Consiglio a Sollicciano, Amato (AL): “Inclusione contro pregiudizi”

Miriam Amato

Questo l’intervento della capogruppo di Alternativa Libera, Miriam Amato, nella seduta straordinaria del consiglio comunale a Sollicciano: “Dal rapporto dell'Associazione Antigone del 2017, sulla realtà penitenziaria in Italia, emerge un tasso di sovraffollamento pari a 113%. Sono stati molti gli elementi analizzati dall'uso eccessivo della custodia cautelare al fenomeno dei suicidi e delle morti in cella.
Il sovraffollamento nelle celle riguarda anche il fatto che dovrebbero essere garantiti 4 mq a detenuto. Carenti sono anche i numeri sul personale 1,7 detenuti per ogni agente, uno dei dati più bassi dell'Unione europea, che definisce drammatica la situazione lavorativa degli educatori nelle carceri italiane. Per contro, mentre è in aumento il ricorso alla “custodia cautelare”, prima della condanna definitiva c’è una quasi totale assenza del regime in semilibertà.
Numeri allarmanti dal 1992 ad oggi sono i circa 25 mila casi di ingiusta detenzione, con un risarcimento pari a 630 milioni di euro. Altro tasto dolente è il numero dei suicidi che rimane alto.
Ricordo che nel 2015 un detenuto in questa struttura ha avuto una riduzione della pena e un risarcimento, perché la cella non rispettava gli standard europei, per presenza di muffe e insetti, assenza di acqua calda, meno di 4 ore di passeggio giornaliero e altro.
Problemi riscontrati negli anni a Solicciano riguardano: la presenza di topi, docce che non funzionano, mancanza di acqua calda, freddo d'inverno e caldo in estate, la necessità di riparare i tetti che causano infiltrazioni. Tutti fattori strutturali che rendono difficile ed inadeguato lo stato di detenzione. Questo si traduce in disagi sia per i detenuti che per le guardie carcerarie.
Il percorso di detenzione deve garantire una rieducazione in grado di un futuro reinserimento sociale, uno sbocco, una via d'uscita. Ad oggi purtroppo siamo lontani da una riuscita in questo senso. Soprattutto se ad una condizione di difficoltà, dettata dall'innumerevole varietà di casi che convivono in una struttura penitenziaria, si uniscono problemi strutturali intrinsechi alla struttura stessa. Il mio appello è quello di cercare di superare queste difficoltà materiali, che possono rendere più dignitosa e umana la permanenza nel carcere, sia per i detenuti che per le guardie, per creare un ambiente adeguato e potersi concentrare su tutti gli altri fattori psicologici e sociali, che non possono passare in secondo piano.
Ogni volta che muore un detenuto perde tutta la società, che non è stata in grado di supportare adeguatamente coloro che dalla detenzione devono trarre un percorso di rieducazione e di reinserimento sociale.
Non posso neanche immaginare cosa possa significare vivere in detenzione, ma, vi prego, nei momenti di difficoltà, non mollate, perché fuori c'è gran parte della società sensibile ai vostri disagi e pronta a sostenervi. Non mollate, c'è molto di buono in ciascuno di noi, in ciascuna persona e l'aver sbagliato deve solo costituire un punto di partenza e non di arrivo, verso una società che dobbiamo costruire insieme. Inclusione contro pregiudizio in una società che non ha il diritto di discriminare. La società siamo tutti noi, ed in questo intendo tutti i presenti indipendentemente dai ruoli svolti, siamo tutti essere umani. Questa società ha bisogno di tutti e anche di chi ha sbagliato nel corso della propria vita. Siamo ciò che scegliamo ogni giorno. Voi, che oggi partite svantaggiati, domani potete essere un esempio per dimostrare che si può uscire dal disagio sociale e contribuire attivamente ad una società più inclusiva, e questo proprio attraverso le vostre storie. Non va rinnegato il passato, ma rielaborato per costruire un futuro diverso, che ha bisogno di voi. Io credo in voi, ma questo non è sufficiente, dovete essere voi stessi a credere che ricominciare è possibile, e lavorare attivamente per riuscirci. Senza il vostro contributo qualsiasi progetto è destinato a fallire, con il vostro impegno tutto è possibile, il resto spetta alle istituzioni, che non dovranno deludervi”.

Fonte: Comune di Firenze-Ufficio Stampa

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