Conversioni e convertiti a Firenze: all'Istituto Sangalli si presenta il libro di Samuela Marconcini

Prima in via Palazzuolo, poi in Borgo Pinti, in seguito nella canonica della chiesa di San Michele Visdomini, tra via de’ Servi e via Bufalini, e infine nel ‘Monastero delle Monache’ in via San Gallo, accanto alla chiesa di San Giovannino dei Cavalieri. Sono le sedi ufficiali della Casa dei catecumeni di Firenze che, attraverso i secoli, dal 1600 alla fine del 1800, vide l’avvicendarsi di ‘infedeli’ di ogni religione, pronti o costretti, a ‘farsi cristiani’. Il taglio del nastro dell’istituzione, come lo chiameremo oggi, avvenne il 14 giugno del 1636 con la protezione del granduca Ferdinando II de’ Medici, grazie all’idea del carmelitano mantovano padre Alberto Leoni e, pochi anni più tardi, all’eredità della nobildonna Maria Virginia Ricasoli, che garantì il proseguimento delle attività della pia Casa dei catecumeni e che abitava nella dimora di famiglia, accanto a Palazzo Gondi, proprio negli stessi spazi dove oggi ha sede l’Istituto Sangalli, in Piazza di San Firenze.

Mentre il tema delle conversioni è tornato di massima attualità in tutto l’Occidente, ‘rivilizzato’ dall’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 e dal susseguirsi di conflitti e di attentati a sfondo religioso, l’Istituto Sangalli di Firenze affronta il tema presentando il volume “Per amor del cielo. Farsi cristiani a Firenze tra Sei e Settecento” di Samuela Marconcini. Appuntamento martedì prossimo, 6 febbraio, alle 18, in Piazza di San Firenze 3. A presentare la pubblicazione saranno Lucia Frattarelli Fischer e Vincenzo Lavenia. Coordina Maria Pia Paoli. Samuela Marconcini, oggi ricercatrice indipendente, con questo volume, ha vinto la prima edizione del 'Premio per la storia religiosa 2015' promosso dall’Istituto Sangalli.

Da dove provenivano gli ‘infedeli’? A quale religione appartenevano? Cosa garantiva l’istituzione fiorentina a coloro che si preparavano al battesimo? L’opera di Samuela Marconcini, che risponde in modo esaustivo a questa domanda, lanciando l’idea, ancora tutta da realizzare, di un database dei convertiti di tutta la penisola in età moderna, delinea il fenomeno delle conversioni e dei convertiti al cattolicesimo a Firenze tra il 1600 e il 1700, partendo dalla ricostruzione della storia della Casa dei catecumeni: il luogo offrì ospitalità a ‘infedeli’ di qualsiasi provenienza e religione. Fu così che il numero delle conversioni crebbe notevolmente, fino a quando i granduchi lorenesi restrinsero il campo dell’ospitalità nella casa ai soli toscani.

La presentazione del libro sarà l’occasione per un tour ‘virtuale’ a Firenze, volto a ricostruire gli spostamenti, attraverso i secoli, di questa istituzione, che racchiude i ‘segreti’ del modo di gestire le conversioni da parte della Chiesa cattolica, della famiglia de’ Medici prima e dei Lorena poi. A destare particolare fascino, anche se rovinata dal tempo, la targa posta tra via de’ Pucci e via de’ Servi, non lontano dalla Santissima Annunziata, che rappresenta l’arme di famiglia di un convertito illustre che andò ad abitare accanto alla sede della Casa dei catecumeni: il rabbino Jechiel da Pesaro, alias Vitale de’ Medici, che abbracciò il cattolicesimo a Roma nel 1583, e che non tardò a sostenere economicamente l’istituzione fiorentina, pronta ad accogliere nuovi ‘infedeli’.

Le attività dell’Istituto Sangalli: Istituzione fiorentina, laica e non confessionale, nata nell’aprile 2014 per promuovere gli studi umanistici e il dialogo interreligioso e interculturale, all’avvio del quarto anno di vita ha contribuito a supportare la ricerca di decine di giovani studiosi con un impegno costante e importante, in termini finanziari e scientifici. L'Istituto Sangalli nel 2015 ha partecipato a Unity in Diversity; ha ideato il progetto ‘Florence Short Term Fellowships’ che ha richiamato a Firenze prestigiosi studiosi da tutto il mondo, con partecipate conferenze su temi di attualità, dalla Chiesa di papa Bergoglio all’Islam in Europa e nei paesi arabi, dalla diaspora ebraica alla situazione delle religioni in Africa; ha finanziato il lavoro per l’edizione critica dell’epistolario tra Giovan Battista Montini e Giorgio La Pira, di imminente pubblicazione; ha ideato il ciclo di incontri “La religione è servita. Ebrei, cristiani e musulmani si incontrano…a tavola”, per la conoscenza reciproca tra le grandi religioni monoteiste puntando sugli aspetti culturali, storici ed anche gastronomici. Inoltre, l'Istituto Sangalli ha collaborato all’edizione 2017 del Middle East Now, il festival di cinema e cultura contemporanea del Medio Oriente. Nell’ottobre del 2017, l’Istituto è stato di nuovo protagonista del Festival dei Popoli con la seconda edizione del premio “Lo sguardo dell’altro. La sfida del dialogo tra culture e religioni”. Il 2017 è stato anche un anno dedicato al tema degli edifici di culto in Italia, oggi e in prospettiva storica, con iniziative scientifiche e aperte ad un più ampio pubblico, partecipando attivamente al dibattito sulla ventilata apertura di una moschea in città, poi concretizzatasi con l’annuncio di un nuovo luogo di culto islamico a Sesto Fiorentino. Infine, dal settembre 2017, ha inaugurato un nuovo progetto, le ‘Young Scholars Florence Fellowships’, volte a richiamare a Firenze giovani studiosi da tutto il mondo per un periodo residenziale supportato da una borsa di studio, progetto che ha già visto avvicendarsi ricercatori dall’Olanda, dal Kenya e dalla Spagna. Ogni anno, infine, finanzia la pubblicazione di due tesi dottorali di giovani studiosi grazie al ‘Premio Istituto Sangalli per la storia religiosa’, all’interno del ‘Premio ricerca Città di Firenze’, sponsorizzato dal Comune.



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