Gas di discarica, prosegue il progetto di sperimentazione

foto di archivio

Un progetto innovativo non solo per il contesto toscano, ma anche per quello italiano e europeo. Così il monitor inviato dalla Commissione europea, Laura Giappichelli dell'agenzia europea PMI, al termine della sua visita all'impianto di Podere il Pero a Castiglion Fibocchi (Ar) dove è in corso da tre anni, così come alla discarica di Monticiano (SI), la sperimentazione del progetto LIFE Re Mida, per lo sviluppo di tecnologie che possano gestire i gas di discarica con basso potere calorifico.

Coordinato dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università degli studi di Firenze, con partner la Regione Toscana, CSAI per l'impianto di Castiglion Fibocchi e Sienambiente per l'impianto di Monticiano, il progetto Re Mida torna a essere protagonista di una visita della Commissione europea che per la seconda volta invia un monitor sul posto per valutare i passi avanti registrati dalla sperimentazione.

"L'impressione è molto positiva – ha proseguito Giappichelli - si sta mettendo in atto un progetto di biofiltrazione che non esiste altrove. Abbiamo anche identificato elementi significativi per il miglioramento della direttiva europea. Si tratta di un progetto importantissimo non solo per migliorare la gestione delle discariche ma anche, in generale, la salute della popolazione. Un progetto dunque, che lavora su più tematiche, ambiente, qualità dell'aria, salute e cambiamenti climatici".

"Per la prima volta - spiega Isabella Pecorini, del gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università degli studi di Firenze - vediamo la dimostrazione che il gas di discarica può essere ridotto nei suoi impatti tramite l'ossidazione biologica della flora batterica, incidendo sia sulle emissioni di Co2 che sugli impatti odorigeni".
"Noi prestiamo la nostra discarica, chiusa ormai da qualche anno, per sperimentare questa modalità di gestione del biogas che non ha più abbastanza metano al suo interno per essere bruciato né per produrre energia e neppure per essere combusto – aggiunge Luana Frassinetti, ad di CSAI -. Una problematica molto importante perché il nostro obiettivo è quello di gestire la discarica alla fine della sua vita nella maniera più corretta e meno impattante possibile. Questa modalità, se verrà riconosciuta come una modalità efficace, credo rappresenterà un aspetto molto positivo sia per noi che abbiamo già un impianto, sia per chi ha discariche già in post mortem".

Nei prossimi mesi il progetto si concentrerà sulla stesura di linee guida per potare avanti il miglioramento della gestione delle discariche a livello nazionale, con l'obiettivo di portare un contributo anche a livello europeo utile a migliorare e implementare la direttiva europea sulle Landfill delle discariche.

Fonte: Regione Toscana



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