Gli ambulanti incontrano i candidati in Parlamento

“Gli interventi relativi al commercio su aree pubbliche contenuti nella Legge di Bilancio, ed operativi da pochi giorni, stanno creando il caos nel settore e comporteranno gravi ed ingiustificabili limitazioni all’attività di impresa, condannando le gli ambulanti alla marginalizzazione e portando a differenze insostenibili tra gli operatori. Per questo abbiamo deciso di incontrare la categoria per affrontare il temo della proroga delle concessioni al 2020”.

A parlare è il presidente Anva Toscana Nord che così presenta l’iniziativa promossa per martedì 21 febbraio riservata agli ambulanti di Pisa e Lucca. L’appuntamento è alle 15,30 a Pisa presso il circolo Pace e Lavoro a Porta a Mare (in via Nino Pisano a fianco del Bar Livorno) dove interverranno il presidente nazionale Anva Maurizio Innocenti, il coordinatore regionale commercio di Confesercenti Gianluca Naldoni ed alcuni dei candidati alla prossime elezioni del 4 marzo.

“Quella che è stata erroneamente annunciata e presentata come una norma salva ambulanti e salva Bolkestein – dice ancora Pierotti - e che avrebbe dovuto porre rimedio agli (inopportuni) interventi legislativi ed amministrativi, susseguitisi nel corso degli ultimi anni, getta ora completamente nel caos un comparto che occupa circa 300mila lavoratori e produce un fatturato di 11 miliardi di euro, rappresentando un elemento essenziale per l’equilibrio del comparto distributivo. Tutti i Comuni che hanno provveduto, sulla base delle normative previgenti alla proroga, a predisporre i bandi per il rinnovo delle concessioni di commercio su aree pubbliche, dovranno portare a termine le procedure avviate: è un diritto acquisito da tutti coloro che hanno regolarmente presentato domanda. Queste concessioni, così rinnovate, avranno scadenza al 2030. Gli operatori che invece non hanno potuto partecipare al rinnovo, ora prorogato al 2020, restano invece nell’incertezza. Ma la proroga – conclude il presidente Anva - non è l’unico vulnus ai diritti degli imprenditori del settore: negativo anche il giudizio sul limite al numero di concessioni, come se chiedessero alla grande distribuzione di limitarsi a una manciata di punti vendita, e sul richiamo al reddito degli operatori da cui consegue che il commercio su aree pubbliche non è più una forma di libero commercio, ma attività sottoposta e condizionata allo status sociale del titolare”.

Fonte: Confesercenti Toscana Nord - Ufficio Stampa



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