Chiude i battenti la mostra dedicata al Grand Tour, già pronto un nuovo progetto

La mostra sul Grand Tour

Quarantacinquemila visitatori e un successo di pubblico ben distribuito nei mesi di apertura della mostra che ha permesso di valorizzare il sottochiesa della Basilica di San Francesco e il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo. La doppia location ha funzionato e ha stimolato anche in termini numerici tutto il sistema museale aretino. Sarà possibile visitare la mostra fino a domenica 5 novembre.

Per il 2018 si ripeterà lo schema della mostra diffusa per un nuovo progetto che ancora una volta occuperà tutta l’estate aretina e che avrà un tema fortemente legato al territorio: la moda. Sarà una mostra che interpreterà attraverso un taglio espositivo originale e coinvolgente per il pubblico, il progetto è ancora in corso di definizione.

Spiega Lorenzo Soave, direttore Mostre e Musei di Munus. «La mostra “diffusa”, composta da una sezione a San Francesco e una al Museo Archeologico Mecenate, ha avuto successo: un visitatore su quattro ha infatti scelto di vederle entrambe e ciò ha stimolato il biglietto cumulativo, con benefici sia per i musei “minori” del circuito (Museo Archeologico e Casa Vasari) sia per il turismo in città, perché con l’aumento dei cumulativi aumenta il tempo di permanenza del pubblico ad Arezzo. Un altro dato rilevante è l’indotto che la mostra ha generato nel territorio: sono infatti state coinvolte nell’organizzazione numerose aziende e associazioni, sei istituti scolastici e oltre 50 giovani aretini, tra studenti e professionisti, che hanno collaborato alla gestione e promozione della mostra».

Il Polo Museale della Toscana esprime soddisfazione per la piena riuscita dell’evento per bocca del Direttore del Polo Museale della Toscana Stefano Casciu: «la mostra ha riscosso un notevole successo di pubblico, consentendo di mettere in rete almeno due dei siti costituenti il sistema museale aretino, iniziativa che si auspica di poter ripetere anche in futuro».

Secondo il prof. Alberto Manodori Sagredo, curatore della mostra si tratta «di una delle mostre più belle che abbia mai fatto, in  particolare grazie alla cura nell’allestimento che ha valorizzato al massimo la collezione».

La mostra ha messo in rete moltissime associazioni realtà produttive, associazioni e scuole aretine che a vario titolo hanno contribuito al suo successo. Promossa dalla Direzione del Polo Museale della Toscana e patrocinata dal Comune di Arezzo e dalla Regione Toscana è stata curata dal Prof.Alberto Manodori Sagredo, organizzata da Munus in collaborazione con il Fotoclub La Chimera di Arezzo. Tra le realtà coinvolte le Argenterie Giovanni Raspini e Caffè Corsini, i media partner La Nazione e Teletruria, la Camera di Commercio di Arezzo, PublicolorSecurtel,TecnoelettricaCaffè dei CostantiGarden ClubLiceo Classico Musicale Francesco PetrarcaIstituto Vittorio ColonnaLiceo Scientifico Linguistico Francesco RediIstituto Angelo VegniIstituto Margaritone.

La mostra ripercorre lo straordinario viaggio che era il Grand Tour attraverso una tecnica fotografica inventata a metà dell’800, le steroscopie, la prima versione dell’effetto 3D sulle immagini. E' un viaggio nel tempo, tra il 1850 e il 1910, e nello spazio, attraverso l'Europa e il Mediterraneo, dai fiordi norvegesi alle piramidi dell'Antico Egitto, alla scoperta di un mondo che non esiste più, dove Istanbul si chiamava Costantinopoli e a Roma si poteva assistere alle esecuzioni capitali con ghigliottina.

San Francesco è possibile visitare l’esposizione di 300 fotografie stereoscopiche originali, una sezione di immagini dedicata ad Arezzo, le attrezzature originali per riprodurre e per vedere le immagini in 3D. Inoltre, la mostra è arricchita da un film in 3D, realizzato utilizzando le stereoscopie originali esposte in mostra con animazioni, effetti speciali e una colonna sonora originale che conducono il visitatore in un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso l’Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente.

Il Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate ospita invece la sezione della mostra dedicata alle grandi scoperte archeologiche: Pompei, Ercolano, Pozzuoli, ma anche gli scavi che hanno riportato alla luce l’Anfiteatro Romano di Arezzo.

 

Fonte: Ufficio stampa

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