'Nedo Ludi' profeta in patria, Pippo Russo: "Empoli e Montelupo perfette per la loro toscanità"

(foto gonews.it)

L'autore ha presentato al Mmab di Montelupo il suo volume con i due romanzi che hanno come protagonista il montelupino ex stopper dell'Empoli


È possibile vedere il calcio come cultura, lontano da retoriche e sensazionalismi? La riposta è un convinto "Sì" e arriva direttamente dal Mmab di Montelupo Fiorentino. Protagonista 'Il mio nome è Nedo Ludi', il romanzo di Pippo Russo che recentemente ha avuto un seguito dal titolo 'Nedo Ludi. Il ritorno' (i due libri sono racchiusi nel volume unico 'Nedo Ludi', edito da Clichy).

Pippo Russo ne ha parlato al Museo della Ceramica assieme al vice sindaco di Montelupo Lorenzo Nesi e all'assessore alla cultura Aglaia Viviani, di fronte anche a rappresentanti del calcio locale. Innamorato della Toscana, Russo è siciliano di origine ma vive a Firenze da più di venti anni e lavora come professore universitario e saggista. Come nel caso di registi alla Abbas Kiarostami o Andrej Tarkovskij, serve un 'forestiero' per entrare nel cuore della Toscana e descriverla al meglio, come ha fatto Russo, che ha affermato di tornare molto spesso a Montelupo negli ultimi anni.

Il personaggio principale dei due romanzi è un ex stopper dell'Empoli che - come suggerisce il suo nome - mette in atto una personale ribellione, ma non contro le macchine. Il suo telaio da distruggere in questo caso è la difesa a zona: ambientato a Empoli, Santa Croce sull'Arno e soprattutto Montelupo Fiorentino, il doppio romanzo si snoda attraverso la fine degli anni Ottanta e i Duemila, in pratica tra i Mondiali di Italia '90 e Germania '06 a voler dare una scansione temporale.

Sono gli anni dei grandi cambiamenti. Nel calcio arriva Arrigo Sacchi, che avvierà un nuovo modo di intendere il calcio con una 'modernità' che a Nedo Ludi non piace. Il volume tratta di calcio, ma è perfetto anche per chi non ama il pallone, dato che si parla pure di politica (il primo romanzo ha come sottotesto la Svolta della Bolognina) e anche di relazioni col mondo femminile, e le donne dei romanzi sono importantissime. Non a caso c'è chi lo ha definito - a ragione, verrebbe da aggiungere - il miglior romanzo calcistico italiano.

"Ho iniziato a scrivere il romanzo più di dieci anni fa e ho visto Montelupo in continua trasformazione. Ho scelto la città perché volevo proprio un ambiente tipico. Empoli era perfetta per raccontare una storia toscana e l'Empoli era la squadra ideale nella quale far giocare Ludi. Montelupo l'ho conosciuta dopo e l'ho trovata calzante con l'idea di toscanità che avevo" ha dichiarato Russo. Inoltre l'autore ha rivelato di aver scritto un seguito proprio su consiglio dei lettori, caso quasi unico.

Usare il calcio per parlare di un mutamento culturale e non solo, questo ha fatto Pippo Russo, stando anche alle parole di Viviani e Nesi. I due assessori sono d'accordo sul considerare i due romanzi come un pezzo pregiato della letteratura contemporanea, dato che attraverso il calcio danno un quadro preciso degli anni Ottanta e della società attuale: "Si vede una Montelupo palpitante di vita nei libri con Nedo Ludi. C'è un'orgogliosa rivendicazione delle radici nelle due opere, una cura della memoria notevole". 

Gianmarco Lotti

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