Sport e Olimpiadi durante le guerra in Europa: una mostra al Pacinotti

Era il 1931 quando il Comitato olimpico internazionale (Cio) assegnò alla Repubblica democratica di Weimar l’organizzazione dell’undicesima edizione dei Giochi olimpici. Di lì a due anni Adolf Hitler salirà al potere e molte nazioni avanzeranno – senza successo – la proposta di cambiare la sede delle Olimpiadi. Anche il fuhrer all’inizio si mostrò molto riluttante all’idea di dover ospitare i Giochi nel suo Paese: cambiò opinione allorché il ministro Joseph Goebbels gli fece capire che quell’evento avrebbe potuto tradursi in una formidabile occasione di propaganda per la Germania. Prima del dittatore tedesco, Benito Mussolini, fondatore del Partito nazionale fascista (Pnf) – arrivato al potere nell’ottobre del 1922 – utilizzò i successi degli sportivi – eroi per costruire un’identità nazionale e, nel contempo, per esaltare il regime agli occhi del mondo. Icona di quella propaganda fu il pugile Primo Carnera, campione del mondo dei pesi massimi nel 1933: Carnera posò davanti alla stampa internazionale in uniforme fascista, mentre faceva il saluto romano.

Storie ben documentate nella mostra «Sport, sportivi e Giochi Olimpici nell’Europa in guerra» realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi e che sarà ospitata da domani nei locali della biblioteca e della videoteca dell’Itc Pacinotti – a Pisa in via Benedetto Croce 34. Domani, sabato 10 marzo, alle ore 10.30, l’inaugurazione della mostra, cui interverranno, tra gli altri, la dirigente scolastica Gabriella Giuliani, il primo cittadino di Pisa Marco Filippeschi e l’assessore Maria Luisa Chiofalo.

Fonte: Ufficio stampa



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