Tragedia alla Revet di Pontedera: operaio di Montopoli muore schiacciato dalla pressa

Fabio Cerretani, operaio cinquantaquattrenne di Montopoli in Val d'Arno, è morto nella mattinata di oggi, sabato 23 settembre, per un brutto incidente sul lavoro. L'uomo stava lavorando alla Revet di Pontedera, nota azienda specializzata nella raccolta e selezione dei rifiuti della raccolta differenziata, quando è stato schiacciato da una pressa.

L'incidente è avvenuto poco prima delle 8.00 di stamani. Fin da subito sono parse molto gravi le condizioni dell'operaio, che stava effettuando un'operazione a un macchinario industriale assieme a un collega. Quest'ultimo è ancora sotto shock. Probabilmente un malfunzionamento della pressa ha causato l'incidente.

La dinamica dell'incidente è ancora da chiarire e da ricostruire, si sa solo che Cerretani è morto pochi minuti dopo l'incidente. Sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco di Cascina assieme alle forze dell'ordine e ai tecnici della medicina del lavoro. Presenti anche i sanitari inviati dal 118, in particolare l'ambulanza della Pubblica Assistenza di Pontedera. Il macchinario è stato posto sotto sequestro dall'Autorità Giudiziaria.

Il comunicato del sindacato generale di base

"Apprendiamo dalle agenzie di stampa la notizia della morte di un lavoratore a Gello di Pontedera. In soli 7 mesi,in Toscana, sono stati ben 42 i morti sul lavoro e centinaia gli infortuni, numerosi dei quali con danni permanenti e invalidanti.

La Toscana non è un'isola felice, al di là delle mere statistiche registriamo un elevato numero di infortuni e di morti  in ogni settore, non solo quello industriale.

Le cause sono innumerevoli, dalla assenza di controlli, derivanti dai tagli governativi che hanno ridotto gli organici degli uffici tecnici asl, al mancato rispetto delle normative inerenti la  salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

A livello mediatico, al di là delle statistiche, non c'è la dovuta attenzione al problema, intanto si continua a lavorare con paghe orarie sempre più basse e i costi relativi alla sicurezza ridimensionati o addirittura omessi per non aumentare i costi degli appalti e delle lavorazioni..

.In attesa di conoscere le dinamiche dell'incidente, vogliamo ricordare che non c'è niente di accidentale dietro morti e infortuni sul lavoro,

Dovremo capire se la macchina era in possesso di tutte le misure di protezione previste, guardare al documento di valutazione del rischio ma soprattutto alle condizioni di lavoro, del resto  non vorremmo piu', in futuro,  ripetere che la cultura della sicurezza è un valore aggiunto e non una fonte di spesa.

Non impariamo mai dagli errori precedenti, tralasciamo le linee guida sull'uso dei macchinari e intensifichiamo i ritmi e i tempi del lavoro. Questa situazione è del tutto inaccettabile ed è alla base degli infortuni e delle morti sul lavoro".

Il cordoglio di Giani

Cordoglio è stato espresso a nome personale e di tutta l’assemblea, dal presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, appresa la notizia della morte dell’operaio di Montopoli Valdarno (Pisa), schiacciato da una pressa, alla Revet di Pontedera.

“Questa drammatica vicenda – ha detto il presidente - deve spingere ancora di più le istituzioni a tutti i livelli e per le rispettive competenze ad impegnarsi per la sicurezza sul lavoro che rappresenta la priorità assoluta rispetto ad ogni altro valore”.

“Quella delle morti bianche – ha concluso Giani- è un’emergenza nazionale che deve rimanere costantemente all’attenzione di tutti. Le istituzioni non devono abbassare la guardia”.

Rossi: "Morte inaccettabile"

"Dolore e sconcerto per un'altra terribile morte sul lavoro". Così il presidente Enrico Rossi stamani appena appresa la notizia della morte dell'operaio che ha perso la vita mentre stava lavorando alla Revet di Pontedera (PI), l'azienda specializzata nella raccolta e selezione dei rifiuti.

"Troppe le vite spezzate durante i turni di lavoro – ha proseguito Rossi – Le conquiste che sembravano acquisite sulla sicurezza e la tutela del lavoratori mentre svolgono la loro attività non sono più tali. In Italia negli ultimi sette mesi sono morte sul lavoro quasi tre persone al giorno. Per la prima volta da venticinque anni, da gennaio a oggi, le morti bianche sono aumentate più del 5%. È riduttivo ricondurre questi drammatici dati a una ripresa dell'economia in base alla quale più si lavora più si rischia l'infortunio.

Da parte di alcune imprese sono invece mancati spesso gli investimenti, sia nella formazione che nella sicurezza, percepiti come costo inutile. Ed è anche così che la crisi ha lasciato il segno.

Nonostante l'aumento dei ritmi produttivi e la precarietà delle condizioni di lavoro si è abbassata la guardia. E questo non possiamo né dobbiamo accettarlo.

Attenderemo gli accertamenti dovuti che faranno luce sull'atroce perdita, sulle cause tecniche e sui responsabili del gravissimo incidente. La Regione da parte sua, farà tutte le verifiche necessarie.

Alla famiglia, agli amici ed ai colleghi di Fabio Cerretani - ha quindi continuato Rossi - esprimo la mia più sincera vicinanza e solidarietà".

"La Regione Toscana - ha poi concluso il presidente - sta facendo ogni sforzo ma chiediamo lo stesso impegno alle imprese, al sistema produttivo e alle altre istituzioni; non possiamo arrenderci. Stiamo investendo risorse importanti ed anche uomini e mezzi per arginare la piaga delle morti sul lavoro.

Da qui al 2020 stanzieremo in totale 8 milioni di euro per la sicurezza dei lavoratori e sui luoghi di lavoro ma le azioni per la prevenzione, la sicurezza, la salute dei lavoratori e la vigilanza devono essere concertate con la massima cura e la massima attenzione. Su questo punto non arretriamo di un millimetro".

La nota di Simone Millozzi, sindaco di Pontedera

"Ho appreso che questa mattina in una azienda sul nostro territorio ha perso la vita un uomo in un tragico incidente sul lavoro. Sono in corso gli accertamenti delle autorità per verificare le dinamiche. Voglio esprimere il cordoglio e la vicinanza della città di Pontedera alla famiglia. Non si può né si deve morire lavorando: il cammino per la sicurezza sui luoghi di lavoro è ancora lungo ma un obiettivo da coltivare con ogni mezzo ed ogni sforzo".

Le parole del vice sindaco di Montopoli Linda Vanni

"Un uomo del nostro territorio stamani ha perso la vita sul posto di lavoro. Esprimiamo vicinanza e solidarietà alla famiglia e agli amici dell'operaio.
Questa tragedia, che colpisce tutti noi, ci richiama nuovamente - cittadini, istituzioni, aziende e lavoratori - ad un impegno maggiore e costante sulla formazione dei lavoratori, sul rispetto delle norme di sicurezza e soprattutto sui ritmi e i carichi di lavoro".

La nota di Mauro Fuso (Cgil Toscana)

"Ancora, è successo di nuovo. Oggi un lavoratore non tornerà a casa dai suoi cari. Come fermare questa spirale di morti che non ci abbandona? Ci vuole un impegno straordinario delle istituzioni, delle forze politiche e sociali, nostro, del sindacato, da mettere in campo soprattutto sul piano della cultura e del valore del lavoro. Non c'è lavoro di qualità e buon lavoro se ci sono movimenti con possibile rischio, talvolta mortale. Ecco che la responsabilità sociale dell'impresa diventa un concetto immediatamente concreto. Non abbassiamo la guardia perché non possiamo accettare questi episodi come la normalità. Ora che si parla di ripresa economica dobbiamo impedire che avvenga con l'aumento di infortuni e morti. In questo momento il nostro pensiero va a Fabio, morto sul lavoro, le condoglianze e la nostra solidarietà ai suoi familiari per il dolore che dovranno sopportare.  La nostra battaglia per la sicurezza continuerà anche in memoria di Fabio. Per non dimenticare lui e tutti gli altri caduti sul lavoro."

La nota di Alessandre Nardini (consigliera regionale Pd)
“Ho appreso la notizia della terribile morte di Fabio Cerretani mentre ero in viaggio verso Imola per partecipare alla festa de l’Unità e a due importanti appuntamenti dei Giovani Democratici. Sono rimasta senza parole come ogni volta, troppo spesso purtroppo, che ci troviamo di fronte a tragedie come quella che si è consumata stamani a Pontedera. Nei miei interventi alla riunione di oggi e all’assemblea nazionale dei giovani amministratori di domani, dirò con convinzione a miei coetanei che dobbiamo impegnarci tutti, nelle amministrazioni, nelle scuole, nelle università, affinché la cultura della sicurezza sul lavoro sia sempre più diffusa. Morire mentre ci stiamo guadagnando da vivere o mentre ci stiamo costruendo una professione non si può. È dovere delle imprese osservare le norme di sicurezza, è un diritto dei lavoratori, giovani e adulti, conoscerle e pretendere che siano rispettate. Mi unisco al cordoglio del presidente Rossi e del presidente Giani alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Fabio”.

Il comunicato di Uil Toscana

Cinque morti in meno di un mese, siamo oltre ogni più tragico bilancio. E' uno stillicidio che davvero non possiamo più tollerare. A fine agosto a vadano due giovani operai cinesi morirono in una mansarda trasformata in laboratorio. Pochi giorni dopo 2 operai, stavolta a Lucca, morirono decadendo da una gru a 10 metri di altezza. Stamani a farne le spese è sempre un operaio delle Revet a Pontedera, rimasto schiacciato da un macchinario.

Sono numeri sconcertanti che la Toscana, una terra di civiltà e di solidarietà, non può sopportare. Questa è un'emergenza che dobbiamo con decisione affrontare con tutte le nostre forze, con tutti i mezzi a nostra disposizione, con tutto l'impegno di cui siamo capaci.

Morire di lavoro nella Toscana del 2017, nella nostra Toscana, con questa frequenza da bollettino di guerra è inaccettabile, inconcepibile, inammissibile.

Rinnoviamo l'invito a tutte le istituzioni affinché la politica, regionale e nazionale, metta la sicurezza in cima all'agenda come priorità assoluta".

Il cordoglio del Pd Toscana

“Terribile apprendere di un altro incidente sul lavoro che è costato la vita a un operaio della Revet. Il pensiero va inevitabilmente ai colleghi e alla famiglia, a cui esprimiamo la massima vicinanza in questo momento di dolore. Una tragedia che irrompe a poche settimane da un’altra simile avvenuta sempre nella nostra Toscana, a Lucca, che ci ha lasciati sgomenti. Anche su quanto è avvenuto oggi sarà fatta piena luce e attendiamo che vengano chiarite le dinamiche. Ma di certo questi fatti non possono che imporci una seria riflessione sulla sicurezza nei posti di lavoro. Tanto è stato fatto ma è evidente che su questo tema, che è una priorità assoluta, tutti devono continuare a fare la propria parte, istituzioni, categorie imprenditoriali, sindacati. Esistono ben precise normative in materia che come tali vanno applicate. Il nostro impegno come Pd Toscana è e sarà costante perché si continui a investire in modo adeguato su questo fronte, sulla repressione delle violazioni ma soprattutto sulla prevenzione. Una cosa è certa, ogni euro speso in sicurezza è un euro investito sul futuro. E su questo ci batteremo con convinzione, mettendo in campo ogni sforzo”. Così Dario Parrini e Antonio Mazzeo, segretario e vicesegretario Pd Toscana, in merito all’incidente sul lavoro alla Revet di Pontedera che ha causato la morte di Fabio Cerretani.

Il messaggio di Cobas Lavoro Privato Pisa

Prima di tutto porgiamo le nostre sentite condoglianze alla famiglia di Fabio Cerretini, il lavoratore morto schiacciato da una pressa alla Revet. Al dolore per l’ennesimo incidente mortale di un lavoratore segue la rabbia per lo stillicidio che deriva dalla mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Anche se le motivazioni della morte di Cerretini non sono ancora state chiarite, ci corre l’obbligo di manifestare la nostra viva preoccupazione per quello che accade quotidianamente sui cantieri e nelle fabbriche, dove siamo presenti. Non è più possibile andare a lavorare, o anche a studiare nelle scuole, con il timore del pericolo, non possiamo continuare a pensare che, in fabbrica e al lavoro in generale, anche in una scuola dove bambini e insegnanti lavorano e vivono buona parte della propria giornata, si corrano seri rischi. Siamo testimoni del primo pensiero che è: “tanto cosa vuoi che succeda?” Le aziende molto spesso danno valutazioni troppo “leggere” per un carrello elvatore o per una qualsiasi macchina che presenta anomalie che andrebbero subito verificate, ne consegue che le Direzioni aziendali porebbero essere poco attente a formare i loro responsabili sulla sicurezza e sulla prevenzione, se non fosse così, il quadro assumerebbe caratteristiche ancora più allarmanti. Le statistiche hanno la loro importanza perché danno il segno dell’impennata delle morti sui luoghi di lavoro di quest’anno, ma le istituzioni non se la possano cavare con un semplice comunicato: - I Comuni, perché non mettono a disposizione personale per il controllo dei cantieri edili dove le cadute dall’alto sono le più frequenti? - La Regione Toscana sta sconquassando il sistema ASL di controllo e prevenzione, mettendo ingegneri dove, invece, sarebbero indispensabili dei buoni e preparati medici, che abbiano la cultura del lavoro e siano in grado di intervenire con una numerosa squadra di funzionari che possa coprire tutto il territorio. Le imprese, da parte loro, sanno bene quali sono i costi della sicurezza, e se possono li evitano. Poi, una mattina accade che Fabio Cerretini muore sotto una pressa della Revet, e tutti si risvegliano.

Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze

Oggi, Sabato 23 Settembre 2017 è morto sul lavoro un altro operaio in Toscana, a Pontedera. Si chiamava Fabio Cerretani e aveva 54 anni. E' morto schiacciato da una pressa alla Revet, azienda specializzata nella raccolta differenziata di vetro e plastica. Nell'ultimo mese si contano già 5 operai morti in Toscana (due nel Rogo di Vaiano del 26 Agosto, 2 operai morti a Lucca il 1 Settembre) e l'ultimo operaio proprio oggi. E dall'inizio del 2017 sono già 48 i morti sul lavoro in Toscana, in Italia 682 nei primi 8 mesi del 2017. Questo secondo i dati Inail, che come ben sappiamo tengono conto solo dei loro assicurati, quindi in questi dati non ci sono compresi i lavoratori che muoiono e non sono assicurati con l'Inail (carabinieri, poliziotti, personale di volo, vigili del fuoco, volontari della protezione civile, sportivi dilettanti, giornalisti) Questo è inaccettabile! E c'è ancora chi le chiama, purtroppo, "morti bianche", un termine andrebbe abolito perché è un insulto ai familiari e alla memoria delle vittime del lavoro. Cosa c'è di bianco in un morte sul lavoro? E' un termine insopportabile, ipocrita, quasi a voler sminuire queste morti. Non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro. Le chiamano "morti bianche", come fossero dovute alla casualità, alla fatalità, alla sfortuna. Ma invece queste morti non sono mai dovute alla casualità, ma perché in quelle aziende non si rispettavano neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro. Le chiamano "morti bianche", tanto non meritano che due righe sui quotidiani, sì e no una citazione nel telegiornale (quando va bene, se no neppure quella). Le chiamano "le stragi nell'indifferenza" è mai parole furono più vere. Non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro, lo si vuole capire oppure no? E intanto, ancora in troppi usano quel termine sbagliato. Negli anni 60 le chiamavano omicidi sul lavoro. E' un termine forte, lo so, ma sicuramente più realistico. Non chiamatele più morti bianche, è anche partendo dal linguaggio che si combatte una battaglia di prevenzione e per la sicurezza. Dal 1 Settembre 2017 (decreto dirigenziale 11866 del 10 agosto 2017, pubblicato sul BURT il 23 agosto), la Regione Toscana ha chiuso il Settore Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Al suo posto è stato costituito un settore generico, di cui si sa ancora ben poco, dal nome "Prevenzione collettiva", che accorperà tante materie, dagli alimenti, alla veterinaria, ai vaccini, all'igiene pubblica, fino ad arrivare alla sicurezza sul lavoro. Sinceramente non mi aspettavo questo passo indietro sulla sicurezza sul lavoro da parte della Regione Toscana sul tema della sicurezza sul lavoro. Il Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, ci continua a dire che da qui al 2020 saranno stati stanziati 8 milioni di euro per la sicurezza sul lavoro. Io gli chiedo, invece, di ripristinare quanto prima il Settore Prevenzione e sicurezza sul lavoro, perché era un settore di riferimento importante, che non trovo giusto sia stato accantonato. Inoltre, cosa sta facendo di concreto la Regione Toscana per porre un freno al dramma delle troppe morti sul lavoro che affliggono la nostra regione??? E per cortesia Governatore Enrico Rossi, non le chiami più morti bianche, non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro.

Il comunicato dell'Unione Sindacale di Base Federazione di Pisa

Fabio Cerretani, l’ennesima vittima di un sistema di sfruttamento insopportabile.
Da anni denunciamo il progressivo scivolamento delle relazioni tra lavoratori e sistema imprenditoriale verso forme di nuovo servilismo.
Il castello di norme antioperaie costruito in questi ultimi 20 anni, dalla legge n. 196 del 24 giugno 1997, (conosciuta anche come pacchetto Treu) sino all’attuale Jobs Act, passando per l’abolizione dell’Art. 18 ha prodotto, oltre ad un impoverimento generalizzato delle maestranze e ad un aumento della disoccupazione e della precarietà, anche un esponenziale incremento di infortuni e morti sul lavoro. I numeri dell’INAIL parlano chiaro: oltre 1.000 morti e un milione di infortuni ogni anno.
 Tutta la retorica sulle riforme produttrici di sviluppo e progresso, diffuse da governi e sindacati complici per giustificare il feroce attacco degli anni trascorsi, viene sepolta da queste impressionanti cifre.
Gli unici a progredire in questi anni sono stati i redditi dei padroni, dei manager, delle società che hanno comprato – grazie a Giunte e amministrazioni locali impegnate a svendere il patrimonio pubblico -  servizi di pubblica utilità o che sono entrate nei consigli di amministrazione di società a controllo pubblico, trasformandole in luoghi di sfruttamento intensivo della mano d’opera, nel nome della “efficienza” della “produttività” della “competitività”.
 Anche in questo caso nessuno ha notato miglioramenti nei servizi, ma solo aumenti delle tariffe, ruberie dei “manager” (vedi lo scandalo che ha recentemente coinvolto l’ex dirigenza Geofor), mala gestione.
Una vera e propria guerra contro i lavoratori, costata la vita questa volta a Fabio Cerretani, operaio di 54 anni morto mentre svolgeva il proprio turno di lavoro all'interno della Revet di Pontedera.
I lavoratori si sono fermati immediatamente, presidiando i cancelli dell’azienda ed esprimendo sgomento e disperazione per il compagno perso, ma anche rabbia per le scelte aziendali, improntate al dogma del massimo profitto, ben rappresentate dalle “esternazioni” dell’attuale Cda, che parla di “perdita di produttività” e organici in sovrannumero.
 In questo clima generale di attacco sistematico ai diritti ed alla dignità dei lavoratori, la sicurezza diviene sempre più un “costo” da tagliare, a favore del controllo dei lavoratori, come dimostrano le esorbitanti spese per il sistema di sorveglianza interno ed esterno all’azienda di Pontedera.
 Nel salutare con dolore Fabio, la sua famiglia e i suoi compagni di lavoro, la Federazione dell’Unione Sindacale di Base di Pisa si impegna nei prossimi giorni e per tutto il tempo necessario, a promuovere, affiancare, sostenere le lotte che saranno promosse per la sicurezza e la dignità dei lavoratori della Revet e di tutti i luoghi di lavoro presenti sui nostri territori.

Cobas ATI, Cobas Empoli-valdelsa: "Accertare eventuali responsabilità"

Apprendiamo dell' incidente sul lavoro accaduto ieri alla Revet di Pontedera, siamo fiduciosi nell' accertamento delle eventuali responsabilità da parte degli organi preposti. Porgiamo le più sentite condoglianze ai familiari e ai compagni di lavoro di Fabio Cerretani.

Gelli: "La sicurezza sul lavoro torni ad essere una priorità"

“Non è accettabile, nel 2017, morire sul posto di lavoro. Solo rabbia e sgomento per quello che è accaduto alla Revet di Pontedera.

La sicurezza sul lavoro deve tornare a essere una priorità di qualsiasi agenda politica. Ci impegneremo per questo, sia a livello nazionale che a livello locale. Desidero esprimere vicinanza alla famiglia di Fabio Cerretani e a tutti i suoi colleghi”.

Marco Bazzoni: (Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Firenze): "48 morti sul lavoro in Toscana dall'inizio del 2017. Non chiamatele piu' morti bianche"

Ieri, Sabato 23 settembre 2017 è morto sul lavoro un altro operaio in Toscana, a Pontedera. Si chiamava Fabio Cerretani e aveva 54 anni. E' morto schiacciato da una pressa alla Revet, azienda specializzata nella raccolta differenziata di vetro e plastica. Nell'ultimo mese si contano già 5 operai morti in Toscana (due nel Rogo di Vaiano del 26 Agosto, 2 operai morti a Lucca il 1 Settembre e l'ultimo proprio oggi).
E dall'inizio del 2017 sono già 48 i morti sul lavoro in Toscana, in Italia 682 nei primi 8 mesi del 2017.
Questo secondo i dati Inail, che come ben sappiamo tengono conto solo dei loro assicurati, quindi in questi dati non ci sono compresi i lavoratori che muoiono e non sono assicurati con l'Inail (carabinieri, poliziotti, personale di volo, vigili del fuoco, volontari della protezione civile, sportivi dilettanti, giornalisti)
Questo è inaccettabile!
E c'è ancora chi le chiama, purtroppo, "morti bianche", un termine andrebbe abolito perchè è un insulto ai familiari e alla memoria delle vittime del lavoro.
Cosa c'è di bianco in un morte sul lavoro?
E' un termine insopportabile, ipocrita, quasi a voler sminuire queste morti. Non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro. Le chiamano "morti bianche", come fossero dovute alla casualità, alla fatalità, alla sfortuna. 
Ma invece queste morti non sono mai dovute alla casualità, ma perchè in quelle aziende non si rispettavano neanche le minime norme per la sicurezza sul lavoro.
Le chiamano "morti bianche", tanto non meritano che due righe sui quotidiani, si e no una citazione nel telegiornale (quando va bene, se no neppure quella).
Le chiamano "le stragi nell'indifferenza" è mai parole furono più vere.
Non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro, lo si vuole capire oppure no? E intanto, ancora in troppi usano quel termine sbagliato.
Negli anni 60 le chiamavano omicidi sul lavoro. E' un termine forte, lo so, ma sicuramente più realistico.
Non chiamatele più morti bianche, e' anche partendo dal linguaggio che si combatte una battaglia di prevenzione e per la sicurezza. 
Dal 1 Settembre 2017 (decreto dirigenziale 11866 del 10 agosto 2017, pubblicato sul Burt il 23 agosto),  la Regione Toscana ha chiuso il Settore Prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Al suo posto è stato costituito un settore generico, di cui si sa ancora ben poco, dal nome "Prevenzione collettiva", che accorperà tante materie, dagli alimenti, alla veterinaria, ai vaccini, all'igiene pubblica, fino ad arrivare alla sicurezza sul lavoro.
Sinceramente non mi aspettavo questo passo indietro sulla sicurezza da parte della Regione Toscana.
Il Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, ci continua a dire che da qui al 2020 saranno stati stanziati 8 milioni di euro per la sicurezza sul lavoro.
Io gli chiedo, invece, di ripristinare quanto prima il Settore Prevenzione e sicurezza sul lavoro, perchè era un settore di riferimento importante, che non trovo giusto sia stato accantonato.
Inoltre, cosa sta facendo di concreto la Regione Toscana per porre un freno al dramma delle troppe morti sul lavoro che affliggono la nostra regione???
E per cortesia Governatore Enrico Rossi e Presidente del Consi, non le chiami più morti bianche, non c'è nulla di bianco in una morte sul lavoro.

 

 

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