Marco Rizzo (Pc) a Ponte a Egola: "Sinistra radical-chic è benzina per il fascismo" - INTERVISTA

Partito Comunista
(foto gonews.it)

Marco Rizzo è stato quest'oggi a Ponte a Egola (San Miniato), nella sala del Kangaroo all'interno della Casa del popolo: lo troviamo mentre arringa con grande capacità gli iscritti del Partito Comunista, di cui è segretario. A breve si terrà il comizio a cui seguirà la festa e il concerto della cover band dei CCCP - Fedeli alla Linea. Non manca di sollecitare alla manifestazione dell'11 novembre a Roma, per il corteo nazionale È la tua rivoluzione, per il centenario dei fatti in Russia. Ironizza per spronare alla partecipazione ("Da una sezione mi hanno detto che questa persona aveva le prove della comunione della figlia o della nipote. Di cosa ce ne facciamo di un iscritto così?") ma riesce a tirare fuori grandi capacità oratorie. "Abbiamo un progetto, abbiamo tanti giovani riuniti nel Fronte della Gioventù Popolare, di cui ci siamo riappropriati il nome, voglio almeno due pullman dalla Toscana", spiega enfatico.

Nell'intervista esclusiva per gonews.it Rizzo affronta i temi locali come quelli nazionali sotto la luce della lotta capitale-lavoro e del socialismo.

Quest'anno si celebra il centenario della Rivoluzione d'Ottobre. La Russia ha deciso di non festeggiare. C'è ancora la 'spinta propulsiva' leninista?

Assolutamente sì, la spinta propulsiva è quella di un paese medievale che con un modello di direzione leninista porta le classi oppresse al protagonismo, e trasforma quel paese in 20 anni con Lenin e Stalin dall'arretratezza nella seconda potenza industriale del mondo. Quel modello riesce a sconfiggere il nazismo, regge l'urto della guerra fredda. Non riesce a scacciare la metastasi interna che si sostanza con Kruschev, col XX congresso e con Gorbaciov, l'affossatore dell'intero sistema.

C'è un grande problema del mondo del lavoro in Toscana. Porto a esempio il caso della Tmm di Pontedera, che sta chiudendo senza aver necessità, mandando a casa 85 operai. Quali sono le ricette del Partito Comunista?

Agli enti nazionali e locali bisogna dire solo di vergognarsi. A parte le battute viviamo in una società dove la costruzione dei prodotti che ci consentono di vivere, dagli indumenti alla tecnologia, dalle automobili alla salute, attraverso il progresso tecnico-scientifico, ci consentirebbe di lavorare tutti molto poco e molto meglio. L'alternativa che è stata scelta da lungo tempo è quella dell'arricchimento di pochissime persone e della concentrazione nelle mani di pochi. Otto persone al mondo detengono la ricchezza di 3 miliardi e 700 milioni di persone, la metà del mondo. Si tratta di capire cosa fare: servirà sempre meno lavoro dell'uomo. La riduzione dei tempi di lavoro per unità di prodotto deve servire a ingrassare qualche porco che governa il mondo oppure a redistribuire tempi di lavoro, tempi di vita, qualità di vita per i popoli del mondo? Questo è il comunismo.

L'altro problema è il ritorno di tanti movimenti neofascisti, ci sono stati tanti danni ai monumenti alla lotta della Resistenza e anche alcuni risultati elettorali preoccupano, si pensi all'ascesa di Casa Pound a Lucca.

Proponiamo una strada diversa dai tromboni che celebrano l'antifascismo dentro una politica consequenziale dei grandi capitali, delle grandi banche, della finanza. Questo è benzina per il fascismo. Il neofascismo non si contrasta andando solo a portare fiori ai cippi, si contrasta nei territori, contendendo le periferie e i giovani proletari con un'ideologia di lotta che è il comunismo. Non stando dentro le idee di una sinistra radical chic che promuove le lotte borghesi, ad esempio per i diritti individuali, e le sovrappone alle lotte sociali tra capitale e lavoro. Laddove si parla di una sinistra fucsia, i proletari vedono nei fascisti qualcuno di più vicino a loro. Se pensiamo di contrapporci al fascismo con tutto questo ciarpame radical-chic, che ha distrutto la sinistra, sbagliamo profondamente. Quando la lotta principale capitale-lavoro cessa di essere principale, anche quelle per i diritti dei gay, delle etnie, arretrano anch'essi. Puoi essere anche gay, se sei un gay ricco non hai problemi. La discriminante non è se sei gay, è se sei ricco o sei povero.

Tra movimenti e partiti dentro e fuori il Parlamento, qual è il peggior nemico e quale potrebbe essere un alleato?

Nell'agone istituzionale non c'è nessun alleato, sono tutti nemici ed avversari. Nelle classi sociali dobbiamo trovare delle vaste alleanze. A me non interessa parlare a Civati o a Di Maio. A me interessa ragionare col tassista della Lega, con l'artigiano che vota 5 Stelle, con il commerciante di Fratelli d'Italia. Se leggiamo le alleanze dei partiti comunisti nella loro primogenitura, nell'accezione leninista, è una politica di alleanze sociali.

E qual è questo messaggio unico?

La globalizzazione capitalistica genera la proletarizzazione del ceto medio, e quest'ultimo ha ancora meno ammortizzatori. Se uno guadagna 900 euro al mese e lo porti a 700, più o meno è capace. Un commerciante che guadagna 5mila euro al mese poi lo porti a zero si spara.

Per le elezioni di primavera può darci qualche anticipazione?

Abbiamo fatto una proposta anche ai comunisti di altri partiti, anche in Sicilia. Un programma di alternativa di società e l'orgoglio di identificarsi in un simbolo che è la falce e martello e in un nome che è quello comunista. Su questo siamo pronti a costruire una lista unitaria dei comunisti. Altrimenti se ci dicono prima leviamo la falce e martello, poi leviamo il nome, poi ci ritroviamo con D'Alema e Bersani, li mandiamo a quel paese.

Sulla situazione in Catalogna come si schierano i comunisti?

Conosco bene la storia della Spagna. L'alta borghesia catalana che ha avuto la forza e la capacità di avere la concentrazione di investimenti all'estero. Dal 70 al 90% di interventi esteri inglesi, tedeschi, francesi e italiani son tutti in Catalunya. È strano vedere come la parte più dinamica del popolo si schieri dietro un progetto di indipendenza. Siamo contro la repressione e lo stato centralista di Madrid che assomiglia molto allo stato franchista, ma non ci stracciamo le vesti come invece larga parte della sinistra radicale che pensa che l'indipendenza della Catalunya possa portare alla repubblica socialista. Non è così, se ci fosse l'indipendenza ci sarebbero gli stessi rapporti di produzione e gli stessi padroni, solo dietro una diversa bandiera. Ci sarà il referendum in Lombardia. Strano che quelli che fino all'altro giorno Bossi e Salvini erano da prendere a calci in culo e ora si entusiasmano per la Catalunya. Delle due l'una.

Nostalgia del comunismo e nostalgia del futuro, c'è più bisogno di comunismo o del futuro?

Traduco questa domanda in una massima che ha sempre avuto un senso: "Senza memoria non c'è futuro". Dobbiamo partire del partire dagli errori del passato, come la liquidazione dell'ideologia. Ho vissuto in una fase storica in cui per trent'anni quando dovevano attaccarmi dicevano: "Hai fatto un discorso ideologico". O dicevamo "Non vorrei essere ideologico". Io voglio essere ideologico. Senza ideologia non c'è un'idea, non c'è uno straccio di valore. Nel mondo ora conta solo il denaro, così tanto che nell'ultima visita del presidente cinese prima di Obama ha visitato Zuckemberg. Conta così tanto che la Apple, invitata a consegnare all'Fbi la decrittazione di un iPhone di un terrorista, si è potuto rifiutare. Ho detto tutto.

Elia Billero

Tutte le notizie di San Miniato

<< Indietro
torna a inizio pagina