e residenze al posto dell’Arena presentammo un ricorso al TAR contro questa decisone: il TAR bocciò il nostro ricorso, ma il tempo ci ha dato ragione.

Il 20 aprile del 2017 il nostro gruppo consiliare ha presentato un emendamento alla variante di monitoraggio con cui si proponeva di cancellare la previsione urbanistica per la realizzazione del nuovo stadio ad Ospedaletto, su cui l'amministrazione negli scorsi anni aveva fatto una vera e propria campagna di propaganda. Secondo noi, infatti, non solo quelle previsioni era profondamente sbagliate, ma anche del tutto irrealizzabili: e ancora sono i fatti a darci ragione.

In quella occasione la maggioranza bocciò la nostra proposta difendendo la validità dello spostamento a Ospedaletto dello stadio, anche se poi sui giornali il sindaco interloquiva quotidianamente con la nuova proprietà del Pisa Calcio sul progetto per l'ammodernamento dell'Arena Garibaldi. Non solo, a questo si aggiungono le dichiarazioni dell’ex assessore Sanzo che sostiene che lo stadio deve rimanere l’Arena. Bene! Ma Sanzo dovrebbe spiegare alla città perché non ha tradotto questa volontà in atti amministrativi, visto che ha governato per ben quattro anni!

E proprio sul nuovo progetto dell’Arena Garibaldi nelle ultime settimane siamo intervenuti più volte perché le commissioni competenti e il consiglio comunale siano coinvolti e venga data loro tutta la documentazione presentata dalla società, ma ad oggi invece Sindaco e Giunta preferiscono portare avanti una trattativa con Corrado senza coinvolgere l'assemblea elettiva della città che è tenuta a decidere al riguardo. A questo si aggiunge che anche quest'anno per motivi inspiegabili il campionato inizierà senza che sia stata sottoscritta la convenzione tra il Comune e la società per l'utilizzo dell’Arena. Eppure abbiamo tutti fresco nella memoria il disastro prodotto dalle forzature dell’anno scorso…

Crediamo che la discussione debba essere complessiva e si deve incentrare su come si intende gestire questo patrimonio pubblico per massimizzarne l’utilità per la squadra del Pisa e una più ampia possibile fruizione della città e quali siano gli strumenti più adatti: e successivamente, alla luce di questi indirizzi, valutare i progetti presentati dalla proprietà. Progetti speculativi, che servono solo da garanzia per i finanziamenti bancari non ci interessano, progetti volti alla riqualificazione di un quartiere e al rilancio del Pisa Calcio e di tutto il movimento sportivo di base saranno ben accetti.

Ma quanto accaduto negli ultimi giorni aggiunge un ulteriore elemento di gravità: abbiamo infatti letto sulla stampa una nota dell'Ordine degli architetti a firma della sua presidente provinciale Patrizia Bongiovanni.

Non vogliamo entrare nel merito delle posizione dell'ordine ma non possiamo non rilevare ormai un cortocircuito insostenibile che vede coinvolto il Partito Democratico: la presidente dell'ordine degli architetti è anche la vicecapogruppo del Pd in Consiglio Comunale e membro della commissione urbanistica.

Siamo davanti ad un conflitto tra ruoli istituzionali a nostro avviso palese e imbarazzante, che in qualsiasi altra città farebbe gridare allo scandalo. Non entriamo nel merito del profilo politico e professionale della consigliera Bongiovanni, che gode della nostra stima personale, ma qui siamo ad una commistione di interessi che non è sopportabile.

Invitiamo la consigliera Bongiovanni a fare una scelta e a decidere se proseguire nella carica di consigliere comunale o intraprendere quella di Presidente dell'ordine. Siamo di fronte ad un fatto che può diventare un brutto precedente, ci auguriamo che il buon senso e l'intelligenza della consigliera Bongiovanni e del Partito democratico porti rapidamente a sciogliere questa situazione.

Fonte: Ciccio Auletta, Marco Ricci, Gruppo consiliare Una città in comune - Partito della Rifondazione Comunista

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