Madeincolours incontra l'approvazione del pubblico santacrocese

E’ stato presentato con successo anche a Santa Croce sull’Arno c/o il Teatro Verdi il nuovo progetto madeincolours www.madeincolours.eu che si ripropone di far dialogare in modo onesto, aperto e trasparente la piccola industria europea “che colora” (pelle e cuoio, tessile, carta, legno, plastica, inchiostri, ecc.) con il consumatore finale che acquista un articolo in negozio.

Come per il comparto tessile a Prato la settimana precedente, anche in questo caso sono intervenute le più importanti concerie del distretto, la d.ssa Clara Gonnelli - presidente regionale ACU Associazione Consumatori Toscana - ed esponenti di importanti multinazionali della chimica del cuoio, come LANXESS e STAHL, fautrici di una chimica responsabile e controllata e protagoniste insieme REACH&Colours nella preparazione dei dossier di registrazione REACH dei coloranti a livello europeo.

Pelle, cuoio, tessile,legno, carta sono solo alcuni dei principali substrati che coloriamo e che poi attraverso una lunga catena produttiva arrivano sugli scaffali, ai consumatori finali, sotto forma di abbigliamento, arredamento, accessori, imballi, prodotti di carta e di cartone, ecc.

Il vero Made in Italy/Made in Europe parte proprio da qui, dalla colorazione di quegli elementi di base che costituiranno poi il prodotto finito. Ma il consumatore finale che compra l’articolo in negozio cosa conosce oggi della conceria, della tintoria, della cartiera? del loro lavoro, del loro impegno? Nulla!

“Se non creiamo una “forza” nuova e non diamo voce alla piccola/media industria manifatturiera europea – dice la d.ssa Michela Kahlberg, responsabile del progetto – siamo destinati a soccombere contro una concorrenza scorretta, che non rispetta le stesse regole imposte all’industria europea riguardo alla sicurezza dell’uomo e alla tutela dell’ambiente. Un’altissima percentuale dei prodotti conciari e tessili colorati fuori Europa che finiscono sui nostri scaffali contiene infatti sostanze tossiche pericolose in quantità superiori a quanto consentito dalle nostre leggi e risulta oggi impossibile per le autorità controllare tutto.”

“Colorare in Europa”, invece, significa rispettare il Regolamento REACH (e non solo…) che purtroppo riguarda solo le sostanze chimiche e non gli articoli finiti, che possono essere invece importati in Europa senza registrazioni e con controlli praticamente inesistenti.

La gente non sa nulla del Regolamento REACH, dei rischi che possono derivare da un capo di abbigliamento o da una scarpa contenenti sostanze tossiche, dei tanti sforzi economici e di tempo che i nostri imprenditori fanno per garantire la loro salute e tutelare il nostro ambiente.

Madeincolours vuole informare il consumatore, sensibilizzarlo e portarlo a scegliere il vero “Made in Italy/Made in Europe”, tracciando e controllando le varie fasi produttive, fornendo garanzie di sicurezza e qualità.

“Oltre ai rischi per la salute - dice Michela Kahlberg – quando ci lamentiamo che i nostri giovani non trovano un’occupazione pensiamo anche al fatto che il lavoro (la nostra “arte”) viene trasferito nei Paesi in via di sviluppo, meno costosi e problematici del nostro, perché vigono regole e valori differenti e che le nostre aziende chiudono.

Un prodotto fatto in Europa, secondo le regole, non è necessariamente più costoso per il consumatore finale; forse è solo un po’ meno proficuo per chi lo commercializza, ma a che costo per tutti noi?” Le prossime presentazioni (http://www.madeincolours.eu/?page_id=10602): 3 ottobre Varese, 10 ottobre Como e 27 ottobre Bergamo; fine ottobre/novembre Arzignano, Vicenza, Biella, Ancona.

Fonte: Ufficio Stampa

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