Stop alle plastiche, presentato a Bruxelles il progetto Arcipelago Pulito

Il progetto Arcipelago Pulito presentato a Bruxelles

Il progetto Arcipelago Pulito presentato a Bruxelles

Il progetto Arcipelago Pulito arriva a Bruxelles all’attenzione del commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca Karmenu Vella. Una delegazione dei rappresentanti del progetto, composta da Vittorio Bugli, assessore alla presidenza della Regione Toscana, e Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze, insieme all’eurodeputata Simona Bonafé, ha incontrato oggi pomeriggio il commissario europeo Vella per raccontare l’esperienza di Arcipelago Pulito, che ha mosso i primi passi a metà aprile per permettere ai pescatori toscani di riportare in porto e smaltire correttamente i rifiuti recuperati durante la normale attività di pesca.

Il progetto sperimentale prevede la realizzazione di una filiera della Toscana per un mare senza rifiuti, grazie ad un protocollo d'intesa siglato tra la Regione Toscana, il Ministero dell'ambiente, Unicoop Firenze, Legambiente, la Guardia Costiera della Toscana, l'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, la società Labromare concessionaria per la gestione dei rifiuti nel porto di Livorno, l'azienda di raccolta e riciclo dei rifiuti Revet e la cooperativa di logistica integrata Cft.

La filiera va dalla raccolta del rifiuto in mare fino al suo trattamento e, quando possibile, recupero in un impianto idoneo.

"Il nostro obiettivo  - spiega l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli - è arrivare ad avere norme che consentano ai pescatori di raccogliere i rifiuti che rimangono impigliati nelle loro reti. Per questo stiamo predisponendo una proposta di legge al Parlamento italiano, che si accompagnerà ad una petizione e al coinvolgimento dei cittadini nell'elaborazione".

"Ma qui a Bruxelles – aggiunge - siamo anche perché ci sia una pressione dall'alto dell'Europa, attraverso una direttiva che imponga agli Stati membri di riempire il vuoto normativo alla quale sta lavorando l'onerevole Bonafè. Abbiamotrovato molta attenzione anche da parte del commissario Vella".

L'altro obiettivo è quella di allargare il progetto, possibilmente a tutta la Toscana.  "Per far questo – spiega Bugli – c'è però bisogno di maggiori risorse, sia per l'attività in mare che per l'eduzione ambientale, essenziale in questa battaglia, a partire dai giovani e dalle scuole". Le plastiche che finiscono in mare arrivano infatti dai fiumi e la terra ferma, solo in pochi casi dalle barche. "Sull'educazione stiamo già lavorando – dice ancora Bugli - e anche su questo il commissario europeo ha dimostrato sensibilità".

"Il nostro progetto è in fondo un'iniziativa semplice, ma è così che a volte si risolvono i grandi problemi -  conclude – ed ha trovato sponda nel lavoro che la Regione sta portando avanti sul tema dell'economia collaborativa e circolare, dove tutela dei beni comuni, impegno attivo per l'ambiente, sostegno alla competitività toscana e alle produzioni locali sono parole d'ordine che si ripetono già in molte esperienze".

"Aver portato il progetto Arcipelago Pulito, best practice toscana in Europa - dichiara Bonafe ' -  e' un onore e rappresenta il segno tangibile di come sia fondamentale avere una visione a 360 gradi per affrontare i problemi ambientali. Soggetti diversi fra loro hanno saputo fare squadra con un preciso obiettivo: tutelare la salute del mare. Fondamentale in questo senso il coinvolgimento dei pescatori al fianco dei quali abbiamo deciso di schierarci, ponendo fine a un’assurdità, quella per cui i pescatori che raccolgono i rifiuti finiti nelle loro reti ne diventano produttori, assumendosene gli oneri economici, ma soprattutto giuridici. L’attuale normativa trasforma un comportamento virtuoso in una penalizzazione e in un costo. Ho presentato a tal proposito - conclude Bonafe' - un emendamento per far recepire nella nuova direttiva europea sul Port Reception Facility (Proposta di direttiva relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi), l’idea che sta alla base di Arcipelago pulito, consentendo e incentivando i pescatori a portare a terra i rifiuti plastici che pescano accidentalmente. L’Europa segua l’esempio della Toscana".

“Il progetto nasce dal rapporto quotidiano della cooperativa con i pescatori, che forniscono a Unicoop Firenze il pescato che viene venduto nei punti vendita della Cooperativa - spiega Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze - Quando i pescatori hanno raccontato che insieme al pesce dell’Arcipelago Toscano capitava spesso di tirare a bordo rifiuti e soprattutto plastica, Unicoop Firenze ha proposto di trovare una soluzione che impedisse il “ritorno” in mare dei rifiuti e potesse invece garantirne il corretto smaltimento e quando possibile il riciclo. Al progetto destiniamo parte del ricavato del centesimo che soci e clienti, per legge, dall'inizio dell'anno devono pagare per le buste in mater-b dell'ortofrutta. Così tutti partecipano e grazie ad iniziative di comunicazione e sensibilizzazione i cittadini sanno cosa si può fare per l’Arcipelago e per migliorare l’ambiente dove viviamo”.

Primi protagonisti del progetto sono i pescatori, che hanno attrezzato le barche con appositi sacchi stivati a bordo grazie ai quali raccogliere i rifiuti plastici issati con le reti durante la quotidiana attività di pesca. Al rientro in porto, tutti i sacchi vengono depositati in un apposito contenitore di raccolta posizionato in banchina da Labromare che periodicamente provvede al suo svuotamento.

Il contenuto del cassone viene poi trasportato da furgoni dedicati di Cft allo stabilimento di Revet, dove si effettuano le analisi e le classificazioni necessarie a quantificare e caratterizzare il rifiuto per poi destinarlo al riciclaggio o allo smaltimento.

Sul corretto svolgimento delle operazioni in mare vigila la Guardia Costiera della Toscana, mentre Legambiente offre il proprio contributo in termini di esperienza scientifica, monitoraggio, elaborazione dati, formazione e sensibilizzazione.

Proprio da Revet arrivano i dati aggiornati al 20 giugno che, dopo quattro conferimenti, raccontano di 830 kg di rifiuti conferiti, così suddivisi: il 2,7% sono contenitori in plastica per liquidi, il 14,7% sono imballaggi vari, principalmente shopper e imballaggi alimentari, il 78% plastica dura e il 3,1% vetro, oltre a percentuali minime di altri materiali. Di questi il 18,7% è plastica recuperabile e nel 22% dei casi sono materiali a cui si può dare una seconda vita.

 

Fonte: Ufficio stampa



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