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La masseria delle allodole in scena con il Dramma Popolare di San Miniato: la pace raccontata dal teatro

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foto di Danilo Puccioni e Francesco Sgherri

Paolo e Vittorio Taviani ne fecero il loro diciottesimo film; la Festa del Teatro di San Miniato, terra natale dei due cineasti, farà invece de "La masseria delle allodole" il Dramma Popolare 2018. Una scelta che si inserisce, a pieno titolo, nel più ampio quadro della tematica triennale della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, guidata da Marzio Gabbanini, che chiama a riflettere sulla grande sfida del dialogo interreligioso per inseguire il sogno della pace tra i popoli. Così arriva sulla scena sacra di Piazza Duomo (dal 19 al 25 luglio) il romanzo di Antonia Arslan, scrittrice italo armena, che narra le atrocità del genocidio armeno attraverso la tragedia vissuta dalla sua famiglia.

Quando scoppia la grande guerra, l’Italia chiude le frontiere e il partito dei Giovani Turchi insegue il mito di una Grande Turchia in cui non c’è spazio per le minoranze etniche. Tutto precipita vorticosamente e il profumo di gelsomino che inebriava l’aria delle colline della masseria della famiglia della Arslan verrà soppiantato da quello sanguinolento delle macerie e dell’orrore. Gli uomini armeni fucilati e sgozzati; le donne ed i bambini ammassati in carovane e costretti ad una lunga ed estenuante marcia verso lontani campi di prigionia.

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Si trattò del primo sterminio della storia, prima ancora della Shoah. Per Paolo e Vittorio Taviani, facendone un film nel 2007, si trattò di guardare ancora una volta negli occhi il "male" nel loro cinema d'impegno, di forte comunicazione emotiva e di poesia. Per il Dramma Popolare di San Miniato, con cui collabora in quest'edizione anche il Centro Cinema Paolo e Vittorio Taviani, si tratta di chiamare l'uomo a riflettere, con il linguaggio del teatro, sulla forza del dialogo in un tempo che vede ancora focolai di guerra accessi da fondamentalismi e settarismi confessionali.

"Anche quest'anno - spiega il presidente Gabbanini - si è inteso scegliere il Dialogo interreligioso quale strumento di salvaguardia della pace, così da avviare il nostro pubblico a una fruizione chiara e puntuale del testo drammaturgico "La Masseria Delle Allodole" sul genocidio degli Armeni. Si tratta di una scelta importante sul piano etico, civile e spirituale, trattandosi di un popolo che si è convertito, già nel 301 d.c. alla fede cristiana".

"La masseria delle allodole" sale sulla scena sull'elaborazione drammaturgica di Francesco M. Asselta e Michele Sinisi, quest'ultimo firma anche la regia. Questo il cast di attori: Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D'Addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Arsen Khachatryan, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Roberta Rosignoli, Michele Sinisi, Adele Tirante. Le scene sono di Federico Biancalani, i costumi di Elisa Zammarchi, le luci di Federico Biancalani e Michele Sinisi. Lo spettacolo è frutto della produzione tra Fondazione Idp, Elsinor Centro di Produzione Teatrale e Arca Azzurra Teatro.

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foto di Danilo Puccioni e Francesco Sgherri

Lo spettacolo diretto da Michele Sinisi si focalizza su una continua azione scenica sviluppata durante un pranzo armeno, dove si discute di ogni tema, a cui fa da contraltare il dialogo politico tra chi vuole mettere in atto lo sterminio e chi invece, all’interno dell’esercito stesso, si oppone a esso anteponendo al massacro la propria coscienza.

I due piani ‑ il pranzo e il dialogo politico ‑ sono inizialmente due binari paralleli che si intersecano poco a poco attraverso una storia d’amore: quella tra il soldato turco Djelal e l’armena Azniv. Il soldato prova in tutti i modi a salvare la ragazza dalla strage imminente ma nella masseria inizia la carneficina. Le parole scritte da Antonia Arslan sono qui tradotte in azioni di cui essere partecipi, esperienze umane di cui essere testimoni.

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foto di Danilo Puccioni e Francesco Sgherri

Tra le iniziative collaterali, quest'anno la Fondazione Istituto Dramma Popolare riproporrà il Premio alla Critica in collaborazione con il Rotary Club e il Lions Club di San Miniato: una giuria qualificata assegnerà l'Istrice d'Argento alla critica più significativa dedicata allo spettacolo principale della Festa del Teatro. Un premio speciale sarà riservato al più giovane critico teatrale presente alla rappresentazione.

La Festa del Teatro di San Miniato ha il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e di Crédit Agricole.

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