Festival del Teatro Romano di Volterra, primo bilancio della manifestazione

Bilancio ampiamente positivo per la prima parte del Festival internazionale del Teatro Romano di Volterra, che si è conclusa ieri sera con “Agamennone” di Eschilo. Ci sono stati teatri pieni, come per lo straordinario Lindasy Kemp al Persio Flacco o per “Romeo and Juliet” di Alberto Canestro, nello spazio magico del Teatro Romano e anche altri afflussi importanti di spettatori, ad accompagnare tutte gli altri appuntamenti, dal “Caligola” di Aurelio Gatti a “Edipo” di Cinzia Maccagnano, dai monologhi al femminile di Andrea Buscemi ad “Agamennone” di Open Doors.

La seconda parte inizierà il 31 luglio e si concluderà l'8 agosto con lo straordinario spettacolo evento di Patrizia Ciofi, la soprano che da tempo calca con grande successo le scene francesi e che per il pubblico del Teatro Romano si cimenterà in un vero e proprio esperimento scenico, intitolato “La sposa e i suoi carnefici” di Natalia Di Bartolo, un viaggio nel teatro, non solo nel repertorio lirico, dedicato alla donna e alle sue vicende di sangue, da “Otello” a “Lucia di Lammermoor”. La parte recitativa sarà retta da Simone Migliorini, che curerà anche la regia della serata.

Per parlare di tutto questo ci siamo rivolti ad Andrea Mancini, il direttore artistico della manifestazione, perché tracciasse un primo bilancio. Mancini è partito dal sottolineare il ruolo di mecenate della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, ma anche quello dell'Amministrazione comunale, “che per la prima volta – ha detto  – entra, a tutti gli effetti, nell'organizzazione del Festival, contribuendo in modo significativo. Ma risolutivo è stato anche l’intervento e la condivisione della Società chimica Larderello e la generosità di altri sponsor come Unicoop Firenze, Knauf, Cassa di Risparmio di Volterra SpA.  Ma l'elenco dovrebbe essere molto più lungo – conclude Mancini – perché dovremmo includere anche altri partner, come il Consorzio Turistico e la Pro Volterra, e almeno Volterra Jazz, la Pro Pomarance e la Filarmonica Puccini,  con i quali condividiamo il progetto  “Festival dei Festival”, presentato alla Fondazione Cassa”.

Insomma è come se, dopo quindici anni di impegno, “il Festival del Teatro Romano avesse raggiunto una sua maturità, riuscendo tra l'altro ad operare anche in altre parti della città, oltre che nel suggestivo Teatro Romano e nel Teatro Persio Flacco. Infatti ecco gli eventi in piazza dei Priori, come l'erezione di un monumento effimero a Vittorio Gassman (tra l'altro al centro di una divertente polemica sui social network), ma anche la Pinacoteca Civica e il Museo Guarnacci, dove ha avuto luogo, l'intenso incontro con Simona Maggiorelli, la direttrice della rivista Left, autrice anche di un libro: “Attacco all'arte. La bellezza negata”, che a Volterra ha suscitato un ampio dibattito”.

Un dibattito che ha coinvolto anche Marco Buselli, il sindaco che, dietro stimolo del conduttore della serata, ha raccontato gli interventi che sono stati fatti al Guarnacci, “che non producono comunicati stampa o nastri inaugurali”, ma che sono appunto essenziali per la salvaguardia del patrimonio artistico e “perché la città rimanga se stessa”.

In fondo è questo che chiede la Maggiorelli. “Non dovete svendere Volterra al turismo di massa, quello che vorrebbe riunire in unica stanza tutti i capolavori, così le visite possono essere più brevi. Che davanti alla scritta pinacoteca storce il naso, e invece acclama il cartello dove è segnalata una paninoteca!”

 

“Il nostro impegno, giocato intorno al Teatro Romano – conclude Simone Migliorini – ha in fondo sempre cercato questo.  Magari è più semplice costruire un pubblico che non pensa e ride delle battute grasse di un volto televisivo. Il nostro è forse un teatro più di nicchia, anche se duemila anni fa tutti i volterrani andavano a teatro, proprio in quello stesso luogo. Questo certo qualcosa vuol dire, secondo noi il nostro, come  quello appunto che promuoveva Gassman, già tra la fine degli anni 50 e i primi 60, dentro il suo Teatro Circo, è il vero teatro popolare”.

Fonte: Ufficio Stampa

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