'Ndrangheta nel Cuoio, Mainardi (Cgil): "Più trasparenza, lavoro nero da estirpare"

La 'Ndrangheta dietro l'angolo. Il distretto del cuoio nella mattinata di ieri, lunedì 19 febbraio, è rimasto sconvolto dall'operazione Vello d'Oro: quattordici fermi in totale, sette tra Vinci, Fucecchio, Empoli e Santa Croce sull'Arno. Tutte persone finite in carcere o ai domiciliari per vari reati tra cui associazione per delinquere e estorsione, peraltro aggravati del metodo mafioso.

Forte è la preoccupazione per Loris Mainardi, segretario generale della Filctem Cgil di Pisa. Mainardi ha lavorato per tutta una vita a contatto con il mondo delle concerie e si dice sbigottito dagli arresti di ieri: "Ci sono rimasto malissimo, non avrei mai pensato che quelle persone venissero arrestate con quei capi di imputazione. Sono molto impensierito".

La malavita organizzata si è insinuata tra le concerie, per il segretario Filctem Cgil è ovviamente un fatto gravissimo: "Se la 'Ndrangheta si infila in una delle eccellenze del territorio e del mondo, allora c'è da spaventarsi. Dobbiamo analizzare i motivi di tutto questo e agire con rapidità".

L''arma' utilizzata nel mondo delle concerie è stata il prestito a usura, nato in un periodo di crisi e sviluppatosi poi negli ultimi quattro anni. Proprio questa modalità preoccupa ulteriormente Mainardi: "Ho seguito il periodo della crisi e dissi che il credito avrebbe giocato un ruolo fondamentale. C'erano aziende in difficoltà e la mia paura è che ci siano altre società che potevano o possono avere bisogno di soldi".

Il sentore, però, c'era: "Ho sempre parlato dei 'contratti grigi' nel mondo delle concerie, un vero e proprio problema. La piaga del nero non è stata estirpata, questa vicenda ce lo insegna, perché tutto si è basato sui pagamenti a nero. Da anni si fa la lotta a questa problematica ma poi vengono fuori situazioni del genere. Qui c'è stata una reiterazione, la gente ha deciso che era una forte fonte di guadagno".

Nel 2013 l'allora ministro dell'ambiente Andrea Orlando presenziò alla firma del codice etico del distretto industriale di Santa Croce sull'Arno. In quel documento si parla di lealtà nella concorrenza, che logicamente viene meno di fronte alla presenza del nero o di quelli che Mainardi chiama 'contratti grigi'.  Qual è un modo per uscirne o comunque guardare avanti? Mainardi ha la sua idea: "Qualsiasi regolamento va riadattato alla luce del 'Vello d'oro'. Non esiste codice in grado di bloccare questo tipo di illegalità. Di fondamentale importanza, dunque, diventa la trasparenza della filiera".

Il caso 'Ndrangheta arriva dopo altre vicende di cronaca (per esempio la droga nelle concerie o i lavoratori aggrediti), che avevano lanciato l'allarme. "Basta parlare di casi isolati. La parte sana del distretto deve prendere in mano la barra di comando. Serve un regolamento ferreo e stringente, un'idea sarebbe codificare il comportamento degli imprenditori onesti" conclude Mainardi.

Gianmarco Lotti



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