Livorno, Potere al Popolo con i precari della ricerca

Ieri siamo andati a sostenere i precari della ricerca che hanno voluto ribadire la loro difficile condizione lavorativa in un campo molto importante e poco valorizzato.

Erano presenti ricercatori dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e colleghi ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pisa, che stanno portando avanti la stessa lotta contro la precarizzazione, affiancati dall’USB e Potere al Popolo.

Lo abbiamo fatto con una protesta nel corso del seminario che verteva sul tema “La ricerca scientifica dell’INFN e le sfide della fisica del futuro”, cui partecipava anche il professore Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Abbiamo ritenuto importante ribadire che la sfida al futuro non può essere fatta accantonando la professionalità di decine di scienziati che per anni hanno costituito la base fondante del lavoro di ricerca.

L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), un'eccellenza della ricerca italiana il cui contributo è "riconosciuto internazionalmente", e protagonista negli ultimi anni di "scoperte straordinarie", deve il suo successo in larga misura al lavoro di ricercatori PRECARI.

La dirigenza INFN ha spesso - giustamente - lamentato gli anni di blocco delle assunzioni, che hanno impedito il regolare reclutamento di ricercatori e tecnologi, con ricadute sull'attività scientifica e il consolidamento del precariato di lungo corso, vista la necessità per l'Ente di ricorrere a contratti a tempo determinato. Il Decreto Madia (D.lgs. 75/2017) dà finalmente agli Enti di ricerca la possibilità di porre fine a tutto ciò e stabilizzare i precari "storici", non solo per umana decenza, ma (articolo 20) per "valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato", che viene dunque esplicitamente riconosciuto come una RISORSA. La dirigenza INFN, invece di gioire, annuncia subito la sua posizione: stabilizzerà tecnici e amministrativi, ma niente da fare per i ricercatori e i tecnologi (rispettivamente 21 e 60 aventi diritto secondo la legge Madia). I ricercatori e i tecnologi vanno assunti solo in base a criteri di ECCELLENZA, si afferma, quindi solo per concorso.

Tralasciando il dato di fatto che i ricercatori precari storici hanno già superato un concorso, e alcuni più d'uno, e che le liste di idoneità sono state lasciate scadere preferendo la più "soggettiva" assunzione per chiamata, c'è comunque qualcosa che non torna: la dirigenza INFN ci sta implicitamente confessando che persone "non eccellenti" sono state per anni, anche fino a quindici anni, oggetto di beneficenza, in quanto pagate per fare i ricercatori anche non essendone all'altezza.

Il tutto con soldi pubblici. In questo caso la dirigenza INFN dovrà renderne conto. Se così non è, l'assunzione immediata di tutti gli aventi diritto per legge è doverosa e irrimandabile, per non gettare via il patrimonio di professionalità acquisito in tanti anni dall'Ente, e la tanto magnificata eccellenza, a cui questi lavoratori hanno contribuito.

Vogliamo ringraziare gli organizzatori de Il caffè della scienza "Nicola Badaloni" per aver solidarizzato fin da subito con la protesta dei ricercatori precari. Gli organizzatori non erano a conoscenza della difficile situazione lavorativa al CNR e all' INFN e alla fine dell'incontro si sono fermati con i lavoratori dando la disponibilità per dar vita a incontri divulgativi sui loro progetti di ricerca, portati avanti in questi anni nonostante i tagli e la precarietà.

Fonte: Potere al Popolo Livorno



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