Muore quarantenne in un deposito di marmi a Carrara

Ennesima morte bianca tra le cave delle Apuane. A Marina di Carrara il 37enne Luca Savio è morto stamani in un deposito di marmi. Secondo quanto appreso un blocco di marmo già scaricato e posizionato sarebbe scivolato colpendo il dipendente di una ditta di autogru. Indagano i carabinieri. Sul posto anche i sanitari inviati dal 118 e la medicina del lavoro dell'Asl Nord Ovest. I soccorsi giunti sul posto hanno tentato per mezz'ora di rianimare senza successo l'uomo. Savio aveva una moglie e un figlio piccolo. L'area del fatto è stata posta sotto sequestro. Altre cave hanno sospeso il lavoro in segno di lutto.

LUTTO CITTADINO A CARRARA

I COMMENTI

"Ancora un morto sul lavoro. E ancora una volta nel settore del marmo. Il primo pensiero va alla famiglia, alla quale esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà. E' davvero doloroso registrare un nuovo infortunio mortale proprio in un settore in cui tanto abbiamo fatto per aumentare la sicurezza e accrescere la consapevolezza di lavoratori e datori di lavoro". Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute, vuole far giungere le sue condoglianze alla famiglia dell'operaio quarantenne morto stamani in un deposito a Marina di Carrara, schiacciato da una lastra di marmo.
"In questi ultimi anni – ricorda l'assessore – abbiamo messo in campo interventi concreti. Ma evidentemente tutto questo non è ancora sufficiente. Per migliorare la sicurezza nelle cave e nel settore del marmo è necessaria una stretta collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro, una vera alleanza tra tutte le figure dell'impresa. E i controlli devono essere assidui e costanti".

“Un’altra tragedia, l’ennesima di una lunga serie per il nostro territorio. Bisognerà fare luce sull’accaduto e chiarire tutte le dinamiche. Resta però un fatto, morire sul lavoro è inaccettabile, lo diciamo troppo spesso e mai come adesso quindi è urgente intervenire in maniera concreta sulla prevenzione e sulla sicurezza: l’impegno nelle istituzioni deve essere totale. Abbiamo messo in campo tante azioni su questo tema come Regione Toscana ma non dobbiamo fermarci, la sicurezza sui luoghi di lavoro deve rappresentare una priorità assoluta. Ai familiari e ai colleghi della vittima il più profondo cordoglio e la massima vicinanza in questo momento di enorme dolore”.

Così Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd, sull’infortunio avvenuto questa mattina a Marina di Carrara che ha causato la morte di un operaio schiacciato da una lastra di marmo.

Gli infortuni nelle cave delle Apuane

A fronte di una diminuzione degli infortuni in cava (dai 174 del 2006 ai 61 del 2016), quelli mortali sono invece aumentati. Dal 2006 al 2016 nella cave delle Apuane si sono registrati 9 infortuni mortali: 1 nel 2006, 1 nel 2007, 1 nel 2010, 1 nel 2012, 2 nel 2015 e 3 nel 2016 (vedi documento allegato). Nel 2017 non si sono registrati infortuni mortali in cava. Dall'inizio del 2018, quello di stamani è il secondo infortunio mortale nel settore del marmo.

La Cgil: "Un’altra vittima, task-Force non funziona. Aveva un contratto di soli 5 giorni"

A distanza di 2 mesi un altro infortunio mortale sul lavoro si è portato via un lavoratore della provincia. Dalle prime notizie sembra che il giovane stesse lavorando intorno ad un blocco di marmo in un deposito vicino al porto che improvvisamente lo ha colpito mentre lo stava movimentando. Al momento risulta che avesse un contratto di lavoro attivato il 6 luglio e della durata di soli 5 giorni. Un ragazzo di 37 anni ha perso la vita per un contratto di lavoro di soli 5 giorni!Appresa la notizia, nelle cave è scattata la solidarietà di tutti i cavatori che hanno immediatamente abbandonato il lavoro e così hanno fatto tanti lavoratori del piano del settore lapideo. La tragedia di oggi è indice di fallimento di tutta la nostra comunità. Nonostante la task-force messa in campo dalla Regione Toscana continua la strage, perché di vera e propria strage si parla, di lavoratori. La nostra posizione è sempre la stessa: le imprese che non rispettano le leggi e le regole in materia di salute e sicurezza sul lavoro devono essere chiuse! Inoltre tutti gli attori coinvolti devono riflettere sull’ opportunità di consorziare le piccole imprese in maniera tale da avere più garanzie e tutele per lavoratori e lavoratrici. La CGIL di Massa Carrara oltre ad esprimere cordoglio ai familiari del ragazzo e lancia ancora una volta un appello affinchè tutti i soggetti istituzionali coinvolti si impegnino fermamente per fermare questa strage.

La Lega: "Continua lo stillicidio di vittime"

"Siamo davvero costernati - affermano Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega ed Andrea Cella, Segretario provinciale leghista - nell’apprendere dell’ennesima morte sul lavoro, questa volta occorsa ad un operaio che lavorava in una segheria di Marina di Carrara. Una nuova tragedia, quindi che ci deve far riflettere immediatamente su quanto sia importante predisporre la massima sicurezza e promuovere controlli costanti e minuziosi, specialmente in settori palesemente a rischio come quello legato al marmo. Ci stringiamo, dunque alla moglie ed alla piccola figlia della giovane vittima che devono affrontare quest’improvvisa e grave perdita; chiediamo, nel contempo, che non si abbassi mai l’attenzione delle Istituzioni sulla delicata tematica. Già troppe persone, infatti, hanno pagato, da inizio anno, in Toscana, con la perdita della vita, il proprio quotidiano e faticoso impegno lavorativo, indispensabile per dare il giusto sostentamento alle loro famiglie.”

Il cordoglio del Gruppo regionale Movimento 5 Stelle.

“Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la tragica morte dell’operaio schiacciato da una lastra di marmo a Marina di Carrara. Ci stringiamo nel dolore ai familiari ed ai colleghi della vittima. Occorrerà fare piena chiarezza sulle cause dell’incidente fatale e rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza in questi luoghi di lavoro particolarmente a rischio. E’ intollerabile che si continui a morire sul posto di lavoro. Occorre l’impegno di tutte le Istituzioni e di ogni schieramento politico per porre fine a questo tragico bollettino di guerra.”

Fattori e Sarti (SI): "Necessario intervenire su cave e indotto"

“Siamo vicini alla famiglia di Luca Savio e a tutta la comunità di Carrara, che ancora una volta piange una vittima in un settore fondamentale per la sua economia. Anche se l’incidente mortale di questa mattina non è avvenuto in una cava, riguarda comunque il suo indotto. La Regione si è già mossa per migliorare la sicurezza in questo settore, ma non è purtroppo sufficiente ed occorre allargare il raggio di azione ed intervento”. I consiglieri regionali di Sì-Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, commentano così l’incidente mortale avvenuto in un deposito di marmi a Marina di Carrara. 

“Al di là dei doverosi interventi legislativi - aggiungono Fattori e Sarti - serve un cambio di passo contro lo sfruttamento e il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Occorre anche una maggiore attenzione rispetto a quel che accade nell'indotto del marmo. L’operaio deceduto oggi lavorava per un’azienda che presta deposito per conto terzi”. 

“La tragedia odierna è la diciassettesima dall’inizio dell’anno nella nostra Regione, e ne richiama, come modalità, altre avvenute anche recentemente, nei settori più diversi, ma sempre - concludono Fattori e Sarti - nella movimentazione di carichi pesanti”.

Spinelli (Mdp): “Morire sul lavoro con un contratto di cinque giorni è una grande ingiustizia sociale"

“Un altro grande dramma quello di Luca Savio, 37 anni, morto questa mattina a Marina di Carrara, schiacciato da un blocco di marmo presso il deposito in cui lavorava. Esprimo tutto il mio cordoglio alla famiglia e ai suoi cari. Le forze dell’ordine e i tecnici dell’Asl ricostruiranno la dinamica della vicenda. Ma leggo con sconcerto quanto riportato dalla Cgil di Massa Carrara, secondo la quale risulta che Luca Savio avesse un contratto di lavoro della durata di sei giorni. Morire sul lavoro con un contratto di sei giorni è una grande ingiustizia sociale. La più grande dei nostri tempi. Mi chiedo come, con un contratto così breve, un’azienda possa rispettare leggi e regole in materia di salute e sicurezza, così come sottolinea la Cgil di Massa  Carrara. La degenerazione del precariato esplosa nel nostro Paese deve finire. Ripetiamo costantemente la necessità di investimenti su sicurezza, formazione e un maggior numero di ispettori del lavoro; ma di fronte a tragedie come quella di oggi la realtà del mondo del lavoro si presenta ancora più grave di come viene descritta. La Regione Toscana per la sicurezza nel settore del marmo ha messo a punto un piano specifico, con competenze e risorse. Ma serve di più, serve l’impegno del Governo su sicurezza e formazione, aumento del numero degli ispettori e dunque dei controlli. Per ridare dignità al lavoro bisogna ripartire dalle fondamenta, dalla struttura del rapporto di lavoro stesso; oggi troppo debole, svuotato di regole e diritti”. È quanto dichiara Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp in Consiglio regionale a seguito dell’incidente mortale sul lavoro avvenuto questa mattina a Marina di Carrara.

Mauro Fuso, segretario Cgil Toscana: "Affermare valore del lavoro e della dignità della persona"

“Mentre il dibattito politico ruota intorno all'estensione dei voucher, dovremmo domandarci se questo lavoratore, con un contratto di pochi giorni, abbia ricevuto la corretta formazione sulla sicurezza nel lavoro oppure se questa formula e la conseguente precarietà non sia all'origine dell'infortunio mortale. Probabilmente stenterà ad affermarsi una forte cultura di sicurezza sul lavoro se non recuperiamo con assoluta nettezza il valore del lavoro e della dignità della persona a tutto tondo”.

Martelli (Acli): “Fermiamo questa strage silenziosa”

“Siamo di nuovo qui a piangere un altro morto sul lavoro a Carrara. E' già il secondo in pochi giorni. Ma oramai anche le nostre lacrime sembrano appartenere alla vuota routine. E' ora di dire basta a questa strage oramai quotidiana”. Così il presidente di Acli Toscana, Giacomo Martelli sulla sciagura avvenuta a Carrara.

“Chiedo alle istituzioni di lasciare da parte le parole – dice Martelli - e di muoversi concretamente considerando la questione sicurezza, anzi mancata sicurezza sul lavoro per quello che è veramente: una emergenza. E come per qualsiasi altra emergenza servono strumenti e azioni straordinarie, puntuali e immediate. La magistratura faccia chiarezza fino in fondo anche per verificare se è vero che quel padre di famiglia in tasca aveva un contratto di soli 5 giorni e se dunque doveva e poteva stare lì sul quel piazzale in mezzo alle lastre di marmo. Si cerchino responsabilità e responsabili. Ma la politica offra subito un piano straordinario di intervento come si farebbe dopo una calamità naturale”.

Il cordoglio di Rossi: "Gli effetti di un'inaccettabile precarietà"

"Alla famiglia dell'operaio morto oggi in un deposito di marmi a Marina di Carrara vanno le mie condoglianze e quella dell'intera Regione Toscana. Siamo di fronte agli effetti inaccettabili di una precarietà e di un mercato del lavoro che consentono l'eccessiva frammentazione di mansioni e carichi insostenibili di lavoro". Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo l'incidente che è costato la vita ad un giovane lavoratore di 37 anni.

"C'è una proliferazione di terzocontisti – prosegue Rossi - e vengono fatti svolgere compiti diversi da quelli che un lavoratore è chiamato a eseguire in base al contratto sottoscritto. L'assenza di formazione adeguata – dice ancora - si presenta così come una conseguenza naturale, di fronte alla quale non possiamo più chiudere gli occhi. La condizione di questo giovane operaio parla chiaro: era entrato a lavorare il 9 luglio con un contratto di sei giorni. Non solo. Dalle informazioni di cui siamo in possesso, emerge come quell'operaio era stato assunto con un contratto che non prevedeva mansioni in un contesto così pericoloso e nei mesi scorsi aveva svolto piccoli lavori. Qui c'è un enorme problema non solo di cultura della sicurezza – conclude il presidente -, ma di rispetto delle regole, di fronte al quale chiamo ancora una volta alla responsabilità tutti i soggetti coinvolti nel mo ndo dell'impresa, dell'industria e del lavoro".

L'On. Cosimo Maria Ferri 

Innanzitutto desidero esprimere tutta la mia vicinanza e il mio affetto alla famiglia del giovane operaio che oggi ha perso la vita.  Non è giusto morire così e non è giusto che una vita sia spezzata così presto. Dobbiamo tutelare i lavoratori e difenderne la dignità. Non si può morire di lavoro e la sicurezza deve essere una priorità di questa legislatura. Si deve continuare sulla strada intrapresa in questi ultimi anni. Con la legge  contro il caporalato e con il Jobs Act, che ha introdotto l'Ispettorato Nazionale del Lavoro. Sono stati compiuti passi fondamentali nella tutela dei lavoratori a garanzia dei loro diritti, della loro sicurezza e incolumità. Adesso serve un’evoluzione culturale che responsabilizzi maggiormente il datore di lavoro e che ponga al centro il lavoratore realmente reso consapevole dei rischi che corre e dei pericoli alla propria incolumità”



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