Villa Serena piange la nonna di Montaione: addio a Livia Campinoti

Stamattina all’età di 105 anni ci ha lasciato Livia Campinoti, nata il 13 marzo 1913 ad Uliveto, presso Castelfiorentino. Livia era residente dal 5 giugno 1998 a Villa Serena,dove ha vissuto con  serenità e tranquillità in questi ultimi 20 anni. Gli operatori del 3 piano B, unitamente alla Direzione, esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Livia, a cui tutta Villa Serena si era affezionata, era un piacere potere parlare con questa ultracentenaria che dimostrava tutta la sua lucidità. Anche il sindaco di Montaione Paolo Pomponi, che ogni anno festeggiava con Livia il compleanno ha espresso, con un telegramma le condoglianze della comunità di Montaione: "A nome mio e dell’Amministrazione Comunale di Montaione esprimo le più sincere condoglianze per la scomparsa della cara Livia. Aggiungo un commosso pensiero personale per la profonda amicizia che a lei mi legava e l’affetto che lei stessa aveva maturato nei miei confronti. Una persona di qualità umane rare, il cui ricordo mi accompagnerà sempre". I funerali si svolgeranno presso la chiesa di Villa Serena venerdì pomeriggio. Recentemente la sua storia di vita è uscita in un libro sui centenari della Toscana di Giuseppe Della Maria. Figlia di Angelo e Ida Nicolini, contadina a mezzadria. Istruzione terza elementare frequentante nella scuola di Certaldo, perché "la Scuola era troppo lontana quindi smisi di andarci".

Sino a 14 anni collabora in casa. Per un anno presta servizio come baby sitter in una famiglia del paese e poi a 15 anni si impiega al pastificio Neri e Venturi di Certaldo, una florida azienda con 20 operai.  Si fidanza con un collega di lavoro, Ferrè Zanoboni e si sposano nel 1934. Dopo cinque anni Ferrè viene chiamato alle armi con destinazione Albania . Rientra a casa dopo tre anni in condizioni di salute molto precarie. A causa dei violenti bombardamenti, Livia e la nonna del marito sono sfollate nelle campagne circostanti Certaldo.
Anche il panificio Neri e Venturi viene completamente distrutto dai bombardamenti. Nel Dopoguerra Livia lavora in una vetreria come operaia addetta al rivestimento fiaschi.  E' vedova dal 1966; si risposa nel 1972 con il pensionato Gino Nencioni di Certaldo. Passano buona parte dell'anno a Follonica nella loro casa estiva e per tanti anni frequenta le cure termali a Chianciano Terme. Rimane vedova per la seconda volta nel 1982. Livia era una donna che ha sempre avuto buon umore ed è molto religiosa. Amava le melanzane arrosto e la pastasciutta.

Livia raccontava così la sua storia di vita:

Mi chiamo Campinoti Livia e sono nata a Uliveto (Castelfiorentino) il 14/3/1913; mia madre era casalinga, mio padre, tornato malato dalla guerra, non poteva lavorare, i nonni si occupavano della campagna.
Io e mio fratello abbiamo frequentato la scuola dalle suore, fino alla terza elementare, mio fratello ha studiato di più, fino all’avviamento al lavoro.

Quando avevo 12 anni, la famiglia si trasferì a Certaldo. A 13 anni mi prendevo cura del figlio di una vicina di casa; poi verso i 18 anni ho cominciato a lavorare in un pastificio, dove ha conosciuto Zanaboni Ferrè, il mio primo marito, con il quale mi  sposai il 10/10/1934 nella chiesa di S. Tommaso a Certaldo. Non abbiamo avuto figli e vivevamo con la mamma di lui e un nipote rimasto orfano. Appena mio nipote ha avuto la possibilità, ha aperto un negozio dove lavorava come elettricista, aiutato sia da me  che da mio  marito. Oggi mio  nipote ha un negozio di fotografo a Certaldo (Bartolini Giancarlo), si è sposato e abita con la moglie e il figlio Roberto. Mio  marito è rimasto lontano da casa per 3 anni a causa della guerra (in Albania). Io e mio marito abbiamo  cresciuto Giancarlo  come se fosse figlio nostro,all’età di 7 anni è stato accolto nella nostra  casa e ne è uscito quando si è sposato.

Ci siamo occupati di lui sempre, facendolo studiare per assicurargli un lavoro. Quando si è sposato, andavo a casa sua a fare le faccende, cucinare, lavare, ecc...

Il marito, malato da tempo muore nel 1976 all’età di 68 anni. Io occupavo il tempo facendo lavori all’uncinetto come coperte, centrini, cuscini e trine per nipoti e cugini.

La suocera è vissuta con me fino a quando è entrata in RSA “Giglioli”, insieme andavamo per le campagne dai contadini a fare piccoli lavoretti, come accomodare ombrelli, conche, e in cambio ricevevamo patate, fagioli, pane e prosciutto.

Conoscevo da tempo un signore di nome Gino Nencioni, vedovo anche lui, decidiamo di sposarci, anche perché non volevo stare sola.
Il figlio di Gino e mio nipote erano titolari di un calzaturificio dove lavorava un po’ tutta la famiglia. Insieme stavamo bene, Gino era una brava persona e mi  faceva tanti regali. Tutti gli anni per le ferie andavamo  al mare a Viareggio o a San Vincenzo. Sono una persona socievole e disponibile a stare in compagnia, sempre cordiale con gli altri, coscienziosa e stimata per i miei sani principi, amo i fatti e le cose pratiche.

Conducevo uno stile di vita semplice e salutare; sono una persona molto credente, cattolica e praticante ho ricevuto tutti i sacramenti osservandone le regole, tutte le domeniche andavo a Messa con i miei familiari e tutte le sere, prima di addormentarmi recito la preghiera del Padre Nostro e Ave Maria.

Del mio aspetto curavo soprattutto l’igiene personale, sceglievo abiti o gonne dal taglio classico e sobrio, i tessuti di buona qualità come le scarpe e le borse,non mi truccavo e non portavo gioielli, ma andavo dal parrucchiere ogni quindici giorni.

Mi piaceva cucinare per la famiglia, fra i miei piatti preferiti: le lasagne, la bistecchina di vitella, pesce, melanzane grigliate, prosciutto, insalata, frutta e dolci. Quando Gino si è ammalato, ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita in casa del figlio perché bisognoso di molta assistenza.

Io avanti con gli anni, non riuscivo a vedere bene, e non potendo farmi da mangiare e occuparmi delle faccende di casa, ho deciso insieme a mia nipote Grazia di trasferirmi in Casa di riposo a Montaione.

Fonte: Rsa 'Villa Serena' di Montaione



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