Il Centro Espositivo canottaggio 'Mario Pucci' compie 14 anni: progetti e iniziative tra passato e futuro

Il Centro Espositivo della Cantieristica e del Canottaggio “Mario Pucci” di Limite sull’Arno compie 14 anni. Era il 3 aprile 2004, infatti, quando fu inaugurato alla presenza di personaggi di rilievo della politica, dell’industria nautica e del canottaggio nazionale.

Col tempo, è risultato sempre più chiaro che si trattava del punto di arrivo di un percorso di recupero importante iniziato negli anni ’60 con la lotta per la tutela e la salvaguardia del fiume Arno, per Limite fonte di vita essenziale nel corso dei secoli. La volontà di proteggere la memoria nasce dal passato- appunto- vale a dire da quando ci si iniziò a rendere conto che l’Arno stava cambiando ed era diventato una fossa biologica ( così fu scritto sul muro di Tinaia davanti a Limite nel settembre 1970) , poco più di un misero torrente con appena 300 metri di spazio navigabile, a differenza dei 4 km circa precedenti. La popolazione limitese, prima ancora che sul problema dell’inquinamento e del degrado ambientale nascesse una consapevolezza nazionale, aveva compreso che si sarebbe raggiunto un punto di non ritorno e che occorreva intervenire. Con un percorso costellato di tappe importanti, ad esempio la ripresa del palio con “gozzi marinari” dei rioni nel 1996, si arrivò all’inaugurazione del Museo, nel 2004, grazie alla raccolta dei lasciti di strumenti, modellini, progetti e documenti dei 13 cantieri limitesi. Nel 2017 la Canottieri Limite, che gestisce il Centro e ne è proprietaria, ha nominato una Commissione con il compito di lavorare alla valorizzazione e allo sviluppo del Centro, per farlo diventare un vero e proprio Museo riconosciuto a livello nazionale e internazionale.

Le tappe salienti del percorso sono state approfondite in un convegno tenutosi nella Chiesa della Compagnia Ss Trinità nel febbraio scorsosul tema “cantieristica e nautica limitese dai Lorena a oggi”, nell'ambito delle iniziative della Festa della Toscana 2017. Sono stati analizzati gli step fondamentali, dal tempo in cui l’Arno era la principale via di comunicazione della Toscana per il trasporto delle merci dall’entroterra al mare all’epoca in cui è emersa la capacità della comunità di Limite di saper cambiare e adeguarsi alle trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali, ad esempio nel 1848 in occasione dell’avvento della ferrovia Leopolda che sottrasse lavoro ai navicellai. In quell’occasione, furono poste le basi per la transizione da una produzione orientata ai navicelli da fiume per le merci ad una dedicata alle imbarcazioni da mare, premessa per lo sviluppo della nautica da diporto all’inizio del ‘900.

La comunità limitese si è identificata, nei secoli, con i propri cantieri e il fiume e si è impegnata per salvaguardare un patrimonio artigianale, tecnico e culturale condiviso, da trasmettere alle future generazioni come memoria da tutelare e stimolo creativo.

Anche per questo, iniziative come quella che ha visto protagonista stamani il Centro Espositivo non possono che apportare un valore aggiunto positivo. I locali museali hanno infatti ospitato numerosi bambini/e, guidati dal direttore scientifico Marzio Cresci, per uno degli appuntamenti dei campus pasquali nei musei organizzati dalle realtà museali nell’ambito di un progetto della Regione Toscana.

Il Centro Espositivo è entrato nel Campus del MusArc di Montelupo F.no, per quello che è stato una sorta di gemellaggio tra due musei rivieraschi che distano tra loro nemmeno due miglia marine. I giovani esploratori hanno visitato gli spazi museali e alcuni punti cruciali della storia della cantieristica limitese. Hanno camminato lungo l’Arno fino all’altezza dell’ex omonimo cantiere, in viale I. Montagni, passando per ciò che resta del “Cantiere di Pisa” e del “Cantiere Picchiotti”. Tra le scoperte più eccezionali, da sottolineare le campanelle alle quali i navicellai ormeggiavano le proprie imbarcazioni durante i momenti di ristoro. Le tracce di questo passato sono ancora oggi ben visibili nei pressi della “Nave di Limite”, in lungarno Trento e Trieste, dove ogni anno in estate (dal 2000) viene ripristinato l’antico traghetto tra le due sponde.

Fonte: Canottieri Limite



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