Tentata rapina in gioielleria, fermati i complici di Simone Bernardi

Marco Carciati, Gabriele Kiflé e Daniele Masi

Andrea Kifflé, Marco Carciati e Daniele Masi: tutti e tre sottoposti a fermo, tutti e tre complici di Simone Bernardi, il rapinatore ucciso durante il tentativo di mettere a segno una rapina nella gioielleria di Daniele Ferretti. Il fatto avvenne martedì 13 giugno.

La nota del Comando Provinciale dei Carabinieri di Pisa

Lo scorso martedì, alle prime luci, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Pisa, insieme ai militari di Aprilia (LT) e Pomezia (Roma), hanno eseguito tre fermi di indiziato di delitto, a carico di altrettanti soggetti, indagati in qualità di complici del deceduto rapinatore Simone Bernardi, caduto a esito di un cruento conflitto a fuoco, ingaggiato all’interno della gioielleria Ferretti di Pisa, lo scorso 13 giugno.
Le indagini, dirette dal Sostituto Procuratore Paola Rizzo e condotte dai carabinieri del Comando Provinciale di Pisa, hanno permesso di ricostruire le dinamiche precise del tentativo di rapina e di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un proprio ruolo. Marco Carciati era il palo, mentre all’interno del negozio, oltre al Bernardi, era entrato Gabriele Kiflè, che aveva anche sparato con un’arma modificata. Daniele Masi ha avuto invece un ruolo, soprattutto nella fase preparatoria e nella fuga immediatamente successiva, avendo accompagnato il Kiflè da Aprilia e finanche all’esecuzione di uno specifico sopralluogo, il 12 giugno, funzionale alla rapina. Subito dopo il tentativo di rapina, il sodalizio, privo del defunto Bernardi, si è ritrovato in un circolo ricreativo cittadino, dove già si era incontrato i giorni precedenti ai drammatici fatti. Il circuito di videosorveglianza del circolo, insieme a quello della gioielleria, hanno permesso di consolidare le risultanze investigative sui componenti del commando.
In fase di convalida dei fermi, i tre Giudici competenti per territorio (Pisa, Latina e Velletri), hanno emesso l’ordine di custodia cautelare in carcere a carico di tutti e tre i fermati, per i comprovati gravi indizi di colpevolezza in relazione a tutti i reati contestati: rapina tentata, tentato omicidio, porto illegale di armi, ricettazione (della macchina rubata, rinvenuta all’esterno della gioielleria), in concorso. Al momento, i tre indagati sono ristretti nelle Case Circondariali di competenza.

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