Ospedale Serristori, Cobas ancora all'attacco su cronoprogramma e patti territoriali

L'ospedale Serristori

In qualità di delegati RSU COBAS P.I. USL Toscana Centro abbiamo appreso che dal 1 di ottobre 2017 su disposizione dell’Azienda USL Toscana Centro e delle Direzioni Sanitarie e Dipartimentali gli anestesisti e i chirurghi del presidio ospedaliero Serristori, nel rispetto degli istituti contrattuali, sino ad oggi ignorati dall’Azienda, non dovranno effettuare più la pronta disponibilità nei pomeriggi dei giorni feriali. La disposizione troverebbe la sua “ratio” se al riallineamento contrattuale avvenisse il potenziamento del personale medico da anni atteso in modo da garantire in sicurezza le attività sanitarie specialistiche che con tale istituto venivano erogate Ma così non è poiché la disposizione emanata dall’Azienda interviene su un presidio ospedaliero fortemente indebolito dalla presenza di professionisti sanitari capaci di affrontare le emergenze, le urgenze, le acuzie e le criticità. Ricordiamo che sul presidio ospedaliero insiste da anni una riduzione delle prestazioni di chirurgia generale a favore di una piccola interventistica di tipo ambulatoriale e che così facendo non resterebbe altro che attendere la chiusura di ciò che rimane della Day Surgery, poiché senza chirurghi e anestesisti non si va da nessuna parte. Sale operatorie volutamente sottoutilizzate, ortopedia ridotta a”all’osso” all’Ospedale Serristori e implementazione della stessa presso la clinica privata Frate Sole che ha visto incrementi di attività ortopediche sottratte al presidio pubblico.
Permane nel frattempo il blocco, da parte del 118, degli accessi al Pronto Soccorso di utenza con bisogni chirurgici per disposizioni aziendali. Mentre la sub intensiva, dopo la relazione di un organo aziendale, si è vista ridotta velocemente di 1 posto letto, mentre non decollano i lavori di messa in sicurezza del reparto di area critica. Drammatica è la condizione dell’endoscopia, che da fiore all’occhiello del presidio Serristori, portata avanti da un unico specialista è stata affidata alla gestione di un pool variegato di professionisti - per 2 gg dai chirurghi, 2 gg da un medico con contratto a tempo determinato e 1 giorno da un medico di presidio. Come non guardare con sospetto a questa riorganizzazione aziendale che interviene sul presidio ospedaliero Serristori al termine di un periodo di riduzione delle attività e tagli dei posti letto – le chiusure estive - se non come un preludio di una progressiva trasformazione del Serristori in megapoliambulatorio dove verranno effettuati piccoli interventi di day surgery (vedi la cataratta dell’oculistica o i tunnel carpali della mano) affiancati da reparti geriatrici di lungodegenza ovverosia da ospedale per acuti che si occupava delle urgenze a struttura socio sanitaria .

Sicuramente Commissario e direzioni cercheranno come al solito di rassicurare le Amministrazioni Comunali che non si tratta di smantellamento ma di un ulteriore potenziamento dell’offerta anestesiologica e chirurgica, affermazione che smentiamo nel modo più categorico. Perché i fatti stanno a dimostrare il contrario, a dimostrazione di ciò che affermiamo è la scomparsa o quasi della cardiologia ospedaliera . Dove è finito il crono programma sugli interventi attesi e mai realizzati, che fine hanno fatto i progetti per la riqualificazione, messa in sicurezza e rilancio del presidio ospedaliero? Non ci convincono i sabati della salute, realizzati scientemente dall’azienda nel Comune di Figline Incisa con lo scopo di rassicurare la popolazione che il servizio sanitario pubblico c’è e mostra buona salute. Ancora una volta chiediamo ai sottoscrittori del patto territoriale, se tutto quello che sta avvenendo, aderisce pienamente a quello che hanno firmato nel lontano 2013 e quanto di quello è stato realizzato. Come delegati RSU COBAS P.I. ci attendiamo risposte concrete, pronti se occorre a chiamare ancora una volta alla mobilitazione lavoratori, cittadini, associazioni democratiche e forze politiche che hanno sempre difeso l’Ospedale Serristori e il diritto alla salute.

Fonte: Cobas

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