"The Florence Experiment" e la comunicazione tra uomo e piante

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Sapete cos’è la Neurobiologia vegetale? È la disciplina che studia i meccanismi con cui le piante ricevono e rielaborano segnali provenienti dall’ambiente che le circonda.

Sappiamo che nel regno animale la risposta agli stimoli è quasi sempre legata all’azione (un movimento): ad esempio, se siamo in pieno sole e percepiamo calore, possiamo spostarci verso un luogo più ombreggiato. Il mondo vegetale invece di evadere dal problema attua un atteggiamento “risolutivo” e lo fa con diversi meccanismi di adattamento. Se, ad esempio, c’è una carenza d’acqua, le piante non solo sono in grado di chiudere le aperture che hanno sull’epidermide e ridurre così la traspirazione, ma riescono anche a diminuire il numero delle foglie per concentrarsi sulla produzione di nuove radici atte a ricercare acqua.

Sono ormai noti gli adattamenti che le piante hanno messo in atto nel corso dei secoli per attirare insetti impollinatori o altri animali con cui stabiliscono relazioni simbiontiche, ma si sa ancora poco sul rapporto uomo-pianta. O meglio, conosciamo bene gli effetti che le piante hanno su di noi, ma l’uomo con la sua presenza o le sue emozioni può in qualche modo influenzare il mondo vegetale? E’ quello che Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale e professore ordinario presso l’Università di Firenze, e Carsten Höller, artista di fama internazionale, cercheranno di scoprire mediante il loro “The Florence Experiment” in scena a Palazzo Strozzi fino al 26 agosto.

L’esperimento, di cui i visitatori sono parte attiva, si divide in due parti. La prima parte, costituita da due grandi scivoli che adesso animano il cortile del palazzo, mirerà a capire se e come cambieranno i parametri fotosintetici (e non solo) in piantine di fagioli in discesa congiunta con i visitatori che sperimenteranno il brivido dello scivolo, rispetto a piante scese da sole e piante non sottoposte alla discesa. La seconda parte vuole invece approfondire se esiste un’interazione tra le emozioni dei partecipanti e la crescita delle piante: due sale cinematografiche proietteranno rispettivamente scene di film horror e scene di film comici e mediante due canali di aspirazione, verranno convogliati ai glicini posti sulla facciata di Palazzo Strozzi i composti volativi prodotti (da una parte "l'aria della paura" e dall'altra "l'aria del divertimento").

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Riusciremo in qualche modo a influenzare lo sviluppo delle piante? L’esperimento potrebbe rivelarsi un grande flop, come detto da Mancuso stesso che si definisce non un ricercatore, ovvero uno che ricerca ciò che già c’è, ma un “cercatore” e come tale in cerca di qualcosa che ancora non è stato scoperto. Il suo intento e quello di Höller, è superare il mero metodo scientifico di indagine che non tutto può, per abbracciare nuovi percorsi di conoscenza dell’essere, che si possono realizzare come in questo caso grazie al connubio tra arte contemporanea e scienza.

Potremmo quindi scoprire che non abbiamo alcuna influenza nel mondo vegetale come invece cambiare per sempre il nostro modo di vedere le piante. Non ci resta che aspettare nuovi sviluppi e per gli amanti del brivido, offrirsi come cavie da laboratorio per questo fantastico esperimento!

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Ilaria Mancini

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