Giornate alternative al liceo di Pontedera, polemiche dell'Osservatorio per le politiche della famiglia

L'Osservatorio per le politiche della famiglia di Cascina ha inviato un esposto al Ministero dell'istruzione, al dirigente dell'Ufficio scolastico regionale e al dirigente dell'ufficio scolastico della Provincia di Pisa in merito a "programmi gender e presenza Lgbt nel liceo classico scientifico 'XXV Aprile' di Pontedera.

Nei giorni di giovedì, venerdì e sabato 8-10 febbraio scorsi si sono svolte presso la scuola le Giornate alternative che costituivano parte integrante della programmazione scolastica per cui la presenza a scuola era obbligatoria per tutti gli alunni.

Per quanto si è avuto modo di appurare le mattine erano divise in due parti in modo che, ad esempio, mentre gli alunni, ad esempio, del biennio partecipavano obbligatoriamente ad un’attività (vedremo poi quale) uguale per tutti, quelli del triennio potevano scegliere tra varie opzioni. Nella secondo arte della mattina, l’attività obbligatoria era indirizzata –nel nostro esempio- ai trienni mentre i bienni avevano facoltà di scelta.

Tra le attività ‘obbligatorie’ figuravano
- il film Pride, sostanzialmente di propaganda gay
- incontri sulle malattie sessualmente trasmesse
- incontri sul lignaggio di genere ed identità sessuale
Altri incontri su tematiche analoghe erano poi svolti nell’ambito delle attività facoltative.

Ciò premesso, si osserva che:
- anzitutto non risulta che il Collegio dei docenti sia stato previamente messo al corrente e posto in condizione di decidere su tali contenuti
- i temi svolti, di natura ‘sensibile’ ed attinenti a precise scelte educative delle famiglie non risulta siano stati fatti oggetto di un consenso informato adeguato completo.

Non ci risulta che a trattare di temi scientifici siano stati infettivologi o comunque, persone con adeguata preparazione. Stupisce poi che sui temi della sessualità si sia dato il monopolio ad un’associazione che intende rappresentare solo una parte ben determinata della società e stupisce ancor di più che –in contrasto con la buna prassi educativa- su materie così sensibili sia stato evitato ogni pur minimo contraddittorio.

Oltretutto, secondo quanto ci è stato riferito infatti, nonostante che lo stesso Dirigente scolastico avesse espressamente invitato al contraddittorio un’associazione di genitori che aveva protestato per i contenuti di cui si è detto, abbia poi rifiutato anche solo di far presenziare alcuni suoi rappresentanti almeno all’incontro più importante (oltretutto, poiché esso si è svolto in una sala cinematografica alla presenza di centinaia di alunni e di numerosi insegnanti, la loro mera presenza non solo non avrebbe disturbato ma forse, neanche sarebbe stata notata.

Si aggiunge infine che, proprio per la sua oggettiva anormalità (altra parola non sapremmo usare), l’accaduto ha avuto anche un’eco significativa sui media locali.

Non rimane pertanto che richiamare l’attenzione delle SS.VV. sulla necessità di una puntuale applicazione della vigente normativa perché episodi del genere non abbiano a ripetersi e la scuola riprende quella funzione educativa che le compete nel rispetto degli alunni anzitutto e quindi delle famiglie e della loro primaria libertà educativa.

Né poi si deve dimenticare che sia presi singolarmente che, ancor più, nel loro insieme, gli interventi programmati paiono ricadere abbondantemente in quelle tematiche in ordine alle quali già la circolare MIUR 15 settembre 2015, prot. AOODGSIP n. 1972, ribadiva che “tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo”



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