Moda fiorentina, gli studi Cna: "Sistema solido ma mancano talenti, tecnologie e mercati"

Una fotografia dello stato odierno del comparto moda fiorentino, un’analisi dei suoi bisogni e una previsione delle sue prospettive di sviluppo.

Questi, in estrema sintesi, i risultati dell’Osservatorio sul Sistema Moda di Firenze: un’indagine statistica condotta dal Centro Studi di CNA Firenze coordinato dal Prof. Gaetano Aiello dell’Università degli Studi di Firenze su un campione di 533 imprese artigiane manifatturiere, rappresentative delle 4.761 imprese attive nel settore a Firenze e provincia.

Il territorio si conferma centrato su pelletteria e abbigliamento (il 62% del campione opera nel primo settore che costituisce il principale polo mondiale dell’alta qualità, il 24% nel secondo), con il calzaturiero in posizione più defilata (8% del campione).

La produzione è preminentemente contoterzista (al 64% vs il 17% di produzione in conto proprio) e la tendenza è che lo sarà sempre più in futuro. I produttori in conto proprio, infatti, hanno evidenziato forti difficoltà nella comunicazione e promozione online del proprio brand (sia per scarsità di competenze, che per il costo del ricorso ad agenzie specializzate) ed anche nel posizionamento sul mercato (commercializzare un prodotto altamente rifinito, ma mancante di un’immagine forte come quella degli storici e famosi brand è spesso impossibile), con la conseguenza che, sempre più frequentemente, si trasformano in contoterzisti.

Si tratta in ogni caso di imprese coinvolte nella competizione internazionale dei settori del lusso e dell’alta qualità (il target della loro clientela è al 39% di lusso, al 42% alto, al 16% medio e al 3% basso), sia indirettamente, lavorando per i grandi marchi, che direttamente, lavorando per clienti esteri.

La griffe con cui le imprese del territorio lavorano di più è Gucci (57%), seguita da Dolce e Gabbana (13%), Ferragamo, YSL, Bottega Veneta, Fendi e Prada (6% ciascuna).

Il mercato di riferimento è quello italiano (vi opera l’89% delle imprese), ma, specialmente le aziende che hanno già un ruolo rilevante in patria, si spingono all’estero, lavorando per il mercato europeo (24% delle imprese), statunitense (22%) e asiatico (21%).
Il bisogno primario del comparto (evidenziato dal 49% del campione) è il reperimento di “talenti per il futuro”: professionalità artigiane della produzione che oggi scarseggiano tra i giovani, come macchinisti, modellisti, addetti al montaggio borse da banco, sarti addetti ai macchinari di tintura. Seguono, tra i bisogni del settore, la formazione (13%), gli incentivi per macchinari ad alto impatto innovativo e all’avanguardia per sviluppare l’industria 4.0 (17%), maggiori bandi di finanziamento per l’internazionalizzazione (4%) e la possibilità di partecipare e organizzare mostre e fiere (10%).
Bassissimo il ricorso all’e-commerce(solo il 7% del campione lo utilizza, e la situazione non cambia sostanzialmente neppure per la produzione conto proprio che vi ricorre al 15%) e ai social (utilizzati solo dal 20% degli intervistati). I canali social sono dunque in generale poco utilizzati o comunque non utilizzati in modo funzionale: per i contoterzisti il prodotto non essendo finito diventa più difficile da comunicare, per i produttori di un marchio proprio mancano invece la formazione e le risorse per un utilizzo più intelligente ed efficace.

“Emerge con chiarezza come lo sviluppo del comparto sia condizionato da due fattori, al momento carenti: i talenti del futuro e le tecnologie del futuro. Da una parte la ricerca ‘disperata’ di giovani disposti non tanto e non solo ad imparare, ma a rimanere e crescere all’interno delle attività, dall’altra la necessità di adottare immediatamente le nuove tecnologie a disposizione: la bassa digitalizzazione di queste imprese è infatti un fattore che abbatte enorme la loro competitività” commenta Franco Vichi, direttore generale di CNA Firenze.

“A questi si aggiunge un terzo elemento che da sempre costituisce la base per ogni crescita imprenditoriale: i mercati del futuro, da ‘scovare’ ed affiancare all’attuale mercato di riferimento, quello delle griffe. Un modo sia per sostenere la crescita, sia per garantire la diversificazione del rischio di mercato” aggiunge Simona Innocenti, Presidente CNA Federmoda Pelle Firenze.

Una così forte caratterizzazione per l’alta qualità, ha determinato anche lo sviluppo di imprese specializzate nella produzione di accessori metallici per la moda che contribuiscono in modo determinante alla capacità competitiva complessiva del polo fiorentino. Un microsettore (80 aziende complessive) che l’Osservatorio ha analizzato a campione con la metodologia della Survey telefonica e online.

I risultati fotografano un settore orientato all’alta qualità (non solo nella produzione, ma anche nel trattamento e nella finitura dell’accessorio metallico), costituito al 35% dalla lavorazione di accessori per borse, al 27% da quella degli accessori per calzature, al 19% da quella degli accessori per piccola pelletteria e al 14% da quella degli accessori per abbigliamento.

Il principale committente è il variegato mondo delle griffe del lusso(47%) senza richiesta di esclusiva alcuna: diversamente dallo standard adottato nel comparto moda prima analizzato, queste imprese lavorano contemporaneamente per più griffe, tra cui prevalgono Gucci, Ferragamo e Fendi.
Si tratta di un settore che investe nell’innovazione dei processi produttivi e nella sostenibilità ambientale, utilizzando processi produttivi innovativi (come risparmio energetico, il ricircolo delle acque e la riduzione di emissioni in atmosfera) nel 35% dei casi.

Le imprese, costituite per oltre il 60% da più di 5 addetti, guardano al 2018 in maniera relativamente positiva, sia dal punto di vista occupazionale (il 15% del campione assumerà e il 75% manterrà l’organico stabile) che di “cassa” (il 10% stima di aumentare il fatturato, il 55% di mantenerlo stabile).
I risultati dell’Osservatorio sono stati presentati oggi a Firenze da Gaetano Aiello, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese dell’Università degli studi di Firenze; Marco Landi, Presidente nazionale CNA Federmoda; Simona Innocenti, Presidente CNA Federmoda Pelle Firenze; Franco Vichi, Direttore generale CNA Firenze.



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