Iodio, Italia uno dei paesi europei che presentano moderata carenza: dato diffuso a Pisa

L’Italia è uno dei paesi europei dove è presente una moderata carenza di iodio, elemento nutrizionale che, se non assunto nelle corrette quantità giornaliere, può avere ripercussioni sulla salute delle persone e degli animali. Il dato è stato reso noto oggi a Pisa, in occasione del primo convegno internazionale della World Iodine Association, promosso in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna e, in particolare, con il PlantLab dell’Istituto di Scienze della Vita.

  Gli studiosi hanno indicato varie soluzioni per raggiungere la dose giornaliera consigliata di iodio (150-200 µg al giorno), fondamentale per prevenire le malattie legate a una sua carente assunzione attraverso la dieta. Accanto al sale iodato, il cui consumo non può essere universalmente consigliato, la ricerca indica nuove strategie, come la biofortificazione dei prodotti alimentari e dei prodotti agricoli che rappresenta un nuovo modo per raggiungere in maniera efficace tutta la popolazione. “Con questo termine– spiega Attilio Attilio Caligiani, direttore generale della World Iodine Association - si fa riferimento alla possibilità di aumentare la concentrazione di un certo micronutriente, come lo iodio, all’interno di frutta e verdura. Una nutrizione equilibrata e attenta al fabbisogno di iodio deve essere parte integrante della futura strategia per la salute pubblica post 2020”.

  Un primo esempio di alimento biofortificato arriva dall’Italia e in particolare dagli studi sulla soia del gruppo di Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore del PlantLab dell’Istituto di Scienze della Vita. Qui i ricercatori hanno approfondito la possibilità di biofortificare la soia, alimento strategico per la nutrizione umana e animale. La ricerca ha dimostrato che la soia è un’ottima accumulatrice di iodio. Una sola applicazione fogliare di Iodato di potassio (KIO3), somministrato a bassissime concentrazioni (10 ml di KIO3 10 µM/pianta) durante la fase vegetativa della pianta, si è dimostrata sufficiente per raddoppiare il contenuto di iodio all’interno dei semi di soia, la frazione della pianta di interesse nutrizionale e commerciale, senza alterare i parametri produttivi della pianta.

  “Per il suo largo consumo – commenta Pierdomenico Perata - la soia biofortificata con lo iodio offre una soluzione per raggiungere il corretto approvvigionamento di questo elemento essenziale tanto nella dieta animale, arricchendone quindi anche i derivati come latte e formaggi, quanto nella dieta umana. La possibilità di integrare l’assunzione di iodio attraverso verdura o frutta biofortificata appare di fondamentale importanza anche per ridurre l’uso del sale iodato, il cui consumo deve essere ridotto ad esempio nelle persone che presentano problematiche di carattere cardiovascolare, per la presenza di sodio”.

  Le prospettive sono adesso quelle di creare linee guida a livello internazionale per fornire indicazioni precise per la standardizzazione dei processi di biofortificazione delle specie di maggior interesse: una infinita gamma di prodotti a base di soia potrebbe essere immaginata e rappresentare così una innovativa forma di  approvvigionamento di iodio a basso costo.

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