Preghiera con alunni, Guazzini: "Vescovo fuori, inaugurazioni siano più sobrie "

Quello che è successo alla scuola de La Serra è qualcosa di molto discutibile, ma anche di molto usuale, e chi c’entra meno di tutti è il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca.
Un’associazione cattolica di volontariato, la Misericordia de La Serra ha donato un defibrillatore alla scuola elementare della frazione. Atto certamente lodevole, perché garantire in tutti i luoghi pubblici, e in particolare dove si trovano dei bambini, attrezzature che possono consentire primi soccorsi in grado di salvare vite umane è davvero una priorità.
Come succede spesso, e in periodi a ridosso delle elezioni più spesso ancora, si è voluto costruire intorno a questa donazione un evento che favorisse la visibilità di amministratori vicini a chi dirige l’Associazione. E, insieme al Sindaco Gabbanini e alla vicesindaca Rossi, al vicegovernatore della Misericordia Fogli, si è voluto coinvolgere anche il Vescovo Migliavacca.
Non è assolutamente il caso di prendersela col Vescovo che, essendo stato invitato, non poteva che fare quel che ha fatto: dire una preghiera e benedire il defibrillatore.

Non mi sembra neanche il caso di scomodare su una vicenda di queste dimensioni principi di importanza assoluta come la laicità della scuola pubblica. Tra l’altro, tra le molte interpretazioni di quel principio che sono presenti nel dibattito politico-culturale, io preferisco quella di coloro che ritengono non che il fenomeno religioso nella scuola non debba entrare, ma che ci debbano entrare tutte le sue possibili letture (e quindi il vescovo, ma se è il caso anche l’imam, un monaco buddhista o un esperto dell’Associazione Atei Agnostici e Razionalisti) perché i bambini di oggi vivranno in un’Italia dal panorama religioso variegato e l’obiettivo da costruire non è la reciproca indifferenza e il reciproco sospetto ma il reciproco rispetto e la reciproca conoscenza.

Mi sembrerebbe invece utile, visto che stiamo entrando in un anno elettorale e non sappiamo ancora quante e quali elezioni ci saranno da qui all’estate 2019, raccomandare una grande sobrietà sul taglio dei nastri e sulle inaugurazioni.

Ripeto: questo è un campo su cui nessuno è in grado di scagliare la prima pietra: si tratta di cose che tutti hanno sempre fatto. Ma oggi questi gesti, che consistono nell’attribuirsi meriti spesso non propri e nell’enfatizzare risposte comunque minime rispetto ai bisogni della gente, contrastano più di quanto sia mai avvenuto con la percezione estremamente critica che la maggioranza della popolazione ha della politica.

Manola Guazzini



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