Consiglio comunale a Sollicciano, Nardella: "Intitoleremo il carcere a Margara"

Il carcere di Sollicciano

"Ho dato mandato all'assessore alla mobilità Giorgetti, che si sta occupando della riorganizzazione del trasporto pubblico locale in vista dell'entrata in vigore a giugno delle due nuove linee della tramvia, di potenziate le linee degli autobus che collegano il carcere alla città. Inoltre, della questione dei trasporti da e per Sollicciano vorrei parlarne anche con il sindaco di Scandicci Fallani". Lo ha detto il sindaco Dario Nardella, intervenendo nel Consiglio comunale alla Casa circondariale di Sollicciano, nel corso del quale ha proposto di intitolare il carcere ad Alessandro Margara, magistrato ispiratore della riforma penitenziaria che ha avuto una visione profondamente umana del carcere.

Il sindaco, oltre alla questione dei trasporti aperta da anni, nel corso del suo intervento ha affrontato anche l'altra questione aperta del ricorso alla semilibertà: "Per applicare al massimo la semilibertà siamo alla ricerca di un immobile del Comune da mettere a disposizione del direttore del carcere Fabio Prestopino e del provveditore regionale Antonio Fullone affinché il ricorso a questo trattamento sia sempre più ampio. Perché chi ottiene la semilibertà conquista un grande valore: conquista la libertà, ma anche la responsabilità verso la società".

Il sindaco Nardella ha spiegato poi che ogni anno il Comune investe 450mila euro per progetti interni ed esterni al carcere. Tra i progetti portati avanti fuori dalla struttura ci sono l'accoglienza esterna per misure alternative, il Centro diurno Attavante in un locale comunale e il progetto Lost a Trespiano (per l'avviamento al lavoro dei detenuti), mentre tra i progetti realizzati all'interno della casa circondariale c'è l'Operatore Ponte, che supporta i detenuti nel rapporto con i servizi del territorio. Oltre a questi progetti di recente l'amministrazione comunale ha approvato la delibera presentata dall'assessore al Welfare Sara Funaro, che prevede di inserire negli appalti del Comune e delle partecipate una riserva del 5% a cooperative B per inserimenti lavorativi per soggetti svantaggiati, tra cui anche i detenuti. "Pensiamo che solo attraverso opportunità concrete possiamo dare la possibilità di una vita differente e diminuire l'alto tasso di recidività, oggi al 70% - ha spiegato il sindaco Nardella -. La delibera approvata é un atto importante, che riporta al centro il tema del lavoro nelle politiche sociali che sempre più si discostano dal puro assistenzialismo per dare dignità e recupero sociale". "Dobbiamo trasformare il carcere da luogo di risentimento e dolore a luogo di speranza - ha detto Nardella - perché dobbiamo iniziare a lavorare dal primo giorno in cui una persona vi entra e non dal giorno in cui esce. Questo perché le persone che entrano continuino a mantenere la fiammella della speranza e dell'ottimismo per la propria vita professionale e lavorativa, per i propri familiari e per la propria salute". "Un sistema penitenziario efficace deve porre le sue basi non solo sulla pena, ma anche e soprattutto sui temi educativi e culturali se non vogliamo che le persone escano dal carcere peggiori di come sono entrate - ha aggiunto il sindaco -. Noi vogliamo che il carcere diventi luogo di riabilitazione sociale, solo così possiamo creare una società migliore".

Infine, il sindaco ha comunicato l'istituzione del Premio Nicola Zuppa, insegnante di Sollicciano recentemente scomparso, a cui sta lavorando l'assessore Funaro. Il premio prevedrà la possibilità di erogare due borse di studio ai detenuti che si distingueranno per l'impegno dimostrato.

L'intervento di Mdp

Questo l’intervento della consigliera Stefania Collesei e del consigliere Alessio Rossi nel consiglio comunale straordinario a Sollicciano

“E' per noi molto significativa questa giornata di ascolto "dal vivo" sulle problematiche del carcere di Sollicciano. Una struttura che ospita circa 700 detenuti , che sono in aumento.
Come Consiglieri non è la prima volta che entriamo qua dentro  ma è sempre un momento di riflessione e coinvolgimento emotivo. Ci è stato raccontato che questo è stato un anno buio, con un'alternanza di direttori che ha reso le cose più difficili, persino per un'autorizzazione a una telefonata.
Abbiamo avuto modo di constatare che nonostante l'impegno di molti siamo ancora ben lontani dallo spirito del dettato costituzionale secondo cui le pene devono tendere alla rieducazione del condannato . Ambienti con problemi di umidità, mancanza di acqua calda  ,lavori non fatti, scarse opportunità di " riempire " i momenti della giornata con attività che preludano al reinserimento nella società. Ad esempio sono insufficienti i corsi di italiano o quelli per la secondaria di primo livello. le richieste sono il doppio degli iscritti secondo gli insegnanti della sede carceraria.
Viene lamentata una carenza di personale che riguarda gli agenti penitenziari ma anche educatori, psicologi,assistenti sociali, operatori medici.
Come ebbe a dichiarare il Presidente Mattarella " Occorre proseguire sulla strada che sappia unire sicurezza alla comunità e relazioni sociali, opportunità di istruzione e lavoro per offrire ai detenuti la scelta del recupero e dell'integrazione". Per senso di umanità e per  evitare il più possibile la recidiva.
Un problema di dimensioni ridotte ma significativo è quello delle alternative al carcere per le madri di minori fino a 6 anni, ancora poco praticate, e non è ancora stato risolta a Firenze la questione della detenzione presso gli Istituti a custodia attenuata , i cosiddetti  ICAM. Così come  occorre  porre attenzione a detenuti particolari che hanno ancora meno diritti : i transgender , che sono isolati  e non svolgono quasi attività , abbrutendosi . C' è ancora tanto da fare: per come stare dentro il carcere e per cosa fare dopo il carcere. Da questo punto di vista è da segnalare il Protocollo della Regione Toscana , sottoscritto dal Comune di Firenze ,che investe risorse in gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B  prevedendo l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e c'è da segnalare l'impegno anche economico del Comune di Firenze per le attività dentro e fuori del carcere. Ma c'è ancora tanto da fare”.

Le parole di Cellai (FI)

Questo l'intervento del capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai nel consiglio comunale straordinario al carcere di Sollicciano

"Mi reputo fortunato ad aver avuto l'occasione di ascoltare oggi chi vive il carcere in questa seduta del consiglio comunale. Mi aspettavo di ascoltare anche la voce della Polizia penitenziaria, ma invece non c'è stata. Chiederò conto a chi di dovere sulle responsabilità di questa assenza, che sicuramente non dipende dalla presidenza del consiglio che aveva previsto un intervento.
Quando si parla di carcere non si parla solo detenuti ma anche degli operatori della polizia penitenziaria, che condividono gli stessi problemi di chi si trova a scontare una pena. Grandi e piccoli problemi quotidiani, come l'assenza di acqua calda o di ventilatori per dare sollievo al caldo in estate, ad esempio.
Come politici abbiamo un dovere di trasparenza nei confronti dei detenuti e degli agenti di polizia: tentare di dare una tempistica certa per gli interventi necessari all'interno del carcere. Il ministro Orlando ha dato tempi per le cose da realizzare; noi controlleremo che siano rispettati. Ringrazio l’onorevole Bergamini che ha voluto essere qui oggi, a testimonianza dell’impegno di Forza Italia su questi temi a tutti i livelli.
Registriamo la volontà del sindaco Nardella di migliorare i trasporti da e per il carcere con nuove linee di autobus. Bene, ricordiamo che resta da sistemare la strada di fronte al carcere, utilizzando i dissuasori per limitare la velocità dei veicoli, riqualificare il parcheggio. Sul lavoro siamo tutti d'accordo: che i detenuti possano avere la possibilità di lavorare è fondamentale per la loro rieducazione e il futuro reinserimento nella società. E sappiamo che già oggi si danno opportunità di lavoro all'interno del carcere. Di questo oggi non si è parlato abbastanza; se ci fosse stato l'intervento della Polizia penitenziaria, di coloro cioè che a quel lavoro sovrintendono ogni giorno, sarebbe stato possibile saperne di più.
Da parte nostra anche quest’anno, come l’anno scorso, incontreremo con una delegazione del partito la Polizia penitenziaria per ascoltare i loro problemi e riportarli all’assemblea cittadina".

L'intervento di Eros Cruccolini

Questo l'intervento del garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini, che ha partecipato oggi alla seduta del consiglio comunale a Sollicciano:

"Gentilissima Presidente, ho visto la sua richiesta di relazione da presentare al Consiglio Comunale, ritengo che la scelta di venire nell’istituto penitenziario di Sollicciano sia molto importante perché solo vedendo con i vostri occhi e sentendo direttamente dalle persone, potete rendervi realmente conto di quali siano le condizioni di vita attualmente vissute presso il carcere di Firenze. Le persone non hanno molte occasioni collettive per riportare il loro pensiero e le loro esperienze, solitamente si dice che le persone ristrette non hanno voce, facciamo in modo che non passi molto tempo per fare momenti di verifica rispetto ai problemi evidenziati. Cerchiamo di dare continuità e fiducia a persone molto spesso inascoltate. La mia relazione avrà quindi una impostazione diversa dal passato e alla luce dell'esperienza che si concretizzerà lunedì prossimo, mi permetto di proporLe di rivedersi in uno dei prossimi Consigli Comunali in Palazzo Vecchio.
Le persone detenute sono l'anello debole del sistema carcerario, infatti oltre che vedersi limitare la propria libertà personale vengono di fatto e ingiustamente privati di tanti altri diritti.
Sono convinto che ci sia bisogno di un intervento sostanzioso se realmente vogliamo cambiare le condizioni di vita delle persone ristrette e di chi ci lavora quotidianamente.
Il Presidente del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, non ha fatto mancare il suo apporto, che però si è limitato a piccoli progetti di riqualificazione, quali il rifacimento dei passeggi, delle docce etc... Interventi certamente necessari ma insufficienti per risolvere le gravi carenze strutturali ed igienico-manutentive che affliggono ormai da anni Sollicciano e parzialmente anche l’Istituto Mario Gozzini, senza contare il mal funzionamento di servizi primari, come il riscaldamento e l’acqua calda.
C'è poi il bisogno urgente di rispondere alle carenze della pianta organica della Polizia Penitenziaria e dell’area educativa, figure portanti sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per la parte trattamentale.
Nel giro di due anni il cambio di ben quattro Direttori non è stato di aiuto per avviare un progetto di continuità e stabilità necessario e indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di cambiamento, cosa diversa e quindi positiva l’esperienza dell’Istituto Mario Gozzini, realtà a custodia attenuata per uomini, dove c’è stata continuità nella direzione. L'Associazione Antigone ha messo più volte in evidenza la necessità di cambiare il sistema organizzativo del personale in carcere, in funzione dei servizi da erogare alle persone detenute. Condivido questo concetto che chiaramente deve vedere coinvolti come primi attori il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
Il sistema carcerario attuale è complesso e problematico e come se non bastasse, l'evasione di tre detenuti avvenuta nel febbraio 2017, ha comportato tutta una serie di limitazioni ed ancora oggi la vita in sezione delle persone detenute non è ripresa regolarmente. In sintesi chi ha pagato in termini negativi sono i 700 detenuti che sono rimasti dentro.
Altra considerazione che vorrei portare a vostra conoscenza riguarda l’erogazione del servizio mensa che prevede la somministrazione di colazione, pranzo e cena. Le gare erano state bandite per un ammontare di circa 3,70 euro a persona, lascio a voi immaginare il livello qualitativo degli alimenti somministrati.
Come Ufficio del Garante in questi anni abbiamo cercato di costruire una rete di relazioni e di rapporti, grazie anche ad un significativo aiuto del mondo del volontariato (Pantagruel, L’Altro diritto, Avp, referenti delle varie confessioni religiose presenti all’interno del carcere). Abbiamo ascoltato le necessità e i bisogni delle persone che hanno richiesto colloqui, cercando di attenuare le ansie, le preoccupazioni, il senso di frustrazione e di abbandono. Per questo siamo entrati in contatto con le figure interne ed esterne (avvocati, Serd territoriali, assistenti sociali) che hanno a che fare con le persone detenute.
Abbiamo cercato di sollecitare laddove è stato possibile, un avvicinamento con i familiari, in particolare con i propri figli. Riguardo a questo importate aspetto della genitorialità, a Sollicciano è attivo un progetto dell’Associazione Telefono Azzurro finanziato dalla Regione e al Gozzini è presente l’Associazione Bambini senza sbarre, grazie al contributo economico dell’Ente Cassa. Nei prossimi mesi lavoreremo anche insieme all’associazione delle comunità terapeutiche e il settore socio sanitario della Regione, per rivedere nei regolamenti delle comunità terapeutiche, la parte relativa ai contatti e rapporti con le famiglie e in particolare con i figli.
E’ fondamentale recuperare e far mantenere alle persone detenute le proprie responsabilità genitoriali, però il Dipartimento e il Ministero non possono pensare che le istituzioni locali debbano fare supplenza alle loro carenze. Quindi in prospettiva sarebbe importante che Cassa Ammende, che a tutt’oggi ha finanziato prevalentemente interventi manutentivi e strutturali, finanziasse anche progetti di natura educativa e culturale: progetti per promuovere la genitorialità, progetti specifici per i sex offenders e i trans ecc...
L’Ufficio del Garante ha potuto sviluppare la sua massima potenzialità, anche perché supportato da due ragazze del servizio civile, fortemente motivate e competenti. Ultimamente siamo tornati a ranghi ridotti e perciò siamo in difficoltà a rispondere a tutte le richieste di colloqui; siamo comunque convinti di richiedere alla nuova Direzione uno spazio di supporto all’interno del carcere, per garantire una maggiore presenza e rispondere in talune occasioni a situazioni di emergenza. Visto che agli onori della cronaca, del carcere si parla solo quando avvengono fatti negativi, è stato significativo l’impegno del Sindaco di voler accendere i riflettori sul carcere attraverso iniziative culturali di grosso rilievo sul piano cittadino, come la “Notte Bianca” e l’apertura dell’Estate Fiorentina.
La proposta culturale è sicuramente un veicolo importante per far emergere abilità che in passato le persone detenute non sapevano di possedere, vedi l’esperienza del laboratorio di scrittura creativa che ha portato alla pubblicazione di due libri scritti dalle ragazze di Sollicciano, il cd prodotto dalla band “Orkestra ristretta,” grazie al bando regionale “Toscana 100 band”.
Per cambiare l’atteggiamento e il rapporto con le persone detenute e l’istituzione detentiva, bisogna sempre più considerare il carcere come luogo di fruizione e produzione culturale della città, quindi aperto nelle sue attività a tutte le persone del territorio. Questa realtà deve essere sempre più inserita nella vita della città.
Il Comune e la Regione erogano costantemente da anni risorse finanziarie per attività sportive, motorie, teatrali, musicali e attività culturali sia per Sollicciano che per l’istituto a custodia attenuata Mario Gozzini. Nei prossimi mesi con il nuovo Direttore, con il Provveditore e gli Enti locali dovremmo predisporre un progetto culturale stimolante che faccia costantemente parlare in termini positivi, delle esperienze sviluppate all’interno del carcere, sia per i detenuti che per i cittadini interessati a parteciparvi.
Con le Assessore Saccardi e Funaro, è stato condiviso un obiettivo comune di promuovere azioni politiche con l’intento di diminuire l’alto tasso di recidiva, oggi al 70% e di conseguenza anche il livello di microcriminalità. Questi intenti hanno già trovato concretezza con un primo protocollo della Regione Toscana che investe risorse in gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B, dando attuazione alle Legge 381/91 che prevede l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, che non sono solo ex detenuti ma anche disabili, psichiatrici e tossicodipendenti che non finiscono in carcere. Un provvedimento simile è stato approvato anche in Giunta comunale dal Sindaco Nardella e corrisponde, secondo me, al dettame del secondo comma dell’art. 3 della Costituzione: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Offrire l’opportunità a soggetti svantaggiati di un lavoro vero toglie queste persone dal settore dell’assistenzialismo, liberando risorse nel settore del sociale. Questa potrebbe configurarsi come una piccola riforma dello stato sociale. Tenete conto che la Legge 381/91 è una legge nazionale, e che i settori su cui rivolgere gare per le cooperative di tipo B, sono ambiti sui quali i Comuni hanno compiti istituzionali di intervento, quali manutenzione del verde, pulizia degli ambienti etc.. E’ importante che questa scelta sia condivisa da altri Sindaci di piccole e grandi città, per Firenze ci sono anche altri interlocutori su tale argomento, come le Partecipate e ci sono anche altri Enti che hanno dato su tale tema la loro disponibilità, come il Consorzio di Bonifica e l’Università.
Considerato che a Sollicciano non ci sono solo detenuti fiorentini, la nostra azione è stata indirizzata ad incontri con i Comuni del Mugello, dell’Empolese e della Val D’Elsa, dove c’è stata attenzione e sensibilità in quanto in alcuni Comuni venivano già effettuate gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B e quindi la nostra richiesta è volta a chiedere provvedimenti, alle aggregazioni dei Comuni, sulla falsa riga dei protocolli della Regione e del Comune di Firenze per incrementare in maniera più omogenea sul territorio le gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B. Abbiamo avuto contatti con l’Anci regionale e nazionale, per continuare questa opera di sensibilizzazione e con l’Assessore Saccardi è stato chiesto alla conferenza Stato-Regioni di attivare un Tavolo di monitoraggio sul tema carcere, per aprire un confronto che mettesse in evidenza le scelte politiche virtuose delle Regioni, rivolte ai soggetti svantaggiati. Questa necessità si è palesata nel momento in cui nei nostri incontri individuali con le persone detenute, ci facevano notare che in alcune realtà del nostro territorio nazionale, mancavano opportunità di reinserimento lavorativo. Sul tema lavoro e formazione vorrei mettere in evidenza alcune iniziative importanti della Regione Toscana.
Avendo avuto la disponibilità dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della Regione, nei prossimi mesi a Sollicciano partirà una sperimentazione riguardante la certificazione delle competenze e a tal fine è in via di predisposizione un protocollo tra Regione e Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria.
L’intento è dare la possibilità a tutte quelle persone che all’interno del carcere hanno svolto attività lavorative per periodi prolungati, di vedersi riconosciuti crediti formativi. Pensiamo ad esempio all’attività dei detenuti all’interno della mensa, al gruppo di lavoro sulle manutenzioni ordinarie, alle biblioteche etc..
Verrà costituita una commissione tecnica esterna che valuterà, sulla base della documentazione presentata, e attraverso un esame pratico, le competenze acquisite rilasciando un attestato riconosciuto sul piano nazionale. A tal proposito vi allego la documentazione.
Altro provvedimento del settore formazione della Regione, è la predisposizione di un bando rivolto alle carceri toscane, per svolgere corsi di formazione all’interno delle proprie strutture; l’esito di questo bando uscirà nelle prossime settimane e prevede un investimento di circa 700 mila euro.
Per quanto riguarda il territorio invece, l’Assessorato al sociale della Regione Toscana, ha indetto un bando specifico per l’inserimento lavorativo di persone provenienti dal carcere, sono risorse europee che porteranno ossigeno per quelle associazioni ed enti locali che si impegnano quotidianamente a favorire il reinserimento di queste persone. Inoltre la Regione attraverso il finanziamento di voucher formativi (fino ad un massimo di tremila euro), permette alle persone disoccupate e con difficoltà economiche di frequentare corsi di formazione per accrescere le competenze professionali e migliorare cosi la propria posizione nel mercato del lavoro. Un elemento sempre su tale tema, di notevole rilevanza è un Protocollo (che sarà sottoscritto a breve) con l’associazione industriali fiorentina, che prevede un impegno per portare attività lavorative all’interno delle carceri cittadine e una disponibilità per inserimenti sul territorio. Cofirmatari di questo atto, sono il Comune di Firenze e gli istituti di Sollicciano e Gozzini.
Dato che il tema lavoro è sicuramente centrale per quanto riguarda il reinserimento, abbiamo avviato un rapporto di collaborazione con l’Aci nazionale e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per un progetto sperimentale che permetta alle persone detenute l’avvio di un percorso per l’acquisizione della patente, strumento indispensabile in alcune occasioni per la ricerca di opportunità di lavoro.
Proprio in questi giorni abbiamo fatto degli incontri con le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo. Anche questa esperienza ha un valore rilevante e vede il corpo insegnanti fortemente motivato a trasmettere conoscenze e ad offrire spunti di riflessione rispetto al proprio vissuto.
Per dare piena risposta alle richieste di partecipazione alla scuola, sarebbero indispensabili più insegnanti e risorse. Nelle prossime settimane incontreremo le studentesse e gli studenti delle scuole superiori e anche le persone che sono iscritte ad un corso universitario.
Per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi sul territorio, l’Assessorato al sociale del Comune, da tempo ha strutturato una rete significativa e qualificata che si occupa di accoglienza e inserimenti lavorativi. In un recente incontro con queste associazioni abbiamo pensato di impegnarci particolarmente per un reinserimento delle persone nelle attività del territorio, promosse dai Quartieri, dalle associazioni, dalle società sportive, per impegnare una parte del proprio tempo libero, per fare nuove conoscenze, esperienze attraverso corsi, laboratori, attività motoria, volontariato. C’è l’esigenza di consentire alle persone che seguiamo l’accesso alle proposte culturali offerte dalla città nell’ambito del teatro, del cabaret, del cinema, dei concerti, che altrimenti per le loro condizioni economiche, ne resterebbero esclusi. C’è bisogno di diventare sempre di più, parte attiva nella vita quotidiana di questa città.
Vista la composizione della popolazione detenuta che vede una presenza significativa di stranieri, la nostra azione come Ufficio, si è rivolta anche verso le istituzioni consolari dei paesi che hanno un numero consistente di persone recluse a Sollicciano. Questa azione si pone l’obiettivo di far sentire meno sole le persone straniere, di ricevere un supporto tecnico amministrativo e in alcune occasioni la valutazione di un progetto di rimpatrio assistito. Le realtà contattate a tutt’oggi sono le rappresentanze della Tunisia, del Marocco, della Romania, dell’Albania e del Brasile. Abbiamo ricevuto disponibilità e impegno, che concretizzeremo nei prossimi mesi con momenti di incontro con i propri concittadini, per affrontare problematiche collettive o individuali.
Nei primi mesi del 2018, dovrebbe avviarsi il progetto sperimentale elaborato con l’Università, l’Ordine degli Assistenti sociali, l’Uiepe, il Comune di Firenze, la Cooperativa Cat e che ha coinvolto le due realtà carcerarie fiorentine. Il progetto consiste nel mettere a disposizione un assistente sociale per quei cittadini residenti nei Comuni della Città Metropolitana, che entreranno in carcere e che dando il proprio assenso potranno essere presi in carico in tempi brevi. Presa in carico che coinvolgerà anche i familiari, molto spesso lasciati soli a gestire le conseguenze della detenzione. Tale progetto ha un carattere fortemente preventivo in quanto la prima fase della detenzione per una persona che si trova per la prima volta ristretta, crea momenti di ansia e depressione legati anche alla lontananza dei propri familiari, in particolare dei figli.
Altro percorso avviato insieme al Dap e agli Assessori Saccardi, Funaro e Fratoni che potrebbe cambiare sostanzialmente la situazione strutturale e le condizioni di vita per le persone che vivono e lavorano dentro il carcere, è l'elaborazione di una diagnosi energetica per quanto riguarda le realtà di Sollicciano e Gozzini. Tale elaborazione è attualmente in corso in quanto è stato incaricato il Consorzio Energia Toscana e prevede l’investimento di risorse per l’installazione di pannelli fotovoltaici, il rifacimento di infissi e impiantistica, elettrica e riscaldamento e con la possibilità di climatizzazione anche nelle sezioni. Saranno richiesti finanziamenti europei per quanto riguarda l’attuazione di questo progetto, il bando è già uscito e scade a marzo.
Altro settore delicato e importante è quello del funzionamento della sanità pubblica all’interno del carcere, l’obiettivo è di far uscire le persone dal carcere al fine pena, meno malate di quando sono entrate. Da parte dell’Assessorato alla sanità e dell’Azienda Sanitaria fiorentina c’è un cospicuo investimento in termini di personale e risorse per garantire una continuità sanitaria giornaliera diagnostica e per favorire un rapporto con le istituzioni territoriali. Noi cerchiamo di monitorare e di attivare una forte collaborazione per il raggiungimento di un servizio soddisfacente da parte dell’utenza detenuta. La Regione per più anni ha finanziato il progetto denominato “Art. 32”, gestito dall’Associazione Pantagruel, che vedeva il ruolo attivo degli stessi detenuti, come facilitatori del rapporto tra i colleghi delle sezioni e i medici.
Come avrete potuto constatare, abbiamo parlato molto spesso di colloqui individuali di problematiche e mai di momenti collettivi dove le persone ristrette possono rappresentare e sollecitare problemi generali. A questo proposito in passato avevamo costituito la “commissione detenuti” e l’attuale direttore Berdini l’ha voluta ripristinare, non con il carattere previsto dal Regolamento Penitenziario cioè come commissione cultura, sport e tempo libero, bensì come un incontro per affrontare prevalentemente i problemi di convivenza e le disfunzioni di carattere generale. In queste settimane si sta concretizzando il lavoro avviato dagli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, voluti dal Ministro Orlando. il Governo dovrà emanare dei provvedimenti che andranno a modificare il Regolamento Penitenziario e il percorso delle misure alternative alla detenzione. E’ un segnale importante di cambiamento a cui molti di noi hanno partecipato, anche se sarebbe stato opportuno un maggior coinvolgimento delle persone detenute, coloro che in prima persona vivono e subiscono la realtà detentiva.
E’ importante in questo panorama accennare anche al rapporto con la Magistratura di Sorveglianza, che ha un ruolo fondamentale per quanto riguarda i percorsi detentivi e di accesso alle misure alternative. Vogliamo fare solo una piccola considerazione, legata anche al ricordo di Alessandro Margara, che è stato Presidente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e magistrato di sorveglianza che ha fatto storia in questo mondo. Mi sento con umiltà di riprendere una modalità di lavoro perseguita da Alessandro Margara, che era quella di conoscere le persone per riuscire a capire le motivazioni e le cause del reato commesso, sollecitare ad una riflessione ulteriore per poter maturare la voglia di cambiamento, dando consigli e suggerimenti. Questo passaggio era fondamentale per il magistrato Margara, prima di esprimersi sui permessi e sulle misure alternative, non limitandosi alla sola lettura delle carte giudiziarie. E’ un auspicio nell’interesse di tutti, uscendo dalla logica di continuare a giudicare nel tempo, rispetto al reato commesso, senza constatare i cambiamenti e i progressi che le persone impegnandosi hanno portato avanti.
I contenuti rappresentati in questa relazione sono il frutto di un grosso impegno politico delle istituzioni, dell’associazione imprenditoriale fiorentina, delle associazioni di volontariato impegnate nel carcere e delle associazioni che collaborano con il Comune per la gestione dei servizi rivolti alle persone del settore della marginalità. Devo ringraziare anche la Consigliera al sociale della Città Metropolitana, Benedetta Albanese, con la quale abbiamo promosso e condiviso una iniziativa rivolta ai Comuni su questi argomenti. Ringrazio infine il Sindaco per avermi permesso di fare questa nuova esperienza come Garante per i diritti dei detenuti. E non ultima per importanza, la collaborazione con il Garante regionale per i diritti dei detenuti, che ha più esperienza di me e che mi ha supportato nel lavoro svolto".

L'opinione del PD
Il gruppo PD ringrazia la Presidente del Consiglio Comunale Biti ed il Sindaco Nardella per aver voluto effettuare un consiglio comunale nella casa circondariale di Sollicciano.
“E' stata un'espressione forte di vicinanza alle problematiche carcerarie, sia di chi deve scontare la pena, sia dei tanti che vi lavorano.
I detenuti – proseguono i consiglieri del gruppo PD – sono parte della comunità cittadina e per questo è importante dare loro l’occasione di partecipare ad una riunione del Consiglio Comunale, organo espressione della comunità stessa. Infatti, è vero che si tratta di persone che hanno violato le regole della civile convivenza, violazione evidentemente grave a cui l’ordinamento reagisce con l’applicazione nei loro confronti della massima sanzione penale, ovvero la privazione della libertà personale, ma è anche vero che la Carta fondamentale, la Costituzione, tra i principi fondamentali, inserisce all’art. 27, quello secondo cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. La norma prevede che la detenzione deve tendere sempre alla rieducazione del condannato. Quindi, è proprio in quest’ottica, che deve essere intesa la decisione di tenere una sessione del Consiglio Comunale a Sollicciano. E proprio in questo aspetto rieducativo, e finalizzato al reinserimento sociale del detenuto, assume rilevanza l’odierna iniziativa che ha anche l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla realtà carceraria e sulle sue problematiche che devono coinvolgere non solo coloro che ne fanno parte: detenuti, personale della Polizia Penitenziaria, operatori sanitari, psicologi, educatori, ma anche la comunità cittadina. Diverse – proseguono i consiglieri PD – le problematiche ancora da risolvere. La carenza di personale e di servizi vitali, l'implementazione di servizi sanitari e di spazi per garantire la salute dentro e fuori per i detenuti, il potenziamento dei percorsi educativi e del trasporto, più figure professionali e sociali a supportare gli operatori e sanare le criticità strutturali e di vita quotidiana sono fra le priorità che intendiamo monitorare per una soluzione nel breve periodo. Così come fondamentale è la richiesta di realizzare misure alternative alla reclusione in comunità educanti, che sappiamo essere efficaci nel prevenire le recidive e nel recupero di coloro che hanno commesso reati come chiede la nostra Costituzione.
E' necessario – concludono i consiglieri PD – avere una direzione stabile del penitenziario. Il Governo è intervenuto rispondendo a talune lacune ma serve ancora molto per dare la giusta dignità a tutti coloro che, quotidianamente, vi lavorano.
Un pensiero particolare, in questa giornata, lo rivolgiamo a “Don Cuba”, don Danilo Cubattoli, il parroco scalatore, prete che ha avuto sempre a cuore la sorte dei carcerati”.
Parla Noferi (M5S)

Questo l’intervento della capogruppo del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi nella seduta straordinaria del consiglio comunale a Sollicciano

“Il Consiglio Comunale di oggi al carcere di Sollicciano ha inteso accendere un faro sul problema del carcere. I dati relativi alle nuove assunzioni degli agenti di custodia illustrati dal Ministro Orlando saranno tutti da verificare in questo scorcio di legislatura, visto che il 2 ottobre scorso il decreto Madia ha tagliato a livello nazionale altri 600  agenti quando già c’era una carenza di organico di 1000 unità.
Si sa che la carenza di organico produce effetti negativi per tutti: per i poliziotti, costretti a turni massacranti, per la popolazione, per il rischio di evasioni, per i detenuti, che non possono usufruire dei pochi servizi di assistenza e attività, non avendo poliziotti che li accompagnino.
Il Sindaco ha ribadito che era un occasione di ascolto, ma nel frattempo, Ministro e Sottosegretario, sono stati richiamati da faccende più importanti e non hanno potuto ascoltare gli interventi dei consiglieri comunali. I rappresentanti delle guardie carcerarie non sono potuti intervenire e questo è un fatto grave, perché anche loro vivono il carcere e le sue criticità; sicuramente avrebbero avuto cose importanti da dire alla città e ai suoi rappresentanti.
Presente per tutto il consiglio comunale invece la senatrice Laura Bottici del Movimento 5 Stelle.
Il precedente Consiglio Comunale in carcere a Sollicciano si era svolto nel 2011 e già allora erano apparsi chiaramente i problemi.
Ad oggi nessun problema è stato risolto.
I detenuti sono sempre molti di più di quanti la capienza del carcere prevederebbe, 700 su 363, il carico elettrico rimane un problema, come anche la disponibilità di acqua calda e docce, cibo di scarsissima qualità, endemica carenza di organico della polizia penitenziaria, carenza di insegnanti, il cambiamento di ben 4 direttori in due anni, l’alto tasso di recidività (rimasto al 70%), la possibilità di curarsi adeguatamente, la possibilità di parlare con un assistente sociale ecc. ecc.
La relazione del garante comunale è una relazione, non su quello che è stato fatto, ma su quello che forse sarà fatto: “nei prossimi mesi… nelle prossime settimane… nei prossimi giorni…”.
L’inerzia del governo PD sul problema carceri è la stessa del governo precedente, quella che l’assessore Saccardi criticava nel 2011.
Sono passati 6 anni da quel comunicato, era il  14 marzo 2011, un’intera legislatura del governo PD non ha cambiato nulla nella vita dei detenuti e della polizia penitenziaria di Sollicciano e delle altre carceri italiane.
Siamo a ridosso delle elezioni politiche e questo consiglio comunale racconta altre buone intenzioni su come risolvere i problemi già noti che non sono stati risolti.
Nessuno ormai crede più alle promesse.
Dal comunicato dell’assessore Maria Rosa Di Giorgi del 2011: “Rimane pesante e gravissima la situazione delle strutture edilizie e sanitarie di Sollicciano, non degna di un paese civile”, niente ad oggi è cambiato”.

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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