Sanità, partecipazione e disservizi: ampio dibattito in Consiglio regionale

La legge per promuovere la partecipazione dei cittadini

Via libera dal Consiglio regionale la proposta di legge “Disposizioni in materia di partecipazione e di tutela dell’utenza nell’ambito del sistema sanitario regionale”, che modifica la legge 40/2005. L’atto, presentato a firma di numerosi consiglieri del Pd (primo firmatario Stefano Scaramelli, presidente della commissione Sanità) e di Serena Spinelli (Art.1-Mdp) è stato approvato a maggioranza, con il voto contrario dei gruppi di centrodestra e favorevole di Pd, M5S, Sì Toscana a Sinistra, Gruppo misto-Tpt. Come ha spiegato Enrico Sostegni (Pd) illustrandolo in aula, l’atto interviene per aggiornare gli strumenti di partecipazione a livello regionale, aziendale e di zona-distretto, anche a seguito della riforma sanitaria.

Un ruolo centrale ai cittadini. Anche nelle scelte che riguardano la sanità. Le nuove modalità di partecipazione sono delineate su tre livelli nella nuova legge regionale che ha avuto oggi il via libera dall’Assemblea di Palazzo del Pegaso. E’ previsto un Consiglio dei cittadini per la salute, dei comitati aziendali di partecipazione e vengono riorganizzati quelli a livello di distretto “Con questa legge i cittadini si riappropriano di parte del sistema sanitario regionale e locale – ha detto il consigliere del Pd Enrico Sostegni membro della commissione Sanità presentando in aula la proposta di legge che attribuisce un ruolo fondamentale ai cittadini nella formazione delle politiche sanitarie- , diventando protagonisti e parte attiva tramite il consenso partecipato garantito grazie ad un’organizzazione puntale della partecipazione ”. Per il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli “questa nuova legge rappresenta una svolta importante . Con la nascita del Consiglio dei cittadini – spiega Scaramelli- questi ultimi saranno chiamati a contribuire alla predisposizione degli atti di programmazione di ambito regionale o di area vasta, a fornire contributi per percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, soprattutto per quanto riguarda le reti cliniche regionali” Nel dettaglio la legge prevede l’istituzione, presso la Direzione regionale competente, del Consiglio dei cittadini per la salute con funzioni consultive e propositive nelle materie attinenti alla tutela del diritto alla salute, dell’equità di accesso e della qualità e sicurezza dei servizi sanitari e socio- sanitari. Il consiglio sarà nominato dal residente della Giunta regionale e presieduto dall’assessore al Diritto alla salute. Durerà in carica quanto la legislatura e sarà composto da 25 componenti. Di questi 15 sono designati dai comitati aziendali, tre dal comitato regionale dei consumatori e degli utenti, tre designati dalla consulta regionale delle organizzazioni di volontariato scelti nell’ambito delle proprie associazioni rappresentative che operano nelle aree vaste della Toscana e quattro designati congiuntamente dagli organismi di partecipazione istituiti presso la direzione competente in materia di diritto alla salute. La legge istituisce anche i comitati aziendali di partecipazione a supporto delle direzioni aziendali, mentre per i comitati di partecipazione delle zone di distretto la nuova legge prevede che venga riscritta tutta la disciplina . Fra i componenti ci sono membri designati dalle associazioni rappresentative dell’utenza e dell’associazionismo di tutela

Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) ha spiegato che “la partecipazione è importante e che si era già tentato di fornire strumenti in questo senso con le Società della salute, ma questi strumenti non sono poi diventati operativi”. Sarti ha poi sottolineato come non possano essere esclusi dalla nuova legge i comitati “che hanno dato un contributo importante ad allargare il dibattito sulla sanità toscana”. “Se vogliamo fare vera partecipazione – ha detto – dobbiamo ascoltare tutti, non solo il consenso, ma anche il dissenso”. Sottolineando l’importanza di predisporre indicatori misurabili, il consigliere ha presentato alcuni emendamenti condizionando il voto favorevole del gruppo al loro accoglimento. Gli emendamenti, rielaborati e modificati in accordo con il Pd, sono stati poi accolti e dunque è arrivato il voto favorevole di Sì-Toscana a Sinistra.
Anche Andrea Quartini (M5S) ha annunciato voto favorevole anziché astensione solo a condizione dell’accoglimento degli emendamenti presentati da Sì-Toscana a Sinistra. “La partecipazione è fondamentale – ha detto il consigliere -; dare ai cittadini la possibilità di contare ed esprimere i loro bisogni reali ha un grande valore. Però non basta la partecipazione, dobbiamo essere sicuri che i cittadini abbiano capito i loro diritti”. Per questo Quartini ha criticato aspramente “il blocco del referendum avvenuto due anni fa, quando, nonostante fossero state raccolte 55mila firme per contestare il modello di riforma della sanità toscana, si è fatto in modo di boicottare l’espressione popolare”.

Monica Pecori (Gruppo Misto–Tpt) ha ugualmente annunciato voto favorevole condizionato all’approvazione degli emendamenti, pur esprimendo qualche dubbio “sulla composizione e i risultati che possono ottenere questi organismi, che rischiano di rimanere dei contenitori vuoti”. “Speriamo che vengano ascoltati – ha detto – dato che ci sono direttori generali che non ascoltano nemmeno i sindacati”.

SSR, calo introiti. Paolo Sarti (Sì): “Le scelte sui ticket sanitari fatte da Rossi e la sua Giunta sono state un vero e proprio fallimento”

“La perdita di 20 milioni di euro per la sanità pubblica della Toscana a causa del calo, tra il 2012 e il 2016, di oltre il 10% delle risorse derivanti dai ticket sanitari, rappresenta un grave problema per una Giunta regionale costretta a raschiare il barile tagliando servizi sociali e bloccando l’assunzione di operatori necessari per dare risposte ai cittadini” commenta Paolo Sarti, Consigliere regionale si Sì Toscana a Sinistra e membro della Commissione Sanità.

“Ciò è dovuto alla crescita dell’offerta di un privato sociale, sempre più favorito dalle politiche regionali, che offre prezzi concorrenziali rispetto al pubblico, a sua volta gravato da ticket esosi. I dati ci dicono anche di un calo generale dei consumi sanitari delle famiglie sempre più impoverite per gli effetti di una crisi economica che evidentemente, anche nella nostra Regione, ancora non ci siamo lasciati alle spalle”.

“Un'altra notizia ci dà, infatti, il quadro di una Toscana che vede raddoppiata la povertà assoluta, passando da 31.750 a 53 mila poveri, con caratteristiche oramai di cronicità: basta perdere il lavoro e a ruota la casa e a ruota non si riesce più neanche a curarsi”.

“Com’è lontana la ‘Toscana felix’ tanto cara al governo di questa regione e come stridono al cospetto di una realtà fatta di sempre maggiore povertà, anche sanitaria, le ‘medagliette’ conferite dalle varie agenzie governative. Spesso si tratta più di un ‘premio’ per quanto si è bravi a tagliare posti letto e chiudere servizi invece che per le risposte che si danno concretamente ai bisogni dei cittadini” termina Sarti.

Nasce Ispro, struttura a rete per la cura oncologica in Toscana

È stata approvata all’unanimità la nuova legge che disciplina la costituzione dell’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro). La nuova struttura a rete nascerà dall’unione dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo) e dell’Istituto toscano tumori (Itt) e avrà la funzione di coordinamento operativo della rete oncologica toscana, come ha spiegato il consigliere Paolo Bambagioni (Pd), illustrando il provvedimento all’aula.

“Si tratta – ha detto il consigliere del Pd e membro della commissione Sanità Paolo Bambagioni illustrando stamani in aula la proposta di legge- di un ulteriore passaggio della riforma del sistema sanitario avviata ormai tre anni fa. Si conclude un percorso che aveva come obiettivo quello di omogeneizzare l’offerta dei servizi ai malati oncologici e creare la parità di accesso alle cure. Ad ISPRO viene conferito un ruolo diverso, gli viene data personalità giuridica. Il che significa che il nuovo organismo è più forte. Prima di tutto – spiega Bambagioni in aula- la funzione del direttore generale sarà di coordinare tutti i dipartimenti oncologici della Toscana. Inoltre parteciperà come membro autorevole del governo clinico”Per Bambagioni e il presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli è poi un successo il raggiungimento dell’unanimità “che denota – dicono i consiglieri- senso di responsabilità istituzionale, segno che anche le minoranze hanno guardato all’interesse del cittadino e non a questioni di carattere ideologico”

Per il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli “si tratta di un passo importante nella direzione della semplificazione, della funzionalità e dell’efficienza dal momento che vengono assorbite le funzioni dell’Itt e allo stesso tempo viene introdotta una nuova disciplina dell’organizzazione della rete oncologica toscana che prevede uno specifico organismo di coordinamento della rete. L’intento è quello di superare la logica dell’organismo regionale di governo clinico e istituire una organizzazione più strutturata”. ISPRO avrà la funzione di coordinamento operativo della rete oncologica toscana. La rete oncologica regionale è costituita dal complesso delle attività di prevenzione, cura e ricerca svolte dallo stesso Ispro, dalle aziende sanitarie e dagli altri enti del servizio sanitario regionale. “Il modello a rete- sottolinea il presidente Scaramelli- è ormai riconosciuto a livello nazionale ed europeo come il più eccellente nel settore oncologico, quello che va maggiormente incontro alle esigenze del paziente. Nello specifico fra le altre funzioni, ISPRO avrà anche quella della gestione del registro toscano tumori, del registro di mortalità regionale, nonché delle mappe di rischio oncogeno e del centro operativo regionale per i tumori professionali”. La Commissione sanità ha concluso l’iter nei tempi che si era prefissata, affidando un’importante funzione di coordinamento operativo della rete oncologica toscana al nuovo istituto. Tra le principali novità: l’inserimento del coordinatore della rete oncologica pediatrica nel coordinamento dei dipartimenti oncologici; l’introduzione di uno specifico documento di indirizzo pluriennale in ambito oncologico; una nuova disciplina dell’organizzazione della rete oncologica toscana; la promozione di sinergie fra più soggetti al fine di condividere modelli organizzativi e relativi standard su tutto il territorio regionale.

Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) ha sottolineato che “noi rimaniamo contrari alla riforma sanitaria toscana, ma questo non ci impedisce di riconoscere che in un sistema così complesso le eccellenze esistono”. Il consigliere ha inoltre insistito sulla necessità di “mandare a regime il registro dei tumori, che è uno strumento fondamentale e che è bene che sia gestito da una struttura organica”.

Andrea Quartini (M5S) ha annunciato voto favorevole solo nel caso di approvazione della proposta di risoluzione presentata, “perché preoccupati per la stabilizzazione del personale”. “Si tratta di una buona legge che va nella direzione giusta”, ha commentato.

Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) ha spiegato di aver presentato una proposta di risoluzione “perché è necessario integrare quest’atto con la tutela dei lavoratori, mantenendo la continuità lavorativa e di competenze”.

Anche Monica Pecori (Gruppo Misto–Tpt) ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare i lavoratori e dunque sull’accoglimento della proposta di risoluzione, e ha ricordato come “il registro dei tumori sia importantissimo e si spera che adesso finalmente parta”. L’importanza del registro dei tumori è stata sottolineata pure da Manuel Vescovi (Lega), il quale ha annunciato voto favorevole.

Serena Spinelli (Mpd-Art.1) ha dichiarato di apprezzare in particolare la creazione di “una rete oncologica, perché non è accettabile che ci sia una presa in carico diversa del paziente a seconda dei territori” e ha avvertito come “la qualità di formazione del personale stia arretrando, e questo rischia di abbassare la qualità dei servizi”.

Approvata anche la proposta di risoluzione a firma di Paolo Sarti e Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Andrea Quartini (M5S), Nicola Ciolini (Pd), Serena Spinelli (Mpd-Art.1), che tra le altre cose impegna la Giunta “a garantire tutte le possibili forme di tutela nei confronti dei lavoratori, tra cui le clausole di salvaguardia e la conservazione della posizione giuridica ed economica”.

Marras (PD) interroga la giunta regionale sul mal funzionamento del sistema unico di prenotazione Cup 2.0

“Le ingenti difficoltà riscontrate dagli utenti negli ultimi giorni per la prenotazione di prestazioni sanitarie richiedono un intervento immediato e risolutivo. Per questo, anche alla luce della lettera inviata dal presidente Termine alla direzione della Asl sud est, ho deciso di richiamare l’attenzione della giunta regionale sul problema con un’interrogazione con cui verificare se la Regione è a conoscenza dei disagi descritti e come intenda muoversi per risolvere le criticità e garantire la piena funzionalità del sistema” – spiega Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana.

“Il cosiddetto Cup 2.0 mira a semplificare il sistema di prenotazioni riducendo le attese e migliorando così l’accesso ai servizi dell’utenza – prosegue Marras –. È un progetto innovativo che coinvolge un territorio molto ampio e le criticità in fase di start up, dunque, sono comprensibili, ma devono essere ridotte al massimo per non gravare sui cittadini. È importante individuare al può presto una soluzione efficace che permetta la regolare operatività anche una volta che il sistema sarà completamente a regime”.

Mugnai (Forza Italia): “Zona distretto: Arezzo torna autonoma. Forza Italia si conferma forza di governo”

"Abbiamo vinto una battaglia importante difendendo la nostra autonomia e dimostrando che le zone distretto e più in generale la riforma della sanità voluta dal PD erano sbagliate”.

Così il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai, Vice Presidente della Commissione Sanità, commenta l’impegno assunto dall’Assessore Saccardi di permettere ad Arezzo di avere una propria ed autonoma zona distretto dopo l’accorpamento con le preesistenti zone della Valtiberina e del Casentino.
“Noi crediamo che sia importante mantenere i servizi sui territori, riconoscendone le peculiarità e le esigenze. In questa prospettiva bene ha fatto la Amministrazione Comunale di Arezzo a chiedere con forza quanto oggi l’Assessore Saccardi ha promesso. L’accorpamento con Casentino e Valtiberina ha creato una zona distretto "monstre", sia per popolazione che per estensione territoriale”.

Un problema, questo, sollevato da Mugnai ai tempi dell'approvazione delle nuove zone distretto così come previste dalla riforma sanitaria e ribadito nelle settimane scorse: “Certo, adesso che Arezzo tornerà alla sua legittima autonomia diventa difficile comprendere come si possa permettere la continuazione dell’esistenza di una zona distretto comprendente due territori, il Casentino e la Valtiberina, che, per quanto attigui, sono mal collegati fra loro ed hanno specificità assolutamente distinte. E’ proprio vero che la riforma della sanità voluta dal PD è stata fatta con i piedi”.

Una battaglia che ora il Capogruppo di Forza Italia continuerà a combattere in Regione: “Noi vigileremo affinchè l’odierna affermazione dell’Assessore Saccardi, riguardante l’autonomia della zona distretto di Arezzo, trovi prontamente riscontro in atti ufficiali che vengano portati ed approvati in Consiglio Regionale”

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