Terremoto in Valdelsa, l'esperto: "Preoccupano di più le alluvioni"

L'epicentro del terremoto a Castelfiorentino, 25 ottobre 2016

L'intervista esclusiva al blogger e studioso Aldo Piombino


"Fossi un sindaco dell'Empolese Valdelsa penserei più al rischio idrogeologico che ai terremoti". La frase più significativa dell'intervista ad Aldo Piombino, blogger scientifico nonché collaboratore del prof.Casagli al dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, è proprio questa. La telefonata, in merito alle scosse della Valdelsa del 25 ottobre scorso, vaglia tutti gli argomenti dei rischi dell'area della Valdelsa.

I terremoti in Toscana

"La zona - afferma - si trova sulla linea tettonica trasversale appenninica, due anni fa ha picchiato più duro sulla Val di Pesa, oggi sulla Valdelsa. Non siamo certo in California, dove lo scontro è tra due faglie, abbiamo piuttosto una discontinuità antica ripresa successivamente". La storia, è dalla nostra parte: "Abbiamo diverse centinaia di anni di testimonianze sismiche che ci dicono che questa linea tettonica non ha dato degli eventi significativi negli ultimi millenni".

Quindi le scosse ci saranno ma non avranno grosse conseguenze in futuro? "Non è possibile prevedere questi eventi. Questa è una zona più tranquilla rispetto al Mugello o alla Lunigiana o anche alla Garfagnana, dove abbiamo delle accelerazioni sismiche".

Prevenire, non prevedere

Dobbiamo dunque pensare solo alla prevenzione: "Dico sempre che i morti li fa la cattiva edilizia, ci si difende sempre con la prevenzione, costruendo ogni ambiente in maniera consona al rischio sismico della zona considerata. Chi dice di prevedere i terremoti è un visionario o un ciarlatano".

Nella zona della Valdelsa i movimenti importanti delle faglie "sono passati". Il maggior rischio, afferma Piombino, arriva dal rischio idraulico. "Sono passati 50 anni dall'alluvione del '66 a Firenze, ma finché non entreranno in funzione la cassa d'espansione di Fibbiana (Montelupo Fiorentino), quella dei Renai a Signa e quella di Figline il rischio è ancora forte".

L'evento trentennale

Poi c'è l'ombra di quello che viene chiamato 'l'evento trentennale': "Tra il 1966 e il 1992, quando si verificò un'altra alluvione di simili proporzioni, passarono circa 30 anni. Dobbiamo pensare che la cadenza trentennale può verificarsi ancora".

Cosa dire allora agli amministratori locali? "Ci sono delle zone alluvionabili che sono state coperte negli anni con costruzioni civili. Quando si va a vedere anche i toponimi, c'è poco da spiegare. Stagnaccio, padule, ecc: questi sono nomi che indicano una zona dove le acque possono ristagnare. L'Orme e l'Elsa sono stati e saranno a rischio, come pure l'area del Terrafino. So che nell'Empolese ci sono dei bei piani di protezione civile in caso di disastro. Ma bisogna pensare che i nuovi insediamenti non siano a rischio inondazione".

 

Elia Billero

Tutte le notizie di Empolese Valdelsa

<< Indietro
torna a inizio pagina