Due anni senza Elena, Lucrezia e Valentina: l'omaggio dell'Università di Firenze

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L’Università di Firenze ha reso omaggio alla memoria di Elena Maestrini, Lucrezia Borghi e Valentina Gallo, le tre studentesse scomparse due anni fa nel terribile incidente stradale nei pressi di Tarragona, in Spagna, dove si trovavano per il programma Erasmus.

Questa mattina il rettore Luigi Dei ha deposto un mazzo di fiori in prossimità della lapide, inaugurata lo scorso anno, all’ingresso dell’Aula magna del Polo delle Scienze sociali a Novoli.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il prorettore vicario Vittoria Perrone Compagni, il prorettore alla comunicazione e al public engagement Laura Solito, la direttrice generale Beatrice Sassi, i presidenti delle Scuole di Economia e Management Vincenzo Zampi, di Giurisprudenza Paolo Cappellini e di Scienze politiche Giusto Puccini, la Direttrice del Dipartimento di Scienze Giuridiche Patrizia Giunti.

Le parole del rettore Luigi Dei: "Domani sarà primavera, il passaggio dall’inverno all’estate. Tutto rifulge in primavera, è l’etimo che ce lo racconta: dal latino “vēr”, a sua volta derivato dal sanscrito “vas”, cioè splendere. Sfavillava anche il sole spagnolo, la luce d’una terra sfolgorante che inebria l’animo e incita a spingersi oltre i confini, a vivere i vent’anni aperti al mondo e alle avventure. Poi fu notte stellata e d’improvviso tenebre buia, tetra e senza fine. Due anni sono trascorsi e ciò che ancora brilla è l’astro del ricordo, d’una memoria che se ne frega della notte, perché lei è solo giorno senza mai tramonto. Elena, Lucrezia, Valentina e le altre ragazze Erasmus si riaffacciano periodicamente nei miei pensieri, talvolta fugaci quasi corressero verso i loro traguardi, in altre occasioni fermandosi a narrarmidi via dello Statuto, della piazza di Greve, della terra maremmana. “Volevano stupirsi d’altri mari” scrissi e poi: “ci lasciano il sorriso”. Sono i mari oggi a stupirsi della loro assenza e a tentare di imitare il loro sorriso. Le onde incessanti di quel Mediterraneo che ci separa da quei luoghi si frangono imperterrite di qua e di là, da Viareggio e Marina di Grosseto corrono fino al porto di Tarragona e poi di nuovo indietro, incessantemente. Nello sciabordio di un fluire eterno cerco di udire parole che parlano di desideri, sogni, speranze: ricordare non serve a lenire il dolore, ma aiuta vivere il presente riesumando un passato che altrimenti svanirebbe come nebbia. Del resto “la nostra memoria è un mondo più perfetto rispetto all’universo: restituisce la vita a quelli che non esistono più.” (Guy de Maupassant)".

Fonte: Università degli Studi di Firenze



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