Rimosse le auto dal fondale di Livorno: impatto ambientale zero

Si sono concluse alle ore 16.00, con il recupero dell’ultima delle 6 automobili e di 1 carrello, le operazioni di rimozione dei materiali dai fondali di Livorno, finiti in mare a seguito dell’alluvione che ha colpito la città il 10 settembre scorso. Già dalle 8, il pontone Carontino della Società Neri, i sommozzatori della Guardia costiera e dei Vigili del Fuoco, nonché gli operatori tecnici subacquei della Trident che insieme alla stessa Neri ha offerto la propria opera a titolo gratuito, hanno lavorato in acqua. Rapidità e grande professionalità hanno caratterizzato l’operazione. Un lavoro di squadra ben orchestrato che ha permesso, sotto il coordinamento della Capitaneria di porto di Livorno, di riportare i fondali di Chioma, Quercianella e infine della spiaggia dei Tre Ponti alle condizioni originarie. Proprio le operazioni di sgombero del fondale della spiaggia dei Tre Ponti hanno rappresentato il “fuori programma”. Le attività avrebbero dovuto infatti svolgersi il giorno 2 novembre, ma la Capitaneria, di concerto con gli altri attori in campo, ha deciso di anticipare i tempi, grazie alla velocità con cui le prime 3 automobili, estratte dalle acque antistanti le località più a sud, sono state rimosse. Il tutto si è svolto nella cornice di sicurezza garantita dalla presenza in zona delle motovedette della Guardia costiera. E soprattutto è stato garantito l’impatto ambientale “zero”. Tale condizione, insieme a quella della sicurezza degli operatori, era stata posta come essenziale per la realizzazione del piano di recupero presentato alla Capitaneria che aveva prescritto l’installazione di un sistema di protezione del mare con panne galleggianti ed assorbenti. Sistema che ha evitato lo sversamento di idrocarburi durante le attività. Attualmente è in corso il trasporto dei rottami presso la Darsena Calafati del porto di Livorno, dove i materiali saranno presi in consegna da una ditta specializzata per lo smaltimento, incaricata dal Comune di Livorno.

Fonte: Capitaneria di porto - Guardia costiera

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