Pfas: cosa sono, perché se ne parla, quali rischi nel Comprensorio del Cuoio

I recenti casi in Veneto hanno riportato alla luce uno studio del Cnr in Toscana, nella Zona del Cuoio: ecco di cosa si tratta


Il problema dei Pfas colpisce il Nord Italia, e da anni è noto anche in Toscana, per la precisione a Santa Croce sull'Arno. È degli ultimi giorni la notizia della concentrazione altissima di Pfas nel Vicentino, ma bisogna fare chiarezza e fare qualche passo indietro, senza cadere in allarmismi.

Cosa si intende per Pfas? Innanzitutto il termine Pfas determina le sostanze perfluoroalchiliche, dei composti chimici che le industrie usano perché rendono i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi.

Dove si possono trovare? Nei rivestimenti delle pentole, nella cera dei giacconi, nei contenitori per il cibo, nei tessuti e, particolare che interessa Santa Croce, nella filiera delle pelli. Sono molto difficili da 'degradare' grazie alla loro struttura che in chimica si indica con catena alchilica idrofobica completamente fluorurata .

Dov'è che si accumulano? La risposta è banale: nell'ambiente. Attraverso l'acqua e il cibo si diffondono negli organismi viventi, tra cui gli uomini. Seguono una sorta di catena alimentare: se un bovino è infetto e noi mangiamo la sua carne, ecco che gli Pfas passano nel nostro organismo.

Quali sono i rischi dei Pfas? Qui si apre una parentesi medica molto ampia, basti sapere che la grande concentrazione è dannosa e la prolungata esposizione ai Pfas porta a patologie gravi come i tumori: quelli ai reni e ai testicoli sono i  più diffusi, ma si parla pure di malattie della tiroide e colite ulcerosa. In più possono dare grossi problemi al feto se l'esposizione riguarda la gravidanza.

Le sostanze perfluoroalchiliche sono al centro di una proposta di legge in Veneto grazie al presidente regionale Luca Zaia. Gli ultimi casi nei pressi di Vicenza, dove la concentrazione nel sangue di Pfas ha raggiunto numeri clamorosi, hanno portato Zaia a una decisione storica: a La Repubblica il presidente ha dichiarato di voler ridurre drasticamente i limiti e di portarli al pari di quelli in Svezia.

La Toscana viene toccata dal fenomeno Pfas. In passato è successo in maniera indiretta, ma ora torna in auge uno studio del Cnr. Era il 2013 e le acque dell'Arno vennero monitorate da cima a fondo. Dall'analisi emerse che a Santa Croce sull'Arno si registrava il più alto livello di concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche.

Per ora non sembrano esserci troppe preoccupazioni, ma i Pfas sono presenti eccome a Santa Croce sull'Arno. Anche se la percentuale di Pfas nell'acqua dell'Arno venne indicata a Santa Croce, il fenomeno riguarda (o riguardava, visto che lo studio è di quattro anni fa) anche comuni limitrofi come Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno, Fucecchio o San Miniato.

Bisognerà valutare se gli inquinanti sono o no un problema per la salute. In Veneto l'analisi del sangue su alcuni quattordicenni ha fatto suonare il campanello d'allarme; nella Zona del Cuoio non si registra l'inquinamento record delle province di Rovigo, Padova e Vicenza, ma comunque il livello di guardia è piuttosto alto.

Gianmarco Lotti

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