Pd Pistoia, dopo Trallori è reggenza collegiale con il sindaco Galligani

Il risultato elettorale dello scorso 4 marzo ci consegna un quadro politico incerto, con un unico dato chiarissimo: il Partito Democratico subisce una sconfitta netta e senza precedenti.

La portata di questo risultato ci impone una riflessione ampia e approfondita: questa assemblea intende dare centralità alla discussione in tutto il Partito, senza arrivare a monte a conclusioni e verità assolute. Per questo sarà necessario un percorso vero, che coinvolga il più possibile gli iscritti, i militanti, i simpatizzanti.

Il PD di Pistoia ha iniziato questo percorso nella propria Direzione Provinciale, convocata per 3 sere, dando vita ad un dibattito sincero e vero. Da qui si dovrà continuare, in un confronto costruttivo e più profondo, volto a rifondare e a dare basi solide al Partito Democratico di domani, consapevoli che il 4 marzo rappresenta un nuovo punto di partenza per tutto il partito.

Il PD si è assunto la responsabilità di governare in tempi difficilissimi, dopo una crisi economica internazionale che ha provocato conseguenze disastrose per la nostra economia,oltretutto già da tempo in difficoltà. Il ritorno alla crescita – alla quale abbiamo assistito
durante gli anni del nostro governo, seppur ancora debole in termini numerici e sociali – non ha permesso però ancora all’Italia di recuperare il livello di benessere precedente alla crisi del 2007.

Come è evidente, una crisi economica di tale portata ha avuto conseguenze sociali profonde e spesso drammatiche, in un contesto internazionale di grandi difficoltà politiche per i partiti democratici e progressisti europei.

Le trasformazioni che hanno interessato il mondo del lavoro, i timori per le conseguenze della globalizzazione e, spesso, l’impotenza delle democrazie di incidere sui processi da essa messi in atto, le grandi migrazioni dall’Africa e dall’Asia e la crisi di fiducia nelle classi dirigenti e nelle istituzioni – fino addirittura a mettere in discussione le conquiste della scienza – sono alcuni dei fattori più rilevanti che hanno determinato incertezze e paure diffuse.

A questi timori sono riusciti a dare risposte, certamente sbagliate e demagogiche, ma efficaci in termini di consenso, partiti populisti, nazionalisti e identitari che in tutto l’occidente hanno conosciuto una crescita di enorme portata.

Anche l’Italia non è sfuggita a queste dinamiche. Le elezioni politiche del 4 marzo ci hanno consegnato una fotografia in linea con la situazione politica internazionale: una grande affermazione dei partiti di destra e di quelli antisistema e un altrettanto grande crollo dei
partiti del centrosinistra.

Sarebbe un errore, però, dare una lettura del contesto internazionale tale da farci pensare che questi elementi siano endogeni e inevitabili. La crisi dei partiti democratici e progressisti, come per il Partito Democratico italiano, derivano in gran parte dall’incapacità di leggere con lenti nuove il mondo per come è oggi e di elaborare ricette all’altezza delle sfide e dei problemi drammatici che attraversano ampie fette di popolazione.

Il governo a guida PD ha ottenuto conquiste e risultati importanti, ma questo voto ci dice che la sfida è ben più radicale e complessa e anche la nostra iniziativa è mancata su fronti essenziali. Siamo stati percepiti come il Partito delle élite, non sufficientemente capace di
farsi carico del disagio provato da larghe fette della popolazione. Il risultato del Partito Democratico, e del centrosinistra in generale, là dove le difficoltà economiche e le drammaticità sociali sono più forti, è stato infatti pesantemente negativo. La stessa sconfitta nelle ex regioni rosse deve essere per noi, e per la sinistra tutta, elemento di profonda riflessione per comprendere le ragioni per le quali un pezzo importante del nostro elettorato storico ha trovato più convincenti le idee e proposte di altri.

Questa condizione è anche conseguenza delle divisioni e del dibattito autoreferenziale di cui si è reso responsabile il PD e l’intero campo del centrosinistra: si tratta ora di fare propria la consapevolezza di dover fin da subito lavorare per ricostruire un campo di valori condiviso a partire da un rinnovato rapporto con tutti quei cittadini, attori politici, sociali e della rappresentanza sindacale che condividono una visione di centro-sinistra dell’Italia e del mondo, antitetica e alternativa alla destra e ai populismi di ogni risma.

Dobbiamo impegnarci a costruire un Partito più aperto e inclusivo, maggiormente capace di sviluppare discussioni libere nei suoi organismi dirigenti; capace di riconoscere come prezioso il pluralismo interno ma attento a non irrigidire lo stesso in tifoserie  organizzate.

Un confronto maggiore dopo le varie sconfitte di questi anni forse ci avrebbe aiutato ad avere una lettura più rispondente della società e l’esperienza può servirci affinché non si ripeta in futuro.

La sconfitta non ha risparmiato neanche la provincia di Pistoia, in cui il Partito Democratico ha visto un arretramento significato rispetto a 5 anni fa con la conseguente mancata elezione dei nostri candidati al parlamento sul nostro territorio. L’elezione di Caterina Bini nel listino proporzionale è, in questo contesto, un fatto significativo e positivo, convinti che svolgerà la sua funzione con le competenze e l’impegno già dimostrati nel precedente mandato. Siamo, però, anche certi che l’impegno di Caterina non sarà da solo sufficiente ad affrontare questa situazione politica inedita per il nostro territorio, venutasi a creare a seguito delle elezioni del 4 marzo e di quelle dello scorso anno nel comune capoluogo. Questa cornice ci impone di riscoprire una dimensione dell’azione politica del partito – di opposizione – basata molto di più sul rapporto con la società civile e le nostre organizzazioni territoriali di base.

Con l’occasione, ringraziamo anche Edoardo Fanucci per l’importante lavoro di questi anni, consapevoli della risorsa che continua ad essere per il nostro partito. A seguito delle dimissioni dell’ex segretario provinciale Riccardo Trallori si ritiene indispensabile dare al Partito locale una guida che non solo lo accompagni nel percorso detto, ma che segua gli impegni dei prossimi mesi come le Feste dell'Unità, il lavoro dei territori ma soprattutto la tornata di elezioni amministrative. Si ritiene che questa guida debba essere collegiale e capace di unire le tante anime e sensibilità democratiche.

Pertanto, con questo documento, tenendo conto del dibattito tenutosi in Direzione Provinciale, l'Assemblea del PD di Pistoia:
- prende atto delle dimissioni del segretario Riccardo Trallori, ringraziando lui e l’intera segreteria provinciale uscente per il lavoro svolto in questi mesi e apprezzandone il gesto di scossa che ha voluto dare al Partito tutto, un gesto non dovuto e pertanto di ancora maggior valore;
- delibera di istituire una reggenza unitaria e transitoria alla quale affidare la guida del partito provinciale fino all'elezione del nuovo segretario;
- individua le seguenti persone per la reggenza collegiale:
Pier Luigi Galligani
Alessandro Giampà
Valentina Loparco
Valentina Noligni
Simona Querci

Inoltre, impegna la suddetta reggenza a:

- promuovere momenti di analisi dei risultati elettorali ma anche occasioni di dibattito su come ripartire al meglio, sulle forme e i contenuti dell'impegno del PD per il paese e il territorio nel prossimo futuro;
- Lavorare fin da subito sui percorsi delle due Unioni Comunali al voto amministrativo – Pescia e Ponte Buggianese – affinché si arrivi al meglio a questo importante e delicato appuntamento;
- Sostenere il lavoro di tutte le Unioni Comunali nei prossimi mesi e di tutte le iniziative che queste vorranno mettere in campo.

Pier Luigi Galligani è stato indicato per lo svolgimento di coordinamento del gruppo di reggenza. Su indicazione dell’Assemblea è stato deliberato che Luciano Mazzieri, in qualità di Presidente dell’Assemblea provinciale e Benedetta Antonini, in qualità di Tesoriere provinciale, partecipino alle riunioni del gruppo di reggenza in qualità di invitati permanenti.

Fonte: Pd Pistoia



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