Caporalato nel Chianti, le reazioni in Toscana

Rossi plaude all'operazione condotta a Siena

"Esprimo la mia viva soddisfazione per l'operazione contro il caporalato condotta dalla Procura di Siena e dai Carabinieri".
Questo il commento del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla notizia dell'arresto di tre persone che sfruttavano lavoratori immigrati nelle aziende del Chianti.

"Tutte le nostre energie – prosegue Rossi – devono essere impiegate nel contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento, tutti devono avere paghe giuste e condizioni di lavoro rispettose della propria dignità"

"Come Regione Toscana, dopo aver siglato un protocollo d'intesa per contrastare l'illegalità e lo sfruttamento in agricoltura, procederemo con la sospensione di tutti i contributi previsti dalla normativa europea e regionale per quelle aziende che consapevolmente si sono servite di intermediazione illecita e di lavoro nero; al tempo stesso promuoveremo e valorizzeremo quelle imprese che invece garantiscono e assicurano il rispetto dei diritti contrattuali dei lavoratori".

"La nostra risposta – conclude il presidente – sarà, in questo campo come in quello della sicurezza sui luoghi di lavoro, immediata e risoluta".

Cgil Toscana-Siena-Grosseto: “Preoccupati ma non stupiti, da tempo denunciamo il fenomeno che è anche in una fase di trasformazione. E’ nell’interesse di tutti che si rispettino i diritti dei lavoratori”

“Una notizia che ci preoccupa ma non ci stupisce, perché ormai da tempo denunciamo che anche in Toscana ci sono forme di caporalato”: così Maurizio Brotini (segretario Cgil Toscana), Claudio Guggiari (segretario generale Cgil Siena) e Claudio Renzetti (segretario generale Cgil Grosseto) commentano la notizia delle tre persone arrestate dai carabinieri - un'operazione tra le province di Siena e Grosseto - con l'accusa di caporalato e sfruttamento del lavoro.

Aggiungono Brotini, Guggiari e Renzetti, complimentandosi con l’azione delle forze dell’ordine: “La situazione è in trasformazione, si sta passando da forme di caporalato pure ad altre più spurie, subdole, insidiose, tanto che a volte questi tipi di indagini hanno trovato difficoltà ad arrivare all’obiettivo. Il quadro è complesso: c’è chi usa le disoccupazioni agricole come forme di retribuzioni, c’è l’esigenza di tracciare le retribuzioni stesse, c’è la necessità di linee guida per indice di congruità di alcune filiere agricole. Ben vengano le indagini, noi siamo sempre pronti a vigilare e denunciare. La Cgil si è battuta l’anno scorso per far approvare in Parlamento nuove norme per colpire il caporalato; oggi, è sempre più necessario accompagnarle a una collaborazione - la più stretta possibile - tra sindacato, istituzioni e forze dell’ordine, tendendo sempre una mano ai lavoratori che trovano il coraggio di denunciare, anche quelli che per colpa della situazione delle norme sull’immigrazione sono ancora più deboli. E’ fondamentale e nell’interesse di tutte le parti che si rispettino i diritti dei lavoratori”.

Cenni (Pd): "Bene l'operazione dei Carabinieri: norme e cultura della legalità possono vincere sullo sfruttamento”

“L’operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di tre persone con l’accusa di sfruttamento del lavoro nelle campagne del Chianti e di altre aree della Toscana dimostra, ancora una volta, le capacità investigative delle forze dell’ordine coordinate dal procuratore di Siena, Salvatore Vitello e dal sostituto Nicola Marini, a cui va il mio sincero ringraziamento. Un risultato importante ottenuto anche grazie alla legge sul caporalato, una norma voluta fortemente dal Governo che consente di punire e intervenire duramente nei confronti di chi sfrutta il lavoro. Ancora una volta siamo di fronte a un episodio grave che dimostra come non esista una terra immune alla possibile penetrazione di attività criminali e di sfruttamento. Per questa ragione, oltre alle buone norme come quella sul caporalato, è importante proseguire nella diffusione della cultura della legalità. È compito di tutti segnalare casi di sfruttamento e malaffare che, oltre a infierire su cittadini e lavoratori annientando i diritti umani, danneggiano il grande lavoro di agricoltori, aziende ed etichette che già oggi rappresentano l'eccellenza dell'agroalimentare. In Toscana, nella provincia di Siena, abbiamo aziende che da anni lavorano rispettando la sostenibilità ambientale, raggiungendo vette elevatissime di qualità e rappresentando il Made in Italy nel mondo. È importante che sempre più tali sforzi possano rappresentare e certificare anche la qualità del lavoro, con vere e proprie filiere etiche. Le tante imprese che rappresentano un motore fondamentale dell'economia e della tutela del suolo in questo territorio possono certamente farlo". Con queste parole Susanna Cenni, deputata del Partito democratico e capogruppo della commissione anticontraffazione alla Camera, commenta l’operazione dei carabinieri della compagnia di Poggibonsi, in collaborazione con colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Siena, che ha portato a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per caporalato e sfruttamento del lavoro nelle campagne del Chianti.

La Lega: "Espellere i colpevoli"

La notizia dell’arresto di tre stranieri di nazionalità curda accusati di caporalato e sfruttamento del lavoro grazie all’operazione condotta dai Carabinieri di Poggibonsi non sorprende la Lega Nord, che per bocca del suo responsabile enti locali Riccardo Galligani afferma: «Purtroppo sono reati che ciclicamente si ripetono sul nostro territorio. Il sospetto che tale pratica si annidi anche a Poggibonsi lo abbiamo da tempo, dal momento che basta girare nei pressi della Stazione ferroviaria nelle ore notturne prima dell’alba per vedere come decine di extracomunitari aspettino di essere caricati da numerosi furgoni per andare a lavorare nelle campagne. Ci auguriamo che tutto sia regolare, ma alla luce di fatti come questo appena accaduto, è difficile pensare che di fronte ad un numero così elevato di persone in attesa di lavoro, tutte rigorosamente straniere, non si nasconda proprio il reato di  intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro.» denuncia l’esponente leghista, che vede nelle politiche sull’immigrazione la causa. «È evidente come la piaga del caporalato sia alimentata oggi da un’immigrazione incontrollata, che finisce addirittura per essere favorita da politiche governative completamente sbagliate che hanno tra gli effetti, dopo quello del crollo del livello di sicurezza delle nostre cittadine, quello di minare alla base il nostro mercato del lavoro con manodopera a bassissimo costo che ingolosisce imprenditori senza scrupoli pronti a sfruttarla. Ci auguriamo che in casi come questi le pene siano esemplari e che i colpevoli siano espulsi dall'Italia. I complimenti della Lega vanno ai Carabinieri della compagnia di Poggibonsi e al Nucleo dell’Ispettorato del lavoro di Siena, che hanno condotto l’operazione egregiamente e che sono sempre molto attenti su reati come questi.»

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