Terrorismo, tornano in carcere tre tunisini che si spacciavano per studenti

Terrorismo internazionale, tra Torino e Pisa si muovevano tre tunisini che inneggiavano allo Stato Islamico: si tratta di AFLI Nafaa (27 anni), MEJRI Bilel (26 anni) e BEN SAAD Marwen (31 anni), finiti in carcere dopo l'ordinanza del tribunale del Riesame di Torino per mano dei carabinieri del Ros. Le indagini erano partite ad autunno 2015: alcuni tunisini erano riusciti a ottenere un permesso di soggiorno per motivi di studio a Torino, ottenendo borse di studio anche con documenti falsificati. Nessuna lezione o esame era mai stato conseguito. Da Torino si sono spostati a Pisa, gestendo un'intensa attività di spaccio di stupefacenti. Il gruppo criminale da una parte proseguiva la florida attività di spaccio, dall'altra condivideva tramite Facebook post inneggianti allo Stato Islamico, alla fazione di Ansar al-Sharia e alla propaganda jihadista.

Gli indagati avevano partecipato anche a un comizio di Abu Ayad, leader dei salafiti in Tunisia, a Tunisi della cellula terroristica di origine egiziana.

Due membri del gruppo di tunisini sono poi morti in Siria in combattimento, erano stati reclutati come foreign fighters. Un altro è già noto alle cronache: si tratta di Bilel Chihaoui, espulso il 19 agosto 2016 da Pisa dopo aver annunciato un attentato terroristico a Pisa. I tre arrestati oggi erano finiti in carcere e poi ai domiciliari per reati legati al traffico di stupefacenti. Ma i reati legati al terrorismo sono diventati capi d'accusa solo a maggio 2017. A giugno, il gip di Torino aveva rigettato la richiesta di misura cautelare.

In particolare, dopo aver esaminato gli elementi raccolti a carico di ciascun indagato, come sintetizzato dall’estensore dell’Ordinanza del Tribunale del Riesame eseguita nella giornata odierna, «il G.I.P. concludeva, infine, per la sussistenza di condotte che, ‘per quanto espressive di una forte pericolosità sociale di tutti gli indagati, rimangono nell’ambito di una nebulosa e non inequivoca fase di possibile progressiva radicalizzazione ed estremizzazione e non varcano (allo stato) la soglia del penalmente rilevante’, pur dovendosi mantenere ‘massimi controlli di pubblica sicurezza nei loro confronti’».

Alla fine di quello stesso mese di giugno, avverso tale rigetto la Procura aveva proposto appello al Tribunale del Riesame, che, all’esito dell’udienza camerale tenutasi lo scorso 26 ottobre, aveva ribaltato il rigetto del G.I.P., applicando la custodia cautelare in carcere a tutti i cinque indagati.

Ma, in questi casi, il codice di procedura penale prevede che il provvedimento cautelare non acquisisca efficacia prima che, alternativamente, siano scaduti i termini per ricorrere in Cassazione o, se proposto il ricorso alla Suprema Corte, questa non lo abbia respinto.

CHIHAOUI Bilel e TEBINI Bilel non avevano inteso proporre ricorso e così nei loro confronti l’Ordinanza del Riesame è divenuta esecutiva nel mese di dicembre. Ciò, trovandosi entrambi all’estero, nei loro confronti la misura cautelare non è ancora stata eseguita.

Per quanto riguarda gli odierni arrestati, all’udienza tenutasi nella giornata di ieri, 23 febbraio, il competente collegio della VI Sezione penale della Cassazione ne aveva respinto il ricorso avverso l’Ordinanza del Riesame, che era così diventata esecutiva anche nei loro confronti.



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