Il 'viaggio celeste e terrestre' di Onofrio Pepe abbellisce il Museo dell'Opera del Duomo

Apre a Firenze, nello Spazio mostre temporanee del Museo dell’Opera del Duomo, dal 16 novembre al 10 dicembre 2017, l’esposizione di Onofrio Pepe dal titolo “Viaggio Celeste e terrestre”.

Curata da Francesco Gurrieri e Bruno Santi, la mostra vuole accompagnare il visitatore nel plurisecolare percorso che ha caratterizzato la scultura d’Occidente, passata dalla plastica pagana a quella cristiana. Un arco immenso di tempo che Pepe ha sempre frequentato, dal dramma di Dèmetra (Cerere o della ‘maternità ferita’) all’intera mobilitazione mitologica (immortalata nella Porta del Mito, oggi nei giardini della Cassa di Risparmio di Firenze), fino alle opere più recenti, alla ricerca di un dialogo atemporale con i simboli della terrestrità e dell’incommensurabilità dei cieli.

“Onofrio Pepe - scrive Francesco Gurrieri nel catalogo della mostra - ha fatto del mito la sua metafora, la ragione della sua creatività e della sua poetica; ha esplorato con una serrata inchiesta intellettuale tanti soggetti mitologici, dai fauni alle divinità silvestri, dai centauri alla Medusa e al Perseo, indugiando in modo particolare sul tema del Ratto d’Europa e sul Volo di Icaro, portandosi dietro l’emozione, le ansie, i dolori di intere generazioni educate alla leggenda. Ma anche lavorando e affinando la forza espressiva delle sue opere di materia terragna, quasi tramutandola in bronzo con tecnica personalissima”.

L’esposizione si apre con una serie di steli che evocano le divinità pagane; subito dopo il visitatore si trova di fronte ad Icaro, metafora meravigliosa dell’aspirazione al cielo del genere umano ma anche della sua sfrenata ambizione e della sua limitatezza. Vicino, una figura di Madre, tragicamente china su se stessa a formare un monolito di dolore e disperazione. In questa figura di Madre la materia è lasciata al suo colore naturale di creta cotta, quasi a sottolinearne l’appartenenza alla terrestrità. E poi, tra le altre opere, le due centrali della mostra: l’Annunciazione e la Deposizione. Nell’Annunciazione di Onofrio Pepe, afferma Francesco Gurrieri, “L’incontro, il dialogo, trepido e misterioso e il turbamento di quella giovane sono resi plasticamente universali dal nostro Artista”. La Deposizione è, a oggi, l’opera più drammatica della scultura di Onofrio Pepe. La composizione è drammaticamente sintetica: il Cristo è a terra, accolto dalla Madre, in alto, eretta una figura che simboleggia la Disperazione, irreversibile e metastorica. Forse l’Arcangelo della Morte, forse l’Arcangelo che conduce nella luce santa. Sono numerose le interpretazioni della Deposizione date dagli artisti nel tempo; chi ne ha dato un’iconografia pacata, rassegnata, del destino del Cristo; chi, invece, un’immagine ribelle, che rifiuta quell’epilogo. Qui, Pepe, porta a sintesi i due sentimenti: il circoscritto indissolubile amore tra madre e figlio, il grido disperato d’inaccettabilità del dramma consegnato all’Arcangelo.

“Viaggio Celeste e terrestre” di Onofrio Pepe è l’ultima mostra del ciclo espositivo curato dal precedente Consiglio di Amministrazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

Accompagna l’esposizione un catalogo, edizioni Polistampa, con testi di Francesco Gurrieri e Dominique Charles Fuchs.

 

Fonte: Ufficio Stampa Opera di Santa Maria del Fiore

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