Sanità in sofferenza, Sarti e Fattori (Sì): "Vietato ammalarsi sotto Natale"

“Care toscane e cari toscani, è vietato ammalarsi, e tantomeno curarsi durante le feste. Le patologie non vanno in ferie, ma il sistema sanitario sì". E’ l’allarme lanciato dai consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti e Tommaso Fattori, assieme a Paolo Porta, infermiere del direttivo nazionale Nursind e a Carlotta Balzani e Jurg Brunner del Comitato salute casentinese.
“La tenuta e la qualita' di un sistema sanitario lo si vede soprattutto dai momenti di emergenza: le feste sono uno di questi”, hanno spiegato Fattori e Sarti, che si è scagliato contro gli effetti della riforma sanitaria regionale approvata due anni fa. “Da dopo la riforma -continuano- sono stati smantellati servizi e/o ridotti posti letto a Orbetello, Pescia, Versilia, Piombino, Bibbiena, Volterra, Serristori, Fivizzano. Resistono, in termini di reparti e personale sanitario Siena, Montevarchi, Pisa, Prato, Careggi e Torregalli, cioè la maggior parte di quelli di dimensioni maggiori che però non ce la fanno a far fronte alle conseguenze dello smantellamento degli ospedali minori. I servizi sul territorio che erano stati promessi e che avrebbero dovuto compensare, almeno in parte, alle chiusure degli ospedali non sono mai stati attivati”.
“Per rimanere solo ad alcune delle criticità più gravi tra dicembre e gennaio-aggiungono Sarti e Fattori- ricordiamo la chiusura del reparto di rianimazione a Orbetello, gran parte dei reparti al Serristori di Figline, la chiusura del punto prelievi a Ponte a Niccheri, altre chiusure a Volterra e Bibbiena. Senza contare che tutto questo genera ancora più pressione sugli ospedali maggiori, come Montevarchi, Siena, Prato o Pisa. Per il periodo delle festività, non c’è che da attendersi aumento delle liste di attesa e pronti soccorso in tilt. Nessuno osa chiudere , ne' durante le feste, ne' in assoluto. Li si rendono dei gusci vuoti, li si svuotano dei servizi. Cosa bisogna fare? Investire nella sanità pubblica anziché tagliare la sanità pubblica e finanziare il privato il convenzione. Col personale che manca non si può fare sanità di eccellenza. Sulla riforma inoltre diciamo che, dopo due anni, la parte che prevedeva compensazioni sul territorio alle chiusure degli ospedali, non ci sono state”

Carlotta Balzani ha parlato della situazione nella provincia di Arezzo: “a oggi stiamo vivendo la privatizzazione del sistema sanitario regionale e il processo è partito prima di tutto dalle zone montane e disagiate, come appunto la vallata del Casentino. Si parte con la chiusura di reparti cardine, primo fra tutti il punto nascite, come avvenne a Bibbiena, per poi passare alla chiusura di reparti come l’urgenza chirurgica. La chiusura di questi reparti porta a un declassamento dei pronti soccorso, e da lì si finisce con lo svuotamento dei presidi. Dietro una falsa scusa di ottimizzare e centralizzare è che tutti i servizi finiscono col gravare su un solo ospedale, come il San Donato a Arezzo, che però non è nemmeno stato potenziato”.

Paolo Porta del Nursind: “La situazione infermieristica è drammatica. Gli infermieri lavorano sotto stress, fanno molte più ore di quello che dovrebbero fare, hanno ferie da recuperare e sono in un rapporto numerico con i pazienti ben al di sotto degli standard. Ogni in Toscana abbiamo carenza di infermieri e lo dimostrano i dati. Inoltre non è stato fatto niente sui territori. Noi crediamo nell’introduzione di una figura nuova che potrebbe essere l’infermiere di famiglia, ovviamente nel contesto di un servizio pubblico, per limitare i danni causati dalle chiusure degli ospedali. Per quanto riguarda i precari, la loro assunzione per due o tre mesi durante le feste non serve a niente. Il problema innanzitutto è cronico, dati anche gli esuberi. L’aver assunto il personale per due o tre mesi è inutile perché l’infermiere ha bisogno di una preparazione di una formazione nello specifico reparto che non può essere completata in così breve tempo. E poi, naturalmente, siamo contrari all’usa e getta di questo personale a tempo determinato”

Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Sì Toscana a Sinistra

Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro
torna a inizio pagina