Libera contro le mafie nel comprensorio, presidio intitolato a Genovese Pagliuca

giovanna genovese pagliuca
Gianni Solino e Giovanna Pagliuca (foto gonews.it)

Anche il comprensorio del cuoio ha un suo presidio Libera contro le mafie, intitolato alla memoria di una vittima innocente della camorra, Genovese Pagliuca. La costituzione e la presentazione alla cittadinanza è avvenuta oggi, sabato 21 ottobre, nei locali del circolo Arci Torre Giulia di San Romano (Montopoli). Presenti i sindaci di Montopoli, Castelfranco e Fucecchio, gli assessori al sociale di Santa Croce e San Miniato, l'assessore regionale Alessandra Nardini, i rappresentanti delle associazioni coinvolte, tra cui anche don Armando Zappolini.

Claudio Terreni è il responsabile del presidio del comprensorio del cuoio e della calzatura. Durante la presentazione ha affermato: "Libera nasce qui perché non ci possiamo permetter il lusso di voltarci dall'altra parte. Nel comprensorio viviamo una situazione di povertà pazzesca. Abbiamo degli obiettivi comuni per rendere migliore il territorio e il nostro futuro per i nostri figli".

Non è passato troppo tempo da quando la presenza mafiosa ha fatto visita anche nel comprensorio. Ricordiamo l'appartamento confiscato a Montopoli, i 12 ettari di terreno sequestrati a Castelfranco di proprietà dei fratelli Mastrominico, oltre ad appartamenti e box auto a Vecchiano. In più le attività produttive: ricordiamo lo sfruttamento selvaggio di manodopera al magazzino Conad di Montopoli (il fatto risale a 6 anni fa), o il coinvolgimento attivo di alcune concerie del comprensorio con la camorra per lo smaltimento dei rifiuti industriali (i fatti sono di decenni fa e sono emersi solo dopo le testimonianze del pentito Carmine Schiavone).

La provincia di Pisa si prepara con una presenza rafforzata sul territorio al 21 marzo 2018, giornata nazionale dedicata alle vittime innocenti di tutte le mafie. Sarà proprio la città della Torre pendente a ospitare le celebrazioni da tutta Italia, con il concentramento in piazza dei Cavalieri.

LE ASSOCIAZIONI ADERENTI A LIBERA COMPRENSORIO DEL CUOIO

Avis Montopoli
Arci Castelfranco di Sotto
Arci Valdarno Inferiore
Frida
Popolo Saharawi Hurria
Anpi Fucecchio
Associazione 'Sandro Pertini' di Montopoli
Spi-Cgil Fucecchio
Pubblica Assistenza Santa Croce sull'Arno
Arci Torre Giulia

LA TESTIMONIANZA DELLA SORELLA DI GENOVESE PAGLIUCA

Presente in sala Giovanna Pagliuca, sorella di Genovese, vittima innocente della camorra dopo aver tentato di difendere la sua fidanzata dalle avances omosesusali di Angela Barra, compagna dell'esponente dei casalesi Francesco Bidognetti. Accompagnata dal referente Libera Caserta Gianni Solino, Giovanna Pagliuca ha esposto con molta commozione la storia di come la sua famiglia venne distrutta da un omicidio che ha lasciato una scia di omertà a Teverola, paese originario della famiglia e dove Genovese lavorava come macellaio prima di trovare la morte a 25 anni per i colpi di pistola del feroce sicario Giuseppe Setola.

"Quella sera uscì con la sua auto - racconta Giovanna Pagliuca -, sentimmo degli spari e ci sorprendemmo del fatto che a distanza di giorni da Natale e Capodanno ci fosse ancora qualcuno con dei bombettoni. Poi arrivarono i carabinieri. Mio padre fu l'unico a vedere il corpo di mio fratello, tornò a casa in lacrime. "

"Lo Stato ancora non riconosce nonostante la sentenza della Cassazione che Genovese era una vittima innocente della camorra. Solo perché era amico di una persona all'epoca incensurato ma poi legato alla mafia. Tante persone, tanti amici di Genovese, sanno e non parlano. Molti mi hanno deluso", spiega tra i singhiozzi la parente di Genovese Pagliuca, strappando sinceri applausi tra la folla e provocando gli occhi lucidi tra i molti sensibili al tema.

Genovese Pagliuca è morto perché sapeva troppo. Era a conoscenza che la sua fidanzata per un mese era stata sequestrata da Barra, sottoposta ad abusi sessuali della stessa, del fratello Carmine Barra e dell'amico Luigi De Vivo. L'escalation di violenze si riversa anche su Genovese, finché il 19 gennaio 1995 non viene ucciso a colpi di pistola e fucile. Carla raccontò tutto ai carabinieri: adesso vive sotto copertura in un'altra città.

 

Elia Billero

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