Il cervello come può comprendere e far parlare? Lo studio tra Lucca e Pisa

Cosa nel nostro cervello rende possibile parlare e comprendere chi ci sta di fronte, funzioni cruciali nell'evoluzione e basilari per la vita di relazione? Nel 1861 il neurologo francese Pierre-Paul Broca scoprì che una piccola regione nella parte anteriore del cervello gestisce l'espressione di suoni, parole, frasi, pensieri. Basta una lesione di quest’area, non più grande del polpastrello del pollice, perché i nostri pensieri rimangano imprigionati dentro di noi. Pochi anni dopo Karl Wernicke scoprì che se una piccola area della corteccia situata più o meno all'altezza dell'orecchio subisce un danno, non riusciamo più a capire chi ci sta parlando. Dunque due piccole distinte aree del nostro cervello controllano come parliamo e come comprendiamo. Ma come mai sul piano clinico ci sono pazienti che riprendono a parlare o a capire quasi immediatamente dopo un ictus, altri che pur non riuscendo a parlare si esprimono cantando, oppure parlando in latino o in una lingua straniera che avevano studiato da giovani? I risultati di una ricerca appena pubblicata dal Molecular Mind Laboratory (MoMILAB) della Scuola IMT Alti Studi di Lucca, in collaborazione con il Dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, indicano ora che le due aree scoperte da Broca e da Wernicke non giocano ruoli così nettamente distinti, ma collaborano intimamente sia nella produzione sia nella comprensione del linguaggio. Un vero e proprio gioco di squadra.

Fonte: Scuola IMT

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