Caro Simone, in merito alla tua risposta,
1) io sono tutt’altro che un Azzeccagarbugli. Parlo anche troppo chiaramente e le musate, quando mi toccano, le batto con la mia faccia. Tu, quando eri capogruppo non eri un Azzeccagarbugli, ma mi dispiace constatare che da segretario lo stai diventando;
2) quali sono le “sedi opportune” in cui io avrei potuto far conoscere la mia opinione, confrontarla con quella di altri, e contribuire alla definizione di una linea del partito che, anche senza necessariamente contrapporsi a quella dell’Amministrazione Comunale, non vi fosse sdraiata sopra? Tu stesso dichiari che eri informato della questione da un mese circa, ma, a quanto mi risulta, hai lasciato che il partito l’apprendesse dal Consiglio Comunale e dagli organi di informazione;
3) dalla tua dichiarazione non si evince tutto questo interesse per l’attività professionale di un giovane regista sanminiatese come Mattia Catarcioni. Non mi sembra un segno di interesse per lui dire, come hai fatto nella tua dichiarazione, che se un imprenditore decide di dare o non dare la sponsorizzazione a un’iniziativa a seconda che questo ragazzo faccia o non faccia parte della giuria, è nel suo diritto farlo. Io sono molto sensibile alla vicenda di Mattia Catarcioni, soprattutto perché so bene anch’io quanto sia difficile reinventarsi una posizione lavorativa quando qualcuno ti rema contro.
Però sono ancora più sensibile alle prospettive del centro-sinistra a San Miniato, e per questo ti ho posto un problema grosso come una casa: di fronte un clima di sfiducia tra i cittadini e le istituzioni che si tagli col coltello proprio per colpa di episodi di questo genere, e di fronte a un’accusa circostanziata, non anonima, non facile da liquidare come inattendibile per la fonte da cui proviene, quali cambiamenti e quali correzioni apportiamo per risalire la china? Prendo atto che non hai risposto;
4) sull’argomento del “rancore” sono in ottima compagnia: è un argomento che viene usato contro chiunque proponga argomentazioni difficili da controbattere nel merito.
Ti assicuro che io non ce l’ho né con Renzi, né con Gabbanini, e meno che mai con te. Mi piacerebbe discutere nel merito dei dissensi politici sempre più profondi che ci dividono. Ma se non ce ne sarà occasione (e a quanto dici temo che neanche la Conferenza Programmatica potrà essere un’occasione) per usare un’espressione a voi cara, “me ne farò una ragione”.
Manola Guazzini
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