Disabilità e 'Dopo di noi', in futuro diminuirà la capacità assistenziale delle famiglie

Da un lato un carico assistenziale crescente, dall’altro una prevedibile progressiva diminuzione, nei prossimi anni, della capacità di genitori e fratelli di garantire assistenza ai figli e familiari disabili. È quanto emerge dall’indagine “Misurare i bisogni presenti e futuri del Dopo di Noi” presentata oggi pomeriggio a Prato nel corso dell’iniziativa “Dopo di noi nel territorio pratese” organizzata dall’Area Welfare di Legacoop Toscana. La ricerca, promossa su iniziativa di quattro cooperative sociali di Prato - CUI, Alice, Kepos e Pane&Rose - appartenenti all’Area Welfare di Legacoop Toscana, è stata condotta da IRIS - Idee e Reti per l’impresa sociale ed ha mappato i bisogni legati al Dopo di noi nel territorio pratese partendo dalle persone potenzialmente interessate, ovvero gli utenti dei servizi delle cooperative promotrici dell’indagine (97 i questionari elaborati).

“Il Dopo di Noi, ovvero come garantire l’autonomia e la qualità della vita delle persone disabili nel momento in cui viene a mancare la rete di sostegno rappresentata dai familiari, è un argomento di grande attualità, come dimostrano le ultime disposizioni nazionali in materia - sostiene Marco Paolicchi, responsabile Dipartimento Area Welfare di Legacoop Toscana - Questa indagine offre uno spaccato della realtà pratese, ma ritengo possa fornire indicazioni di carattere generale su un tema sempre più rilevante non soltanto a livello delle singole famiglie ma dell’intera comunità”. Secondo stime dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane (2017) in Italia ci sono circa 4,5 milioni di persone disabili, di cui oltre un terzo vive da solo. In Toscana le stime parlano di oltre 210 mila persone con disabilità (2°Rapporto sulla disabilità in Toscana, 2017).

Le persone disabili a cui si riferisce l’indagine condotta sul territorio pratese sono in prevalenza di sesso maschile (64%) e nella fascia di età 41-60 anni. Il 68% è affetto da pluripatologie. Al momento il carico assistenziale richiesto è “medio” (52%) ma viene indicato un progressivo aumento di assistenza prevedibile tra 3 anni (“alto” 54%) e tra 5 anni (“alto” 66%).

Per circa il 20% delle persone disabili la rete di sostegno/caregiver è costituita da entrambi i genitori insieme a un fratello o una sorella; dai soli genitori o dal solo fratello/sorella nel 16% dei casi. La maggioranza dei disabili (41%) vive con entrambi i genitori; con un solo genitore nel 15% dei casi. Una percentuale non trascurabile vive con un parente o da solo. I dati indicano una prevedibile progressiva diminuzione della capacità assistenziale dei caregiver che, quando specificato, si riferisce prevalentemente all’età, alla presenza di patologie, al carico psicologico.

Due terzi dei disabili coinvolti nell’indagine usufruiscono attualmente di più servizi, in prevalenza centro diurno e accompagnamento/trasporti. Le risposte circa gli aspetti ritenuti più rilevanti da garantire indicano quelli assistenziali (96%) e di inserimento sociale (69%), sanitari (57%) e abitativi (33%). Emerge infine una grande disponibilità a partecipare alla progettazione di servizi per il “Dopo di noi”: il 50% delle famiglie sarebbe disposta a partecipare con un contributo economico, il 35% metterebbe a disposizione un appartamento e il 43% sarebbe disposto a mettersi insieme con altri genitori e famiglie.

All’iniziativa hanno preso parte, oltre a Paolicchi, Angela Regine (IRIS), Cecilia Lombardi (Azienda Usl Toscana Centro e Sds pratese), Mariagrazia Ciambellotti, assessore alla Pubblica istruzione e alle Pari opportunità del Comune di Prato, Luigi Biancalani, assessore ai Servizi sociali del Comune di Prato, i rappresentanti delle cooperative CUI, Kepos, Alice e Pane&Rose e i familiari coinvolti nella ricerca.

Fonte: Ufficio stampa Legacoop Toscana



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