Inceneritore di Montale, il Comitato per la Chiusura: "Irresponsabilità strategica del Pd"

Se è vero che il Consiglio di Stato mette una pietra tombale sull’inceneritore di Case Passerini, certamente riapre una finestra temporale sul mantenimento dell’impianto di Montale rinviato nel lungo termine e che, quindi, vedrà una rinegoziazione dei tempi di chiusura. Questa sciagurata condizione è – a parere del Comitato – una vessazione antieconomica, spregiudicata e dannosa che svilupperà ulteriori sfregi all’ambiente e la salute dei cittadini della piana. Il Comitato è edotto che la comunità dei principali partiti politici è risoluta nel perseguire la sciagurata politica dell’incenerimento dei rifiuti che comunque è da sempre esclusa dallo sviluppo delle tecniche virtuose, approvate in ambito europeo, con la collocazione dell’incenerimento all’ultimo posto dell’elenco delle tecniche.

A niente rileva la posizione farneticante del Pd locale: dopo anni di determinazione nel perseguire l’incenerimento, hanno ignorato le note di denuncia dei medici, impedito lo svolgimento di una analisi epidemiologica scientificamente ordinata, rimandato l’avvio della “Raccolta differenziata porta a porta”, oggi infatti depressa.

Il Pd ha dimostrato una straordinaria incompetenza politica e irresponsabilità strategica per le minaccie portate sulle popolazioni residenti nel medio periodo.

La nuova vocazione politica delle 3R è oggi richiamata nel Pd dalla “illuminante determinazione” del Presidente Rossi, rivelatosi in tarda età – reggetèvi forte – un rigoroso antinceneritorista (?). La diaspora interna ai dem non è un atto di resipiscenza: è altresì una accusatio manifesta che conferma l’irresponsabilità storica dei democratici a promuovere, sostenere e difendere la politica dell’incenerimento. Il loro tardivo ravvedimento è fittizio e solo strumentale al maldestro tentativo di ricostruire programmaticamente un nuovo contenitore politico, che permetta un recupero dei voto dem scompaginati dalla recrudescenza della nuova cultura ambientalista. Una premiata cultura amobientale che appartiene ai componenti del Comitato e alla comunità scientifica che, nega e respinge crescentemente, la tecnica di incenerimento.

I cittadini della piana, avranno da preoccuparsi per le rassicurazioni del segretario Matteo Manetti, sulle richieste di chiudere entro il 2023: chiaro che trattasi di una misura suggestiva e ipnotizzante, solo temporanea a blandire gli stolti, essendo chiaro che l’Ato, avrà sempre bisogno di impianti atti all’incenerimento di una quota considerevole di rifiuti che non possono essere differenziati per la mancanza di politiche tese allo sviluppo di tale tecnica, universalmente riconosciuta come più economica e rispettosa dell’ambiente e mai sviluppata in Toscana e Emilia Romagna.

Fonte: Ufficio Stampa



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